di Vittorio Giordano
L’eccellenza ‘Made in Italy’ nella gastroenterologia
È una ricercatrice di fama mondiale, un’eccellenza nella gastroenterologia, parla un inglese impeccabile, è membro di 8 associazioni specializzate ed è autrice di oltre 40 pubblicazioni su altrettante riviste internazionali. Lei è Marietta Iacucci, dal 2011 professore associato di Gastroenterologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Calgary. Laureata alla “Sapienza” di Roma nel 1994 in Medicina e Chirurgia, Marietta Iacucci consegue la specializzazione in Gastroenterologia nel 1998 ed un PhD prima a Tor Vergata e poi in Gran Bretagna. Per poi migliorarsi attraverso molteplici ‘Honorary visiting’ in giro per il mondo: dalla Germania al Giappone, passando, di nuovo, per la Gran Bretagna. Dove traslocherà la prossima estate: si trasferirà all’Università di Birmingham ed al Queen Elisabeth Hospital.
Marietta è calabrese: è nata a Cosenza, ha vissuto a Castrolibero ed è molto legata ad Aiello Calabro, paese dei nonni paterni, Ciccio e Marietta. L’abbiamo incontrata il 27 febbraio scorso all’Hotel ‘Queen Elisabeth’ di Montréal, in occasione del congresso nazionale dei gastroenterologi canadesi, dove ha presentato uno strumento di nuova generazione per l’esame endoscopico, dopo essere stata l’unica a sperimentarlo in tutto il Nord America: potenziando la qualità delle immagini della mucosa, la dottoressa punta ad incrementare la possibilità di diagnosi precoci di tumori e a calibrare le terapie a livello molecolare. Tecnica all’avanguardia che a maggio sarà lanciata alla conferenza mondiale della gastroenterologia a San Diego. E che proietterà la Iacucci nel gotha della gastroenterologia plenetaria. Chapeau!
Con Marietta Iacucci tra le ‘eccellenze mondiali’, vince tutta la Calabria: “Credo di personificare una sorta di ‘revenge’ del meridione, per dimostrare che ce la possiamo fare”. Svolgendo una professione che è soprattutto una passione: “Ho sempre avuto dentro di me questa voglia di fare l’accademica, pur senza mai rinunciare al lavoro sul campo con i pazienti”. I suoi inizi, infatti, sono al Pronto Soccorso, “l’esperienza più bella della mia vita”: prima a Frascati (“dove ho imparato a mettere i punti”) e poi a Colleferro (“con un’organizzazione difficile”). Ma il suo sogno è sempre stato quello di diventare gastroenterologa. E così fa il medico internista a Marino, in prov. di Roma, dove apre il reparto di gastroenterologia. Ma non è abbastanza: “Io venivo dalla Calabria, scalpitavo, ero irrequieta: non potevo fermarmi ai Castelli Romani”. Da qui il passaggio al San Camillo di Roma. “Ma dentro di me ero insoddisfatta: volevo fare anche la ricercatrice”. Ed ecco la svolta: “Finisce la storia col mio compagno e mio padre ha il primo cancro: apro il cassetto dei sogni e scopro che voglio conoscere i campioni della medicina”.
Nel 2008 Marietta va a Londra, prima all’Imperial College dove incontra il suo mentore, il Prof. Subrata Ghosh, che ispira i suoi sogni, e poi al St-Mark’s Hospital, dove ‘ruba i segreti’ dei più grandi esperti di endoscopia: “Non parlavo assolutamente bene l’inglese: oggi è la lingua del mio lavoro”. L’incontro con il Prof. Ralf Kiesslich dà l’impulso decisivo alla sua carriera e le schiude le porte di nuove tecnologie endoscopiche, come la romoendoscopia e l’endomicroscopia confocale: “Mi ricordo che l’ho incontrato a Chicago , durante una cena: gli ho detto che ho sempre sognato andare in Germania e lui mi ha detto che potevo raggiungerlo il giorno dopo”.
Dopo 2 anni di esperienze all’estero, Marietta torna a Roma. Ma l’Italia, ormai, le va stretta: il prof. Ghosh si sposta a Calgary, dove l’endoscopia è poco sviluppata. La invita anche in Canada e nel 2011 Marietta accetta l’incarico: “Finalmente avrei potuto creare una piattaforma endoscopica all’avanguardia tutta mia”. Ma i sacrifici sono tanti: “Essere emigrata e donna è stato difficile”.
Dopo 5 anni Marietta Iacucci è una luminare nel suo campo. Ed è pronta per un ulteriore salto di qualità: “Torno in Europa: mi hanno offerto una posizione da professore associato senior a Birmingham. Uno dei miei sogni, adesso, è capire meglio l’infiammazione nelle malattie croniche dell’intestino ed essere in grado di fare una diagnosi precoce di cancro attraverso l’analisi molelocare. Birmingham mi darà l’opportunità di coniugare ricerca e clinica, di creare un ponte tra scienza e terapia”.
La pressione e le responsabilità non mancano: per mantenersi in forma Mariella fa yoga: “Il cancro è correlato a tanti fattori: oltre ai geni e all’alimentazione, anche le emozioni e lo stress giocano un ruolo importante”. Basta amare un po’ di più se stessi: “Faccio il medico dal 1994 ed ho visto persone che hanno deciso di morire e sono morte, ed altre che hanno combattuto e ce l’hanno fatta”. Meglio l’Europa o il Canada? “L’Europa è avanti, nella stessa Italia ci sono diversi centri di eccellenza, come Humanitas di Milano”. Tornare in Italia? “Probabilmente a fine carriera, ma non alla Sapienza da ordinaria”.
C’è chi critica la fuga dei cervelli: “Emigrare significa avere coraggio, rimettersi in gioco, saper perdere, saper essere umiliati e sacrificarsi per migliorarsi. Come emigrato devi lottare di più, devi lavorare il triplo. Ho rinunciato a tante cose nella mia vita: non ho figli e non mi pento, ma tornare in Italia per adesso non mi interessa”.
Eppure il richiamo della Calabria è forte: “Vorrei creare una partnership con l’Università di Catanzaro e dare vita ad un’avanguardia di gastroenterologia ed endoscopia per offrire ai miei corregionali la qualità delle cure che meritano”. Senza dimenticare il Paese degli aceri: “Sono grata al Canada così come all’Italia: mi hanno fornito gli strumenti per avere successo. Oggi con la mia ricerca dò un contributo a tutta l’umanità. Però se posso creare una nicchia di eccellenza nella terra dove sono nata, lo faccio volentieri”.
Un messaggio ai giovani? “Il consiglio è quello di aprire gli orizzonti misurandosi con altre culture: quando hai una mente aperta, puoi fare realmente piccoli cambiamenti che possono determinare grandi cambiamenti. Credo nell’energia dell’universo: se tu credi in qualcosa ed hai un sogno che è una cosa benevola per l’Umanità, l’Universo ti mette nelle condizioni di raggiungerlo”.
Oggi Marietta è una donna felice, e non solo professionalmente: “Ho un compagno meraviglioso, due nipoti fantastici ed una mamma che mi adora”. Ma il suo pensiero più grande è per papà Giuseppe, scomparso due anni fa: “Sono grata alla forza, all’educazione, al coraggio e al supporto che mi ha sempre trasmesso. Quando sono andata via era un pò triste perché la sua ‘principessa’ si allontanava: ora è il mio angelo custode e sono certo che mi guiderà nel realizzare i miei sogni”. Magari nella terra dove tutto ha avuto inizio: la nostra ridente e orgogliosa Calabria.
2 thoughts on “Prof. Marietta Iacucci: da Calgary
a Birmingham, con la Calabria nel cuore”
Cara Marietta, ho avuto la gioia di conoscerti. Sono felice per il tuo successo e per la tua felicità. Abbiamo alcune cose in comune: siamo entrambe nate a Cosenza, entrambe siamo emigrate per poter studiare e lavorare e per ultimo mia figlia ha seguito la tua strada. Adesso è in Sud Africa per il suo PhD per un progetto di studio sugli squali bianchi. Concordo con te e ti ringrazio per le tue parole: “Credo nell’energia dell’universo: se tu credi in qualcosa ed hai un sogno che è una cosa benevola per l’Umanità, l’Universo ti mette nelle condizioni di raggiungerlo”. Che la benedizione del Maestro e della Divina Madre ti accompagnino sempre, Chiara
Cara Marietta,sono felice di essere tuo conterraneo, di Aiello Calabro, nonché amico di famiglia e compagno di ideali e di tempo libero di tuo padre, il caro compianto Geppino. Lo sono perché con te e con persone come te la Calabria cessa di essere considerata l’ultima della serie e ritorna ad essere quella terra della Magna Graecia che è sempre stata nella storia, luogo di sviluppo e di civiltà.Lo dicono figure come Pitagora, Telesio, Campanella, Leonzio Pilato (mi fermo qui). Lo ricordo non per vanagloria, ma per un equo riconiscimento che liberi la nostra regione dalle catene di una ingiusta propaganda denigratoria che l’ha identificata con i difetti che ha e non ha reso giustizia ai meriti. Ne è venuto fuori uno stravolgimento della verità che persone come te, con il loro operare ed il loro pensare, capovolgono, restituendo forza e vita alla verità, e presentano e rappresentano al mondo una terra ed una regione al passo con i tempi e portatrice di eccellenze che la Calabria ha sempre posseduto ed offerto allo scibile umano. Colgo l’occasione per esprimerti i miei complimenti per la realizzazione dei tuoi progetti ed i più fervidi auguri per il tuo futuro di donna e di scienziata. Franco Pedatella