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PICAI: sabato 1o ottobre riprendono i corsi… on line

MONTRÉAL – Si ricomincia sabato 1o ottobre. Come avviene da più di cinquant’anni a questa parte, il PICAI e i suoi insegnanti, con la ripresa delle attività scolastiche, danno appuntamento a centinaia di ragazzi che si sono iscritti ai corsi di lingua e cultura italiana. Per il momento, però, le classi saranno solo virtuali. In attesa di tempi migliori. Ci spiega tutto il vicepresidente Moreno Fermini, originario di Roma, da quasi 10 anni a Montréal. “Sono un pendolare tra Italia e Canada. Insegno al PICAI da 7 anni e da quest’anno sono anche vicepresidente (il presidente è Piero Iannuzzi). Prima sono stato direttore dei corsi online”.

Una novità per il PICAI… “La pandemia ci ha costretto ad interrompere i corsi in presenza e sono stato invitato a dare una mano, dal momento che sono ingegnere elettrotecnico e per professione mi occupo di comunicazione e di tutto ciò che oggi si usa per i corsi online”.

Il PICAI con le lezioni del sabato ha una storia, è un’istituzione a Montréal. “Assolutamente sì, rappresenta una tradizione importante. Per esempio, mia moglie da bambina è andata a scuola al PICAI e oggi parla perfettamente l’italiano, anche se ovviamente non solo grazie al PICAI. Questa tradizione si sta un po’ perdendo, ma dovrebbe continuare. Per questo ci siamo noi. Ma, se il PICAI non viene aiutato, è probabilmente destinato a calare sempre di più nell’adesione, fino a scomparire. Anche i genitori forse potrebbero fare di più, perché mi sono reso conto che i miei alunni parlano l’italiano dei nonni. I genitori non parlano loro in italiano e non li portano in Italia. Magari vanno nelle isole dei Caraibi, ma non in Italia, che è la loro terra d’origine”.

La svolta digitale può aiutare… “Noi facciamo tutto quello che possiamo. La rivoluzione digitale ha comportato dei cambiamenti. L’insegnamento online non era adatto ai docenti di vecchia data, abituati a lavorare in classe, in presenza, con carta, libri, lavagna… I mezzi che abbiamo oggi per insegnare, con le piattaforme non erano di facile accesso per tutti. C’è stato un grande sforzo”.

E qual è la situazione attuale? “Ora il PICAI sta perdendo anche il sostegno del Governo Italiano, perché il MAECI non ci aiuta più come prima, anzi ci dà sempre meno e tutto sta diventando più cavilloso. Noi abbiamo dei progetti, con dettagli e fini, per il futuro. Avevamo il progetto di continuare a fare i corsi in presenza, aggiornando anche la formazione dei nostri insegnanti, per migliorarne la qualità, il lessico, la terminologia, proprio per andare meglio incontro ai ragazzi che parlano un italiano spesso arcaico, semplice, quello dei paesi dei nonni!

Oggi l’italiano è molto più complesso. Eppure stiamo andando incontro a dei problemi perché il Ministero non ci finanzia più. Ci eravamo organizzati con i locali e gli affitti nelle scuole, prima della pandemia. Poi è scoppiata la crisi sanitaria e ci siamo riorganizzati mettendo mano ai nostri fondi per poter svolgere i corsi online e non interrompere le nostre attività. Successivamente, il Governo ha sentenziato che non avevamo speso per le aule e, quindi, non solo non abbiamo diritto ad altri fondi, ma dovremmo anche restituirne indietro! Questo ci ha messo in crisi.

Ora è un problema affittare le aule per tornare in presenza. In attesa che ci rifinanzino il ritorno in presenza, se non ci aiuta nessun altro, andremo in difficoltà. Intanto abbiamo aperto le iscrizioni per i corsi online e nel frattempo stiamo cercando dei fondi. Ci siamo rivolti alla Fondazione Comunitaria Italo-Canadese. Questa è una battaglia da vincere”.

Cosa si riesce a fare, quindi, adesso? “Il 1 ottobre partiranno i corsi online, dalla scuola materna fino alla 5° superiore, coprendo quindi tutte le fasce d’età. Poi, se arriveranno i fondi dal MAECI per affittare le aule, potremo iniziare anche i corsi in presenza. Anche per gli adulti, che in generale preferiscono la formula online per non doversi spostare, avremo corsi online, a partire dal 3 ottobre. Chi vuole, comunque, può fare lezione in presenza alla Casa d’Italia.

Sul nostro sito https://picai.org ci sono tutte le informazioni sui corsi ed è ancora attiva la campagna di ‘GoFundMe’, per chi volesse darci una mano. Questa è una cosa che sentiamo a livello etico, nel cuore, non certo a livello imprenditoriale. Siamo disinteressati, io sono un volontario. Stiamo anche cercando di tenere i costi dei corsi bassi, rispetto ad altre scuole che alzano i prezzi… E questo per dare la possibilità a più famiglie possibili di iscrivere i propri figli. Ma, per fare tutto ciò, abbiamo chiaramente bisogno di fondi esterni”.

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