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Migranti, Meloni vs giudici: “Non c’è complotto ma menefreghismo di volontà popolare”

(Adnkronos) –
Il protocollo sui migranti tra Roma e Tirana “funzionerà e non consentirò che venga smontato”; la sentenza del Tribunale di Roma che ha bloccato il trattenimento dei migranti in Albania è “irragionevole” e “dettata da un approccio di visione molto diverso” da quello dell’esecutivo; e sulle nomine al Maxxi, al centro delle anticipazioni della puntata di Report che hanno portato alle dimissioni del neo-capo di gabinetto del ministro della Cultura Giuli, Francesco Spano, “bisogna chiedere conto alla gestione di Giovanna Melandri”. 

Il quotidiano ‘Il Tempo’ spegne 80 candeline e Giorgia Meloni è l’ospite d’eccezione della festa, tra i dipinti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Intervistata dal direttore del giornale Tommaso Cerno – che la omaggerà, alla fine del suo intervento, con un sampietrino simbolo della Capitale – la presidente del Consiglio tocca tutti i principali argomenti dell’attualità politica. Dal Medio Oriente alla manovra economica, passando appunto per il caso Spano.  

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ieri si è recato a Palazzo Chigi per conferire con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Meloni spiega però di non aver incontrato il titolare del Mic nelle ore calde che hanno seguito l’addio del suo capo di gabinetto. “Non mi sono occupata della vicenda – afferma l’inquilina di Palazzo Chigi -. Apprendo dalle agenzie che ci sarebbe un presunto conflitto di interessi tra l’attuale dimissionario capo di gabinetto” del ministro Giuli “e un’altra persona” che “risale ai tempi della gestione Melandri del Maxxi. Queste nomine non sono state fatte da Giuli”, dunque “si deve chiedere conto a chi c’era allora” ovvero all’ex presidente del Maxxi, rimarca ancora Meloni, che riferendosi all’inchiesta di Report domanda: “Perché esce adesso?”.
 

 

Meloni difende a spada tratta il protocollo Italia-Albania sui migranti, messo in discussione da una sentenza del Tribunale di Roma: “Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli”, ma “il protocollo Italia-Albania funzionerà”. E aggiunge: “Non consentirò che un modello che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo, venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo su questa lettura e su come deve essere gestita l’immigrazione. Sono determinata ad andare avanti”.  

 

In merito alla mail del magistrato Marco Patarnello diffusa da Il Tempo e rilanciata dalla stessa Meloni sui social, la leader di Fdi osserva: “Non ho mai parlato di complotti, non credo ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare ma da parte di alcuni” vedo “un certo menefreghismo della volontà popolare” della serie “se il popolo non vota e non capisce come deve votare, allora vanno corrette le scelte del popolo”. Nella mail il giudice Patarnello “dice che non agisco per interesse personale ma per volontà politica. E dice che questo è un problema, ma io lo so. Una politica forte, che non ha scheletri nell’armadio, che non ha una seconda agenda e non è condizionabile è un problema per molti, per tutti coloro che sulla debolezza della politica hanno costruito imperi” insiste Meloni. 

 

Non poteva poi mancare un passaggio sulla legge di bilancio. “Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani, prevalentemente seconde case” ha detto la presidente del Consiglio, rispondendo alle critiche del leader M5S Giuseppe Conte sugli aumenti delle pensioni minime. “Con quelle risorse avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20mila euro per ciascun pensionato minimo”.  

La manovra del governo, ha assicurato la presidente del Consiglio, “non aumenta le tasse” e mantiene “i conti in ordine”. La sfida per il prossimo anno sarà “avere più soldi” in modo da intervenire con un taglio delle tasse per il “ceto medio”, ha poi aggiunto Meloni.  

 

In vista delle regionali in Liguria la premier si è detta “ottimista”, senza esporsi ulteriormente “per un fatto scaramantico”. Meloni ha ringraziato il candidato del centrodestra Marco Bucci “per aver accettato la candidatura nonostante la sua malattia”. Infine, un bilancio sui primi due anni al governo: “Se tornassi indietro cosa non farei? Forse non mi ricandiderei…” scherza la premier. 

“Il mio bilancio personale è che sono in pace con la mia coscienza, che è una ragazza molto aggressiva, pesante. Non avrei potuto lavorare di più e metterci più entusiasmo, passione e sacrificio”. 

Molti gli esponenti della politica, dell’economia e del giornalismo presenti alla festa de Il Tempo. Oltre al presidente del Senato Ignazio La Russa (“lasciatemi un posto laterale… devo scappare per vedere l’Inter” ha scherzato la seconda carica dello Stato) non hanno voluto mancare alla kermesse i ministri Luca Ciriani, Francesco Lollobrigida ed Eugenia Roccella. Tra i presenti anche i forzisti Maurizio Gasparri e Licia Ronzulli, Francesco Bonifazi di Italia Viva, il presidente di Coni e Servizi Marco Mezzaroma e quello del Cnel Renato Brunetta. A fare gli onori di casa l’editore de Il Tempo Antonio Angelucci e suo figlio Giampaolo. Breve saluto finale anche da parte di Gianni Letta, che del Tempo è stato uno degli storici direttori. 

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