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Nato, l’Italia rafforza il fianco est: schierati più di 3mila uomini e 1.100 mezzi

(Adnkronos) – L’Italia impegnata per rafforzare il fianco orientale della Nato con un contingente massimo autorizzato di più di 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terrestri, 1 unità navale e più di 20 assetti aerei. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, delinea il quadro dell’impegno militare dell’Italia nell’ambito Nato, con particolare attenzione al ‘fianco est’ dell’Alleanza. 

“Nel dominio terrestre, va evidenziato l’impegno nell’area baltica per il potenziamento di una presenza ‘avanzata’ – operazione enhanced Forward Presence–Forward Land Forces con un contingente di circa 290 militari a supporto di un’unità multinazionale di livello reggimento-Battlegroup a guida canadese schierato in Lettonia. Si consolida inoltre il significativo supporto dei contingenti nazionali alle attività della Nato nell’area est, già avviati nel corso del 2022”, ha spiegato il generale nel corso dell’audizione in Senato sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. 

“In particolare, nell’ambito delle attività di vigilanza rafforzata – enhanced Vigilance Activities–Forward Land Forces Nato – spiega il comandante del Covi – abbiamo assunto, dall’ottobre 2022, il ruolo di nazione guida – framework nation – del Battle Group multinazionale in Bulgaria di livello reggimento, per il quale, in linea con i nostri alleati, è in corso l’elevazione al rango ordinativo di Brigata, con la futura immissione di ulteriori componenti specializzate dell’Esercito e, dove fattibile in termini di infrastrutture messe a disposizione dalla Host Nation, della componente ad ala rotante; proprio ieri abbiamo formalmente concluso l’impegno del nostro sistema di difesa anti-aerea e anti-missilistica SAMP-T in Slovacchia. Proseguiamo efficacemente il contributo al BattleGroup in Ungheria, con un contingente di circa 250 militari inquadrati in un’unità multinazionale a livello reggimento a guida ungherese”. 

“Nel dominio marittimo continua la partecipazione al dispositivo di sorveglianza navale e di raccolta dati nell’area di responsabilità dell’Alleanza. Per quanto riguarda il dominio aereo – ancora Figliuolo – i nostri assetti partecipano al rafforzamento del dispositivo di sorveglianza dello spazio aereo dell’alleanza e di raccolta dati nell’ambito delle attività tese a porre in essere apposite misure di rassicurazione – Assurance Measures, nonché al potenziamento delle attività di Sorveglianza e Controllo dello Spazio aereo – Air Policing ed Air Shielding. L’impegno massimo nazionale prevede fino a 300 militari e 12 aerei, con schieramenti a rotazione tra la Polonia, la Lituania e la Romania. Siamo ora schierati in Polonia presso l’aeroporto di Malbork, a pochi chilometri dall’enclave russa di Kaliningrad, con un contingente di circa 220 militari, 4 Eurofighter e un velivolo per la ricerca informativa. Da inizio anno sono stati effettuati 8 decolli immediati reali, c.d. Alfa – Scramble, per monitorare le attività degli aerei russi al confine dello spazio aereo dell’Alleanza”. Per dimensionare il nostro contributo complessivo a supporto delle attività dell’Alleanza sul fianco-est, l’Italia schiera un contingente massimo autorizzato di più di 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terrestri, 1 unità navale e più di 20 assetti aerei”. 

“La Difesa per il 2024 partecipa, o è pronta a fornire il proprio contributo, a 41 missioni e operazioni internazionali, articolate su 36 schede missioni (22 per attività sotto l’egida di Organizzazioni internazionali – 5 Onu, 9 Nato, 8 Ue – e 14 iniziative condotte su base bilaterale o all’interno di specifiche coalizioni multinazionali). Saranno impiegate, in media, circa 7.800 unità, con un contingente massimo autorizzato di 12.000 unità. In particolare, in aggiunta alle missioni che proseguono dal 2023, sono 2 le missioni di nuovo avvio recentemente approvate dal Parlamento”, ha detto ancora sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. 

Il riferimento è “all’Operazione Levante, che attraverso un rafforzamento della presenza nel Mediterraneo Orientale prevede l’impiego di un dispositivo militare per interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, nonché il supporto ad eventuali operazioni di evacuazione di connazionali; all’Operazione difensiva dell’Unione Europea “Eunavfor operazione Aspides” che mira principalmente a proteggere la libera navigazione nello Stretto di Bab El Mandeb, nel Mar Rosso e nel versante occidentale del Golfo di Aden”. 

 

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