di Alessandra Cori
QR code e regole sui vini dealcolati le principali novità
Il vino europeo vive un momento di grande incertezza, alle prese con una dinamica di consumi in calo, i cambiamenti climatici che rendono sempre più complicata la produzione, l’offensiva salutistica portata avanti dall’OMS che ha messo sul banco degli imputati vino e prodotti alcolici e, soprattutto, la questione dei nuovi dazi che riguarda il principale mercato di sbocco, quello degli Stati Uniti.
Per far fronte a questo momento complicato, la Commissione Ue fornisce una prima, tempestiva risposta.
Va ricordato che in Europa si produce il 60% del vino mondiale e si realizza un’analoga percentuale del fatturato mondiale legato al settore. Il nuovo “pacchetto vino” ridetermina le misure con le quali gli Stati membri possono ridurre la produzione e regolare l’offerta. Misure come la “rottamazione dei vigneti”, la distillazione e la vendemmia verde, ovvero il taglio dei grappoli prima della loro maturazione potranno essere adottate, ma solo utilizzando fondi nazionali e non facendo ricorso a finanziamenti Ue, come avvenuto in passato.
Il nuovo regolamento introduce poi alcune significative norme di flessibilità sull’utilizzo dell’importante dote finanziaria destinata ogni anno al settore nell’ambito dell’Organizzazione Comune di Mercato (OCM). Ci sarà più tempo per utilizzare le nuove autorizzazioni all’impianto, le licenze che bisogna detenere insieme alla titolarità del vigneto per produrre vino, e più flessibilità nell’utilizzo delle risorse destinate alla promozione all’estero del vino Ue.
Inoltre, il provvedimento punta a semplificare le regole sull’etichettatura grazie al ricorso alla digitalizzazione e allo strumento del QR code e definisce in maniera più puntuale le caratteristiche che dovranno avere i vini senz’alcol o a ridotto contenuto alcolico.
La Commissione europea vuole rendere più “attraenti e familiari” le denominazioni dei vini a bassa gradazione o analcolici, proponendo termini come “alcol free”, “0,0%” o “alcol light”. L’obiettivo è promuovere un segmento in forte crescita e considerato promettente soprattutto nei mercati del Nord Africa e dei Paesi arabi. L’introduzione del QR code che fornisce informazioni come ingredienti e valori nutrizionali dovrebbe ridurre i costi per i produttori e ridurre anche le incertezze che ci sono quando esportano in altri Paesi europei. Nel 2023 l’esecutivo comunitario aveva già pubblicato delle linee guida, ma l’adozione da parte degli Stati membri è rimasta disomogenea. Ora l’idea è introdurre un simbolo comune, un pittogramma al posto di parole o lettere, che segnali chiaramente la presenza del QR code informativo sulle bottiglie. Un sistema uniforme che faciliterebbe le esportazioni, evitando anche la necessità di traduzioni, poiché lo stesso simbolo varrà per tutti i Paesi dell’Unione.

“Oggi presento queste misure – ha commentato il Commissario Ue per l’Agricoltura e l’Alimentazione, Christophe Hansen – rispondendo direttamente alle richieste dell’industria e degli Stati membri. Sono convinto che le nostre proposte contribuiranno a stabilizzare il mercato, consentiranno ai produttori di cogliere nuove opportunità e di rispondere alle nuove aspettative dei consumatori. Invito gli Stati membri e il Parlamento europeo ad agire rapidamente in vista dell’adozione e dell’attuazione definitive di tali misure al fine di aiutare il settore con tempestività”.
Soddisfazione è stata espressa dal mondo produttivo italiano. “La Commissione – ha commentato il presidente di Federvini, Micaela Pallini – ha saputo ascoltare il settore e dare risposte tempestive e puntuali. Il Pacchetto Vino offre strumenti di gestione più flessibili, sostiene gli investimenti orientati alla sostenibilità e rinnova l’impegno europeo a favore della competitività dei nostri produttori”.
Di “risposta tempestiva in un momento delicato per il settore” ha parlato il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, che ha sottolineato: “Sono state accolte le nostre richieste di flessibilità e semplificazione. Riteniamo che la proposta rappresenti un buon punto di partenza e siamo pronti a dare un contributo al perfezionamento del testo in vista della discussione e approvazione del regolamento”.“Riteniamo positiva – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – l’introduzione di elementi di flessibilità nella gestione del potenziale produttivo e per rafforzare gli investimenti che perseguono l’obiettivo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.