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Patto di stabilità, Ecofin notturno: forse accordo all’Immacolata

(Adnkronos) –
I ministri delle Finanze dell’Ue si sono rinchiusi nell’Europa Building, a Bruxelles, per ordine della presidenza spagnola, che punta a portarli ad un accordo sulla riforma del patto di stabilità, costringendoli ad una maratona negoziale notturna. L’obiettivo è arrivare ad un’intesa, forse nel giorno dell’Immacolata. “Abbiamo già avvertito i ministri che la notte sarà lunga”, ha ammonito, vagamente minacciosa, la ministra dell’Economia spagnola Nadia Calviño, che domattina verrà indicata con ogni probabilità come nuova presidente della Bei, come ha anticipato il ministro portoghese Fernando Medina.  

“Il nostro obiettivo è che ci sia un accordo politico in questa riunione dell’Ecofin” sulla riforma del patto di stabilità, ha detto la ministra. Le possibilità di arrivare ad un accordo sono date al “51%” dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni, il quale ha ricordato la necessità che la proposta della Commissione non venga snaturata troppo: si lavorerà, ha detto, affinché rimanga “equilibrata” e perché si evitino “sovracomplicazioni”. Diversi ministri si sono detti ottimisti sulla possibilità di un accordo, ma non tutti: la finnica Rikka Purra, del Perussuomalaiset (il Partito dei Veri Finlandesi), ha detto di non essere “molto ottimista”, perché “ci sono diversi problemi aperti”, ma “faremo del nostro meglio”, ha aggiunto.  

Dal lato opposto dell’arco politico, anche il portoghese Fernando Medina, un socialista, ha detto che a suo parere c’è ancora del “lavoro da fare” per giungere ad una intesa. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha chiarito che la Francia accetta anche la seconda salvaguardia voluta dalla Germania, che porta la soglia del deficit/Pil all’1,5%, in circostanze economiche “normali”. Germania e Francia sono d’accordo sul “90%” dei capitoli principali della riforma: resta un “10%” da concordare. 

In particolare, ha spiegato Le Maire, la Francia chiede che ai Paesi che finiranno in procedura per deficit eccessivo, cioè sicuramente Italia e Francia ma anche altri, venga consentita una flessibilità aggiuntiva, rispetto all’aggiustamento dello 0,5% annuo del deficit strutturale, in modo da poter effettuare gli “investimenti” che sono necessari, se si vuole evitare che l’Europa venga lasciata ulteriormente indietro da Usa e Cina. Il ministro tedesco delle Finanze Christian Lindner si è detto possibilista su un accordo sulla riforma, ma ha chiarito che la modifica sulle regole che si applicano ai Paesi sotto procedura non trova d’accordo la Germania.  

Berlino è riuscita ad imporre l’introduzione di ben due salvaguardie numeriche, una sul debito e l’altra sul deficit, orizzontali, che rendono più complicato un quadro che, in origine, avrebbe dovuto diventare più semplice. Le salvaguardie sono descritte in due articoli dedicati, dei quali circolano bozze a Bruxelles: in particolare, si chiede un miglioramento annuo del saldo strutturale primario per raggiungere il deficit richiesto pari allo 0,3-0,4% del Pil, che viene ridotto allo 0,2-0,25% del Pil nel caso di una estensione del periodo di aggiustamento da 4 a 7 anni.  

La Germania chiede che l’aggiustamento sia sul saldo strutturale, non su quello primario che è al netto della spesa per interessi. Le Maire ha convenuto che l’aggiustamento dovrebbe essere calcolato sul deficit strutturale, ma ha chiesto una flessibilità dello 0,2%, per rendere l’aggiustamento meno oneroso e poter fare gli investimenti indispensabili a non venire definitivamente surclassati da Usa e Cina.  

Nell’Ue, ha sottolineato il commissario Gentiloni, “non abbiamo bisogno di regole di austerity”, ma “di regole che consentano una graduale riduzione del debito e che lascino contemporaneamente spazio agli investimenti indispensabili per la crescita” economica. Pertanto, ha aggiunto, “lavoreremo per avere questa soluzione, che è l’equilibrio che era alla base della proposta della Commissione. E’ molto importante raggiungere un accordo” sulla riforma del patto di stabilità, “come segnale di responsabilità nei confronti dei mercati, ma anche dell’opinione pubblica”.  

Si vedrà nella notte se i ministri riusciranno a trovare un’intesa sulla riforma, necessaria per archiviare il ‘vecchio’ patto di stabilità, che ha contribuito a causare l’arretratezza dell’Ue rispetto agli Stati Uniti d’America, rivelata impietosamente dalla pandemia di Covid-19, che l’Europa ha superato solo grazie ai vaccini sviluppati da Big Pharma, largamente anglosassone (BioNTech era tedesca, ma senza Pfizer non sarebbe mai riuscita a produrre il farmaco nella scala necessaria alla vaccinazione di massa). 

Come notavano Jeremy Shapiro e Jana Puglierin dello European Council on Foreign Relations nell’aprile scorso, per quanto riguarda il Pil, negli ultimi 15 anni gli Stati Uniti hanno superato l’Ue e il Regno Unito messi insieme. Nel 2008 l’economia dell’Ue, che peraltro ha molti più abitanti del colosso d’oltreatlantico, era leggermente più grande di quella americana: 16,2 trilioni di dollari, contro 14,7 trilioni di dollari. Nel 2022, l’economia statunitense era cresciuta fino a raggiungere i 25mila miliardi di dollari, mentre l’Ue e il Regno Unito, insieme, avevano raggiunto solo i 19.800 miliardi di dollari. L’economia americana “è ora quasi un terzo più grande. È più del 50% più grande dell’Ue senza il Regno Unito”. Si vedrà se la notte porterà consiglio.  

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