(Adnkronos) – Il colpo di calore è un’evenienza possibile in queste giornate di caldo estremo e si tratta di una “emergenza sanitaria che richiede la chiamata urgente di ambulanza e trasporto in reparti di terapia intensiva ospedalieri”. Chi soccorre la persona che si è sentita male, “in attesa dei soccorritori deve trasportare la vittima all’ombra se esposta al sole, ventilare e raffreddare il corpo (la testa in particolare) con ghiaccio e spugnature d’acqua fredda”. Sono i suggerimenti di Walter Pasini, esperto di Travel medicine, già direttore del Centro Oms per la Medicina del turismo.
“Il caldo anche nelle persone sane, ma naturalmente con più frequenza negli anziani e nei malati cronici – spiega Pasini – può provocare danni importanti e quadri clinici severi. Il più importante tra questi è proprio il colpo di calore (Heat stroke). Si tratta di una minaccia molto seria per la vita. Che richiede un trattamento di emergenza. Nei soggetti colpiti da colpo di calore saltano completamente i meccanismi di termoregolazione. In altre parole, le persone colpite non riescono a disperdere il calore con la sudorazione e con gli altri meccanismi che regolano fisiologicamente l’omeostasi termica. Ne consegue che il corpo è sottoposto a temperature interne molto alte con conseguenti danni renali, epatici e di altri organi vitali come cervello e cuore”.
I segni con cui si presenta il colpo di calore sono “la febbre, il collasso cardiocircolatorio e le manifestazioni neurologiche (confusione mentale, mancanza di coordinazione motoria, cambiamenti di personalità, vertigini, cefalea intensa) – elenca Pasini – che possono giungere al delirio, convulsioni e coma. I danni sono proporzionali al picco delle temperature interne raggiunte alla durata dell’ipertermia. La maggior parte delle vittime presenta disidratazione intensa”.
In generale, infatti, “nelle ondate di calore, specie in quelle caratterizzate da una lunga durata e dalla mancanza di un calo significativo delle temperature esterne nella notte, la mortalità è legata essenzialmente alla marcata disidratazione e alla conseguente ‘ispissatio sanguinis’, evenienza particolarmente pericolosa negli anziani e nei malati cronici affetti da più patologie. L’ispissatio sanguinis può provocare facilmente alterazioni della circolazione sanguigna e formazione di trombi e quindi ictus, oppure infarto del miocardio, tromboembolia polmonare, ostruzione al flusso a livello della valvola aortica”, conclude l’esperto.