di Alessandra Cori
Il 2024 sarà un anno da ricordare per gli agriturismi. Infatti, quella dell’ospitalità e della ristorazione rurale in Italia è una tendenza che continua a crescere negli anni in maniera costante ma senza eccessi, e che ha avuto nel post Covid la spinta decisiva.
Il numero di agriturismi nel 2023 è infatti arrivato a quasi 25.900 aziende, facendo registrare un +5,2% sull’anno precedente. Una crescita che arriva dopo il +1,3% del 2021 rispetto al 2020 e il +3,3% rispetto al 2019. Il trend positivo si riscontra anche in termini di valore della produzione, arrivata a quota 1,16 miliardi, ben il 45% in più rispetto al 2020. Inoltre, lo scorso anno la domanda per la prima volta ha superato i 4 milioni di arrivi e 15,5 milioni di pernottamenti, di cui il 58% è da ascrivere agli stranieri provenienti soprattutto da Germania, Paesi Bassi e Francia.
Questi dati sono forniti dalla fiera di riferimento del settore, giunta alla sua 26esima edizione, denominata “AgrieTour”, in programma ad Arezzo Fiere dal 25 al 27 ottobre. Non a caso si tiene in Toscana, che resta la regione leader con 5.797 attività, pari al 21,8% dell’offerta nazionale e al 6,2% sul totale delle strutture ricettive. È indicativo che la Toscana e la Provincia di Bolzano, insieme, detengano poco più della metà delle presenze.
Il 2023 è stato quindi senza dubbio l’anno di più grande successo nella storia dell’agriturismo, che ormai rappresenta l’1,9% dell’intero valore dell’agricoltura e il 22,6% delle attività cosiddette multifunzionali dell’impresa agricola. È un risultato lungamente preparato da una progressione di crescita basata su un aumento degli ospiti italiani e stranieri che è stato costante nel tempo. A questo è corrisposto uno sviluppo dell’offerta che si è diffusa omogeneamente in tutte le regioni.
Anche le previsioni per il 2024 sono buone: secondo un sondaggio tra gli operatori, gli ottimisti pari al 42% continuano ad essere largamente prevalenti sui pessimisti che rappresentano solo il 6% del campione.
“Sicuramente si tratta di una crescita costante che dimostra ottime capacità di tenuta e che acquista ancora maggior valore perché si sta espandendo in un contesto difficile sia per l’economia che per il mondo agricolo, anche se va ricordato che c’è un forte ricambio tra gli operatori”, commenta Carlo Hausmann, direttore di Agrocamera Roma ed esperto della Rete rurale nazionale e dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo. “Infatti,- continua il direttore – per entrare sul mercato ci vogliono investimenti importanti che possono essere sostenuti solo se si propone un’offerta di qualità con servizi innovativi, da cui arriva il vero valore aggiunto. Per continuare a crescere, gli agriturismi devono consolidarsi come testimonial del territorio e dei prodotti agroalimentari di qualità. È questa la peculiarità del modello italiano che vengono a studiare dall’estero. L’evoluzione che negli anni ha portato a differenziare l’offerta rurale si deve sviluppare ancora più in sinergia con gli altri attori sul territorio per continuare a crescere”.
Alcune offerte prevedono servizi di ospitalità sempre più sofisticati, dalla ristorazione di alta gamma a trattamenti degni delle migliori spa alberghiere. Al punto che c’è chi parla di “concorrenza sleale” rispetto agli altri operatori che si muovono sul mercato senza agevolazioni. “L’agriturismo è diventato una specializzazione dell’agricoltura, ma è chiaro che il principio della connessione agricola e dell’azienda multifunzionale deve rimanere”, commenta Hausmann. “Le regole da rispettare ci sono e sono stringenti, ovviamente occorre che funzionino i controlli. La legge prevede vincoli sul rapporto tra le ore di lavoro dedicate alle attività agricole e quelle dedicate all’attività agrituristica nonché sulla provenienza dei prodotti da utilizzare. Il tutto in cambio di un regime fiscale agevolato che però, ad esempio, non permette di scaricare l’Iva o altri costi. Cosicché spesso alcune attività nate come agriturismo trovano convenienza a passare alla legislazione ordinaria del commercio”, conclude Hausmann.