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Memorie di viaggi di Paolo Ruiz: Alaska

L’Alaska è lo stato più grande degli USA ed ha una popolazione di 736,000 abitanti. Fu acquistata dalla Russia nel 1867 per 7.2 milioni $. Possiede una grande ricchezza di minerali, gas, petrolio (ricordiamo il versamento di 11 milioni di galloni nel 1989 dalla Exxon Valdez). La capitale è Juneau, ma la città più importante è Anchorage. Il clima è mite sulla costa, subartico all’interno, con temperature che vanno da -50°C a +35°C a Fairbanks, la città più a nord.

Trascrivo alcune “impressioni poetiche” provate durante il mio viaggio.

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La promessa di enormi ricchezze e la certezza di notti d’inverno, lunghe e fredde, hanno fatto tremare di attesa e di paura i cercatori d’oro. Sono arrivati i cacciatori e hanno violato con i loro passi la tua neve vergine; hanno tessuto ragnatele di fili ingannevoli tra le tue montagne, dove l’orso è re e i ghiacciai, scorrendo come fiumi, sbriciolano lentamente le rocce e fanno sabbia. Inascoltate voci di tamburi lontani echeggiano ancora nelle valli.

Sono venuti mercanti con le loro ceste pesanti di perle, raccolte nei mari del Sud, tessuti di seta dalla Cina e dall’India, tappeti orientali, pietre preziose e dolore; e tu, come sposa, li hai accettati e li custodisci gelosamente nel tuo scrigno.

Minatori hanno scavato con le mani miniere ghiacciate, setacciato il greto dei fiumi, e i venti hanno trovato rifugio in caverne di ghiaccio che nascondono meraviglie ancora inesplorate.

Nel mio peregrinare, cercando il tuo oro, ho visto il sangue e il sudore dei pionieri sui sentieri scavati nelle foreste di pini. Accogliendoti nella mia esistenza, mi sono sentito collina, campo di umili salici, un pino che nutri, una valle tra le montagne, acqua di ruscello, una nuvola sopra il Mc Kinley. Nel diventare vento e volo maestoso d’aquila, ho lasciato i miei desideri e i miei perché. Mi hai rubato le notti più nere e mi hai dato un giorno illuminato da un sole che non poteva tramontare. Ma ho avuto paura del sonno del tuo inverno, di notti senza fine, del silenzio del Nord.

Mi sono perso nel mare lungo la tua costa, tra i salmoni nella loro ascesa disperata. E come un minatore ho scavato ed ho visto la sorgente dell’oro. Come un cacciatore ho rincorso la preda e ho trovato lo scrigno segreto. Come un mercante ho comprato la tua preziosa luce. Mi hai offerto la pace e io ti ho lasciato il cuore. Adesso, menestrello e giullare, canto le mie canzoni alla tua bellezza perché anche gli altri ti conoscano.

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