QUÉBEC – Diverse personalità di spicco della Comunità anglofona del Québec si stanno mobilitando per contestare in tribunale la legge 96, dispositivo legislativo appena approvato dall’Assemblea nazionale quebecchese che inasprisce i requisiti per l’uso del francese e che, a loro dire, minaccia i diritti fondamentali dei cittadini. Il noto civilista Julius Grey ha dichiarato che, insieme ad un gruppo di colleghi avvocati di Montréal, entro fine mese, si appellerà ai giudici contro l’incostituzionalità della legge.
La leader del Partito Liberale del Québec, Dominique Anglade, dal canto suo, ha promesso che, se a ottobre dovesse aggiudicarsi le elezioni, rimuoverà la clausola di non contestazione, che mette ampie parti della legge al riparo da ricorsi fondati sulla Carta Canadese dei Diritti e delle Libertà. L’English Montreal School Board (EMSB) non ha perso tempo e si è già rivolto ad uno studio legale per contestare diverse parti della legge 96. Il presidente Joe Ortona ha dichiarato di ritenere che la legge rappresenti “una forma di discriminazione legalizzata”.
D’accordo con Ortona anche Paolo Galati, presidente del consiglio della Sir Wilfrid Laurier School Board, che ‘serve’ le Comunità di lingua inglese nelle regioni di Laval, Lanaudière e Laurentide: “Sono convinto che dobbiamo proteggere la lingua francese – ha detto Galati – ma non a discapito dei diritti degli anglofoni”.
“Dobbiamo restare uniti e puntare sulla forza dei numeri – ha aggiunto -: non possiamo rinunciare ai nostri diritti, perché una volta persi, non li avremo più”. Non è ancora chiaro se interverrà anche il governo federale. Nei giorni scorsi, il Ministro della Giustizia federale, David Lametti, ha dichiarato che, qualora sia la Legge 21 sulla Laicità dello Stato che la legge 96 sulla Lingua francese dovessero essere dibattute in Corte Suprema, a quel punto il governo potrebbe scendere in campo e dichiararsi contrario ad entrambe le leggi.