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Migranti, Meloni: “Trasferirli in Ruanda? Alleggerire pressione aiuta”

(Adnkronos) – Il Ruanda e il contestato piano previsto dal governo di Sunak? “Non è una iniziativa che stiamo prevedendo noi. Però sicuramente anche nei Paesi africani o in atri Paesi, se si trovano soluzioni per evitare che la congestione avvenga tutta negli stessi luoghi… questo aiuta. Il fatto che sia un Pese terzo non vuol dire, più soluzioni si trovano per alleggerire la pressione e meglio è”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo ai cronisti a margine dell’appuntamento all’ambasciata italiana a Londra. C’è il rischio di spaccare la Ue sulle politiche migratorie? “No, al contrario. Quello che Sunak sta cercando di fare è collaborare con la Ue e con l’Italia, ma l’ha fatto anche con la Francia di Macron, con cui hanno fatto un partenariato. Non è un tentativo di dividere l’Europa è un tentativo di collaborare”.  

La Gran Bretagna “è disponibile a collaborare con Frontex, per esempio. Perché come sempre se non si difendono le frontiere esterne e non si lavora sulla dimensione esterna hai voglia a cercare di risolvere il problema internamente tra le singole nazioni. Chi arriva in Italia poi va in Francia, in Germania, in alcuni casi, per il tramite della Manica, arriva in Gran Bretagna”. 

A chi le domanda se non vengano violati i diritti umani, richiamando gli interventi in tal senso della Corte europea dei diritti umani, “non so quali siano i principi che vengono violati – replica la premier -. Questo racconto per cui in Ruanda come in qualsiasi nazione africana è una nazione impresentabile, quello sì che è razzismo. Non è una questione di deportazione, di fronte all’immigrazione illegale non stai deportando nessuno. Quando queste persone arrivano – ricorda Meloni – tu processi le loro richieste, c’è un tempo nel quale quella richiesta va processata per capire se c’è il diritto ad avere la protezione internazionale o no. Nel qual caso, per tutte le Corti del mondo, se non hai diritto alla copertura devi tornare a casa. Dove queste richieste vengano processate – e la stessa Ue prevede dei centri dove trattenere queste persone durante la richiesta – dove questo accade, è assolutamente secondario. Il punto che dobbiamo considerare è che la materia diventa molto più difficile da gestire se tu pensi di poter concentrare la pressione solo su alcune nazioni”. 

In caso di disastro economico in Tunisia, dato che “si dice che ci siano centinaia di persone intenzionate a partire, che si fa? – domanda Meloni – È necessario investire in Africa con risorse efficaci, è l’unico modo” per evitare un massiccio afflusso migratorio. “Cerchiamo di affrontare le questioni con pragmatismo e non con approcci ideologici”. 

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