
La storia di forza, coraggio e resilienza di un giovane italo-canadese che ha sconfitto due volte il tumore ed ora vuole scrivere un libro e lanciare una fondazione per aiutare gli altri

MONTRÉAL – Travolti dalle distrazioni incessanti della quotidianità, spesso perdiamo di vista ciò che davvero conta nella vita. Grazie ad una determinazione fuori dal comune, Nicholas Gavrielatos è riuscito nell’impresa di sconfiggere due volte un delicatissimo tumore al cervello, dimostrando che il coraggio e la resilienza possono risultare decisivi anche nelle sfide più impervie e apparantemente insormontabili. La sua storia è un potente messaggio di quanto sia preziosa la vita e di come sia imperativo affrontarla con risoluta volontà e incrollabile speranza. Oggi Nicholas ha 28 anni e ha deciso di condividere la sua storia per ispirare e guidare chi si trova ad affrontare lo stesso difficile e doloroso percorso. In un’epoca in cui il termine “eroe” è spesso abusato, il suo esempio dimostra che i veri eroi sono coloro che hanno un impatto positivo e concreto sulla società. Proprio per il suo operato, Nicholas costituisce un modello di ispirazione per le generazioni future.
Il Cittadino Canadese, poi, gli sta particolarmente a cuore, perché Nicholas ci tiene a raccontare il suo travagliato percorso nella lingua dei nonni materni: Domenica Borsellino, di Cattolica Eraclea, e Vincenzo Cacciatore, di Alessandria Della Rocca. Mamma di origini siciliana, Josie, e papà greco, cresciuto a Dollard-Des Ormeaux, a ovest dell’isola di Montréal, Nicholas ha sempre amato lo sport. Oggi pratica il pugilato, ma è appassionato anche di calcio, è tifoso della Juventus, così come di golf, F1 e hochey.

Proprio sul ghiaccio, a 15 anni, dopo essere stato colpito violentemente dal disco, si è sottoposto ad una risonanza magnetica. L’esito è stato drammatico: tumore al cervello. A operarlo, qualche mese dopo, è stato il Dott. Kevin Petrecca del Montreal Neurological Hospital. La cosa più sconvolgente è che Nicholas non ha mai avvertito alcun sintomo: “I medici – ci ha raccontato per telefono – non sono mai riusciti a chiarire se il tumore fosse presente sin dalla nascita, crescendo inosservato fino a quando non è diventato evidente”. Dopo il primo intervento, Nicholas si è sottoposto a controlli regolari: “Se una cellula compressa non è stata estratta, può contagiare le altre e il tumore può tornare”. Per otto anni gli esami sono stati negativi. Poi, un fulmine a ciel sereno: “Il dottor Petrecca mi chiama per comunicarmi che il tumore è tornato”. Nel 2022 Nicholas ha affrontato un secondo intervento, che si è rivelato particolarmente faticoso: “Mi sono risvegliato solo tre giorni dopo e sono rimasto intubato per un lungo periodo. Purtroppo, la sonda inserita nella trachea, per aiutarmi nella respirazione, ha compromesso le mie corde vocali, e ci sono voluti quasi tre mesi prima che riuscissi a parlare di nuovo normalmente”.
La seconda convalescenza è stata estremamente lunga e complessa e, nei momenti più bui, Nicholas si è ispirato ai suoi idoli preferiti, sia reali che cinematografici: “Ho pensato ai gladiatori dell’Impero Romano, che nel Colosseo lottavano con coraggio e onore per sopravvivere; a Rocky Marciano, uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, che ha raggiunto il successo grazie ad una ferrea disciplina; e a Rocky Balboa, di cui ho visto e rivisto tutti i film nel periodo post-operatorio e che mi ha insegnato quanto sia importante resistere ai colpi e a rialzarsi, senza mai perdere la speranza di vincere”.

Alla fine Nicholas ce l’ha fatta e, nel 2024, è riuscito ad ottenere il Master in Supply Chain Management presso l’Università Concordia dopo che, nel 2020, si era laureato in Major Operations Management, Minor International Business all’Università di Atene. “Non l’ho fatto tanto per il titolo in sé, quanto per dimostrare alla mia famiglia e ai miei amici che, indipendentemente da ciò che la vita può riservarci, non bisogna mai smettere di lottare, di credere in se stessi e di andare avanti, senza mai cedere di un millimetro; ed evitando che la negatività ci sopraffaccia”.
Una fiducia alimentata anche dalla vicinanza di familiari e amici: “Ce ne sono di due tipi: quelli coinvolti emotivamente che si informano ogni giorno e vogliono sapere come ti senti, cosa hanno detto i medici e quand’è il prossimo appuntamento. E quelli che, sopraffatti dalla paura, scelgono un approccio più discreto e cercano di distrarti invitandoti a fare una passeggiata, a giocare a golf, o a prendere un caffè per parlare di argomenti leggeri. Sono due approcci diversi, ma altrettando preziosi, per stare accanto a chi soffre”.
Ma Nicholas ha già sofferto abbastanza e ora è concentrato solo sul futuro: “Quando si vive un’esperienza come la mia, l’unico pensiero è fare qualcosa, rendermi utile per aiutare chi dovrà affrontare la mia stessa battaglia. Proprio perché ci sono passato, voglio ricambiare l’aiuto ricevuto dai medici e dagli infermieri. In questo momento sto organizzando una raccolta fondi, che dovrebbe tenersi tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, per contribuire all’acquisto di nuove attrezzature, o semplicemente per sostenere la ricerca. Inoltre sto scrivendo un libro, dove racconto le emozioni vissute e come ho affrontato ogni singolo momento. Quando ho subito la mia prima operazione, non sapevo a chi rivolgermi. Una solitudine difficile da spiegare. L’augurio è che chi vivrà la mia stessa battaglia non si senta piú solo e capisca che quello che prova è normale. Infine, sto pensando di lanciare una fondazione che metta a disposizione una struttura dedicata a chi ha subito un intervento per un tumore al cervello: una clinica con tutte le risorse necessarie alla convalescenza, come fisioterapisti, psichiatri e infermieri. So bene quanto possa essere difficile il percorso di guarigione e, se riuscirò a migliorarlo anche solo dell’1% per chi si troverà nella mia stessa situazione, sentirò di aver fatto la differenza’’.
L’ultimo pensiero va ai nonni: “Desidero sottolineare quanto sia stato speciale condividere questo traguardo con mia nonna Domenica e i miei nonni Vincenzo e Nicholas. Vederli così orgogliosi di me, durante la consegna del Master, è stato un momento che ha toccato profondamente il mio cuore. Il loro amore e il loro sostegno incondizionato sono stati per me una fonte di forza inesauribile’’.
E tu, caro Nicholas, ci hai dato la forza di aprire gli occhi e di capire il significato profondo e autentico della vita.