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Nord America unito contro Brexit e Trump

Vertice a Ottawa tra Trudeau, Obama e Peña Nieto

Un segnale di grande unità, in un momento in cui sia in Europa che in America ci sono forze che spingono per disgregare e mettere in crisi i rapporti commerciali

Vertice-Ottawa

Entro il 2025, il 50% dell’energia verrà dalle fonti verdi e rinnovabili e dal 1º dicembre i cittadini messicani non necessiteranno più di un visto per entrare in Canada

Ottawa – Le tre “Americhe” sono più unite che mai, contro Brexit e le possibili conseguenze sul commercio internazionale, così come contro Trump e la sua politica anti-immigrazione. I leader dei tre Paesi nordamericani, Justin Trudeau (Canada), Barack Obama (Usa) e Enrique Peña Nieto (Messico) si sono incontrati ad Ottawa, il 29 giugno scorso, nella cornice del Museo delle Belle Arti,  in occasione del vertice conosciuto anche come summit dei “Tres amigos”. “Le conseguenze a breve termine della Brexit – ha spiegato Obama – si possono gestire senza difficoltà. Ma nel lungo periodo, le disuguaglianze, le storture e le ricadute sociali non possono essere ignorate”. Oltre alla Brexit, i tre leader si sono focalizzati sul mercato interno, sul Nafta, che dal 1994 stabilisce il libero scambio tra 500 milioni di persone, e che Donald Trump ha a più riprese attaccato. Obama ha avvertito sui pericoli dell’isolazionismo: “Sono convinto che i valori transatlantici, che condividono tutte le democrazie fondate sul libero mercato, sono più profondi e più forti di qualsiasi avvenimento”, ha concluso il presidente americano. Un messaggio condiviso anche da Justin Trudeau, secondo cui il gli scambi commerciali non sono solo un bene per l’economia globale, ma anche per gli stessi cittadini. “Sappiamo che le industrie che esportano più beni – ha detto il Primo Ministro canadese – pagano salari del 50% superiori rispetto a quelle che privilegiano il mercato interno”. “Con questa partnership – ha aggiunto – i nostri Paesi saranno l’uno accanto all’altro in un lavoro che ha come scopo comune la competitività del Nord America, una maggiore crescita e la protezione del nostro patrimonio ambientale comune per le future generazioni”. Ed ha concluso annunciando che, a partire dal prossimo 1º dicembre, porrà fine al regime obbligatorio di visti per i cittadini messicani: un chiaro messaggio alle posizioni intransigenti di Trump, che ‘minaccia’ invece di costruire un muro al confine meridionale. Pena Nieto, a sua volta, ha annunciato che il Messico consentirà l’importazione di carne bovina canadese. E così, mentre nel mondo acquistano sempre più forza e popolarità posizioni neo-protezionistiche, i membri del Nafta rafforzano gli accordi di libero scambio e di cooperazione regionale. E lo fanno in maniera intelligente, con un occhio di riguardo anche verso lo sviluppo sostenibile. Tra i risultati più concreti conseguiti dai tre Paesi al vertice di Ottawa, infatti, c’è un nuovo accordo sul clima: il Nord America genererà il 50% della propria elettricità da fonti “pulite” – rinnovabili come eolico, solare e idroelettrico, ma anche nucleare – entro il 2025, a fronte del 37% del 2015. Il Messico si è anche impegnato a ridurre tra il 40 e il 45% le emissioni di metano, generate dal settore del petrolio e del gas, un obiettivo già fissato da Usa e Canada. La scelta dei tre Stati si inquadra all’interno dell’accordo sul clima siglato alla ‘Conferenza Onu’ di Parigi nel dicembre scorso, che punta a ridurre le emissioni di gas serra per contenere l’aumento della temperatura globale entro i due gradi centigradi. Oltre a contrastare il cambiamento climatico, tuttavia, l’obiettivo di rispondere a metà della domanda elettrica, con fonti che abbattono le emissioni, servirà anche all’economia. Come sottolinea la Casa Bianca, l’intesa nordamericana farà aumentare i lavoratori nel settore delle energie pulite, dagli attuali 700mila a 1,1 milioni. (V.G.)

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