Lampi e tuoni sul Molise domenica 25 settembre, giorno delle elezioni. Me ne ero quasi dimenticato come il 36% degli italiani che alle urne non ci è andato davvero.
Avevo la testa altrove perché, come molti, ho seguito questa campagna elettorale distrattamente. Infatti, domenica scorsa, quarta settimana di settembre, a Casacalenda, paese non molto lontano dal mio, si festeggia la Madonna della Difesa e sono numerosi i pellegrini dei paesi vicini che vi si recano per devozione, ma anche per comprare il sedano, i peperoni da fare essiccare e mangiare d’inverno, la “scopecia’’ (razza condita con zafferano e aceto) e le prime castagne. Ma sono andato anche a votare.
Come vi avevo accennato nei precedenti appuntamenti, questa volta il risultato era scontato. L’astensionismo si spiega con l’attuale legge elettorale, il famoso Rosatellum, che è una commistione tra l’uninominale e il proporzionale, tanto caro ai politici italiani. Uno va a votare, ma poi i partiti, che scelgono i loro uomini, fanno quello che vogliono e il tuo voto non vale niente. Serve soltanto per farli eleggere. In Molise siamo stati quasi costretti a votare per il presidente della Lazio Lotito, che in precedenza non aveva mai messo piede in questa regione, e un vecchio marpione della politica italiana come Lorenzo Cesa.
A parte la vittoria scontata del centrodestra, si è salvato ancora una volta Silvio Berlusconi e ha sorpreso il M5S a trazione Conte. Male il PD di Letta e, soprattutto, la Lega dell’arrogante Salvini. I due, tra poco, dovranno fare i conti con gli scontenti dei loro partiti.
Non hanno fatto il botto nemmeno coloro che sognavano di diventare l’ago della bilancia come Renzi-Calenda, Di Maio, De Magistris e Paragone.
Alle 23 di domenica scorsa, all’annuncio dei primi exit polls, i giochi erano fatti. Molti sono andati a letto, altri hanno atteso invano qualche sorpresa. Il centrodestra ha vinto queste elezioni e Giorgia Meloni dovrebbe essere la prima donna Presidente del Consiglio.
Lunedì gli italiani si sono risvegliati ed hanno accolto la notizia quasi con indifferenza. Hanno altre gatte da pelare, ma il nuovo governo, che si insedierà a novembre, dovrà dare prove di essere migliore di quello precedente. I problemi da risolvere sono tanti e ci vuole bravura, ma soprattutto tanto coraggio. Dai primi titoli dei giorni si parla sempre di riforme. Speriamo che sia la volta buona.
Mi consolo con il calcio
Meno male che c’è la Nations League, che ci offre la possibilità di vedere all’opera molte nazionali. La nostra, dopo la delusione delle qualificazioni ai Mondiali, ha iniziato un nuovo corso e contro ogni pronostico è riuscita a battere l’Inghilterra al suo debutto. Vittoria sorprendente che lascia ben sperare. Ma i giovani calciatori italiani sono pochi e giocano poco. Finalmente i dirigenti se ne sono accorti e stanno studiando qualche misura per favorire lo sviluppo di giovani talenti italiani. Per quanto riguarda il campionato, poco da dire. A meno di un miracolo, Juve e Inter sono in difficoltà e il Napoli ha iniziato bene, ma fare un pronostico è difficile. Intanto nazionale e campionato italiano sono sempre seguiti con entusiasmo e passione dai tifosi e dagli sportivi italiani anche se, spesso, si seguono con interesse anche i campionati inglese e spagnolo. E meno male, come dicono i numerosi ammiratori di Berlusconi, che il calcio c’è.