Montréal – Grandi emozioni, tanto entusiamo, ma soprattutto molta italianità nel cuore di Parliament Hill, l’istituzione per eccellenza, insieme al Senato, della giovane democrazia canadese. Un’altra grande dimostrazione, l’ennesima, di come gli italo-canadesi siano perfettamente integrati nel tessuto socio-politico del Paese degli Aceri, senza però mai rinunciare alle radici italiane, che ancora oggi costituiscono un imprescindibile motivo di vanto e di orgoglio. Anche alla Camera dei Comuni di Ottawa, nel corso del tradizionale giuramento dei deputati eletti alle ultime elezioni federali. Il 17 novembre scorso, infatti, come previsto dall’art. 128 Legge Costituzionale del 1867, anche il neo deputato di St-Léonard/San Michel, l’avv. Nicola Di Iorio, ha prestato formale giuramento facendo una solenne promessa di fedeltà e lealtà alla Regina Elisabetta II, ma anche – e soprattutto – alla democrazia e all’istituzione democratica rappresentata dal Parlamento. Un giuramento ‘suggellato’ dalla firma sul registro dei giuramenti. Ad assistere alla cerimonia, oltre alla famiglia (formata dalle due figlie Claudia e Emma Rose, il fratello Antonio, la mamma Giuseppina e la compagna Jehane) circa 60 connazionali giunti direttamente da Montréal in autobus. Tra questi, ricordiamo l’agente ufficiale Guy Tremblay, il Sen. Basilio Giordano, l’imprenditore Joe Chaib, il notaio Roberto Colavecchio, Michel Archambault, l’Avv. Vincent Chiara, il Procuratore della Corona, l’avv. Maria Giustina Corsi, la leader comunitaria haitiana Felicidades Joseph. Senza trascurare i collobaratori più stretti, come Vivian Fiengo, Lia Messina e Josée Anello. Subito dopo il giuramento, salutato da un applauso commosso, e prima delle foto di rito e di un prelibato buffet, Di Iorio ha preso la parola pronunciando un discorso profondo e intriso di italianità: “Noi siamo da secoli ‘Calpesti – ha recitato il neo deputato, con tono solenne -, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme. Già l’ora suonò’ ”. È una strofa dell’Inno di Mameli, l’Inno nazionale Italiano. “E sapete perché – ha continuato – ho scelto di prestare giuramento il 17 novembre? Perché proprio in questo giorno ricorre l’anniversario di adozione dell’inno di Mameli”. Parole forti, rotte dall’emozione, che l’eco della sala ha ‘ribadito’ quasi con rispetto e compiacimento. Fino al coro spontaneo, accompagnato dalla chitarra di Tony Commodari, che ha interpretato proprio l’inno di Mameli, in un turbinio di emozioni ed un palpitare di cuori. “Ci troviamo nella sala del caucus liberale – ha sottolineato Di Iorio – dove si riuniscono deputati provenienti da ogni angolo del Paese, con le origini più disparate, ma con un’unica visione, una realtà, un sogno comune che si chiama Canada”. “Sono nato a Montréal – ha concluso – che si trova nella più Belle Province del Canada, che è il più bel Paese al mondo, insieme all’Italia: tutto questo mi riempie di gioia, di onore e di fierezza”. E il finale non poteva che essere uno: l’intonazione dell’inno del Canada, il giusto tributo ad un Paese da sempre accogliente e generoso con gli italiani, che non per niente lo hanno scelto per garantire un futuro ai propri figli e nipoti. (V.G.)
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