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Olanda oggi al voto, corsa serrata tra 4 partiti

(Adnkronos) – Olanda oggi al voto per le elezioni parlamentari. La corsa tra le prime quattro forze politiche del Paese si annuncia estremamente serrata, tanto che secondo gli ultimi sondaggi il distacco tra la prima e l’ultima sarebbe di 4-5 punti percentuali. Al momento sarebbe un testa a testa tra i populisti di destra del Partito per le Libertà (Pvv) di Geert Wilders e l’Alleanza di sinistra, sinistra verde e laburisti, di Frans Timmermans, entrambi al 18% secondo l’ultimo sondaggio di I&O, tallonati dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, fermo al 17% e dai centristi del Nuovo Contratto Sociale (Nsc), al 14%.  

Come da prassi per le elezioni parlamentari olandesi, è assai probabile un seguito di lunghe trattative per formare una coalizione di governo. Diversi i temi al centro della campagna elettorale, su tutti immigrazione, crisi immobiliare e transizione ecologica. 

Gli olandesi tornano a votare per le elezioni parlamentari anticipate indette dopo la caduta, a luglio, del governo di coalizione guidato Rutte, il secondo leader più longevo dell’Ue dopo l’ungherese Viktor Orbán. Il leader liberal-conservatore, noto come ‘Teflon’ per via della sua resistenza al governo, non è riuscito a superare le “differenze inconciliabili” sulla politica migratoria sorte nella sua fragile coalizione di quattro partiti, e ha annunciato poco dopo le dimissioni di voler abbandonare definitivamente la politica. L’uscita di Rutte implica che, per la prima volta dopo oltre 13 anni e quattro diversi governi di coalizione, i Paesi Bassi avranno un nuovo leader.  

In oltre 100 anni di storia del parlamento olandese, nessun singolo partito è mai riuscito a raggiungere la maggioranza in Parlamento attraverso le elezioni, e il Paese è sempre stato governato da coalizioni anche molto allargate. Negli ultimi decenni la politica olandese è stata segnata da un forte calo di consensi per gli storici partiti di governo di centro-destra e di sinistra, la cui quota di voti si è ridotta da oltre l’80% negli anni ’80 a poco più del 40% di oggi. Il calo delle forze tradizionali ha favorito la proliferazione di partiti minori, al punto che nel Parlamento uscente si contano 20 formazioni e 26 sono in corsa questa volta, con 18 che potrebbero conquistare almeno un seggio. La disponibilità eventuale di partiti minori a formare larghe coalizioni di governo sarà ancora una volta decisiva.  

A poche ore dal voto fare previsioni su chi possa essere il successore di Rutte rappresenta un esercizio assai complicato. Sono quattro i favoriti nella corsa a premier: Dilan Yeşilgöz-Zegerius per il Vvd, Frans Timmermans di Gl/Pvda, le new entry Peter Omtzigt del recentemente fondato Nsc e Geert Wilders del Pvv. A giudicare dai sondaggi, nessuna delle forza in corsa sembrerebbe in grado di ottenere più del 26-27 dei 150 seggi, pertanto tutto lascia presupporre che anche il nuovo governo nascerà dopo negoziati e intricati esperimenti di coalizione.  

Il partito Vvd di Rutte è ora guidato dal ministro della Giustizia uscente, Dilan Yeşilgöz-Zegerius, arrivata nei Paesi Bassi da bambina, come rifugiata turca di origine curda, e che ora vuole ridurre l’immigrazione, cercando di diventare la prima premier donna nella storia del Paese. L’Nsc, nato da tre mesi, è il partito di Pieter Omtzigt, ex deputato noto per aver fatto cadere il governo di Rutte nel 2021. La campagna elettorale di Omtzigt si è concentrata sul “buon governo” e sul “fare politica in modo diverso”, creando un’alternativa di centro ai partiti tradizionali.  

L’alleanza di sinistra Gl/PvdA tra il partito laburista e gli ecologisti di Sinistra Verde è guidata da Frans Timmermans, ex peso massimo dell’Ue che promette di voler ripristinare la fiducia nella politica, costruire un futuro più sostenibile e un’Europa più forte. In forte ascesa nelle ultime settimane c’è poi il Pvv di Geert Wilders, il populista di destra dominatore assoluto dei dibattiti televisivi che spaventa l’Ue con i suoi discorsi che strizzano l’occhio a possibilità di ‘Nexit’.  

I dibattiti televisivi degli ultimi giorni hanno rilanciato le possibilità di Wilders e fatto calare leggermente Omtzigt, che però rimane “favorito” a far parte della coalizione di governo poiché disposto a trattare sia con la destra (ma non con il Pvv) che con la sinistra. Dovesse vincere l’estrema destra del Pvv, tuttavia, sarà difficile trovare la spalla di altri partiti disposti a essere forza di minoranza; diverso lo scenario in caso di trionfo del Vvd di Yesilgoz, che differentemente dal predecessore Rutte, non ha chiuso le porte ad una possibile inclusione di Wilders nella propria maggioranza. Infine, in caso di vittoria del centro-sinistra di Timmermans, il leader europeista rischia di poter governare solo con l’aiuto di partiti minori come i Democratici 66 e il Movimento Contadino (Bbb).  

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