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Niente vino e cannabis per i No Vax

Dal 18 gennaio, chi non è provvisto di passaporto vaccinale
(che a breve passerà da 2 a 3 dosi) non potrà più entrare nei negozi della SAQ e della SQDC

QUÉBEC – Si fa sempre più stringente la morsa del governo sui NoVax, destinati ad essere sempre più penalizzati nell’accesso ai servizi non essenziali. E questo per convincerli a sottoporsi al vaccino per contrastare la minaccia crescente di Omicron. Una variante contagiosissima che, complice anche la penuria di personale sanitario (circa 20 mila gli assenti), sta portando al collasso gli ospedali della provincia. È in questo contesto che, il 6 gennaio, il Ministro della Salute del Québec ha annunciato nuove misure restrittive, che si sommano a quelle già in essere (bar, cinema, teatri, palestre e sale di ristoranti chiusi, oltre al coprifuoco dalle 22 alle 5): dal 18 gennaio, infatti, chi non è provvisto di passaporto vaccinale non potrà più accedere alle succursali della SAQ (l’agenzia pubblica che detiene il monopolio della vendita di vini e alcolici) ed a quelle della SQDC (che a sua volta detiene il monopolio del cannabis legale). “Nei prossimi giorni – ha aggiunto Dubé – aggiungeremo altri servizi o attività non essenziali, come i trattamenti di bellezza, che saranno accessibili solo se in possesso del green pass”. Sono esclusi supermercati e farmacie, che rientrano tra i servizi essenziali. “Il primo obiettivo è quello di limitare i contatti – ha spiegato il Ministro –  ed il secondo è quello di proteggere i non vaccinati da sé stessi. Al momento, più del 50% delle persone ricoverate in terapia intensiva sono Novax” (che però rappresentano solo il 10% della popolazione). “Se i non vaccinati non sono contenti di questa situazione – ha sottolineato il Ministro – c’è una soluzione molto semplice a loro disposizione: farsi vaccinare. È gratis e protegge dalla malattia”. PASSAPORTO A 3 DOSI. Con sempre più persone che, nel rispetto del calendario del governo (da oggi possono prenotarsi gli over 50), si stanno sottoponendo alla somministrazione della terza dose, Dubé ha fatto sapere che prossimamente, probabilmente già nel mese di febbraio, non basteranno più 2 dosi, ma saranno necessarie 3, per ottenere il passaporto vaccinale. Il Ministro della Salute, accompagnato per l’occasione dalla ViceMinistra Lucie Opatrny e dal direttore della campagna di vaccinazione Daniel Paré, ha dipinto un quadro piuttosto cupo della situazione sanitaria, alla luce anche della pubblicazione delle proiezioni dell’Institut national d’excellence en santé et en services sociaux (INESSS), secondo cui, nelle prossime due settimane, i ricoveri in ospedale dovrebbero schizzare a più di 3.000. L’ultimo bilancio pubblicato nella mattinata del 6 gennaio dalla Salute Pubblica ha registrato 1953 ricoveri e 15.874 nuovi casi. “E non abbiamo ancora raggiunto il picco”, ha concluso Dubé, che ha descritto la condizione in cui versano gli ospedali come “molto, molto difficile”.

 

 

 

 

 

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