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Picchiato per aver chiesto di legare il cane, parla l’avvocato: “Aggressore toro infuriato, l’hanno lasciato andar via” – Video

(Adnkronos) – “Ho passato una vita a insegnare ai miei figli che bisogna comportarsi bene, rispettare le regole per non incorrere in conseguenze con la giustizia. E oggi, mentre vedevano il padre picchiato da un esagitato e i poliziotti lasciarlo andar via, che lezione hanno appreso dalla realtà?”. A parlare all’Adnkronos è l’avvocato Mauro Danielli, aggredito ieri in zona Balduina da un ragazzo al quale aveva chiesto di legare il cane, libero e senza museruola nella stessa rosticceria dove si trovava con la famiglia. I fatti intorno alle 12.30 di ieri in via Orlando de Tommaso. “Dopo la messa, siamo andati con una coppia di amici a mangiare in una rosticceria. Mentre ero seduto coi miei figli di 10 anni, è entrato questo ragazzo con il cane libero e senza museruola che si è poi messo a girare per i tavoli. Mia moglie ha chiesto se fosse possibile tenerlo legato e lui ha iniziato a insultare. A quel punto, sentendo le urla, mi sono avvicinato a lei ma il ragazzo mi ha preso a parolacce, con tanta veemenza da convincermi a chiamare i carabinieri”, racconta. 

“Non lo avessi mai fatto. Quando mi ha visto col telefono in mano, mi è corso incontro, mi ha tirato pugni sul collo, sulla schiena, tentando di impedirmi di chiamare. Intanto il 112 mi chiedeva di aspettare, che mi avrebbero messo in contatto con le autorità. Lui era come un toro infuriato – continua l’avvocato, già difensore di Luigi Preiti, l’uomo che 11 anni fa sparò al brigadiere Giuseppe Giangrande, davanti Palazzo Chigi – Io ancora aspettavo che le forze dell’ordine arrivassero. La cosa più grave in tutto questo è stato quello che hanno visto i miei figli. Il loro padre picchiato da un esagitato davanti al quale nemmeno potevo reagire, sapendo bene cosa si rischia in certi casi. Lui mi provocava, mi chiedeva di picchiarlo; e la cosa peggiore è che quando sono intervenuti gli agenti, hanno lasciato che si allontanasse con la madre, arrivata nel frattempo, senza portarselo via. Quando ho chiesto spiegazioni, semplicemente mi hanno detto che il ragazzo era andato via con la madre, ma che avevo 90 giorni per denunciare. E’ stato davvero avvilente. I miei bambini piangevano, mia moglie mi chiedeva spaventata ‘E se questo ora ci insegue?’. Mi sono sentito impotente, sconfitto. Lo Stato non esiste, cos’altro dovrei pensare?”. (di Silvia Mancinelli) 

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