(Adnkronos) – Roma “città dell’annuncio di pace” in occasione del Giubileo: è l’auspicio di Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per la nuova Evangelizzazione, intervenuto al Forum Adnkronos al Palazzo dell’Informazione (FOTOGALLERY). “Sabato sono passato davanti all’ulivo che fu piantato insieme da Papa Francesco, Abu Mazen e Shimon Peres. Passandoci davanti – ha aggiunto – ho pensato: quell’alberello è diventato un albero, ma ci ritroviamo in una situazione che oggi contraddice completamente quel gesto che era così simbolico. Io potrei augurarmi che Roma diventi la città dell’annuncio di pace, sarebbe un segno di speranza molto significativo. La diplomazia della Santa Sede è sempre molto disponibile”.
Il Papa in occasione del Giubileo farà dei gesti concreti verso i detenuti, ha spiegato quindi mons. Fisichella, a capo della macchina organizzativa del Giubileo. “Sono sicuro, data la sensibilità del Papa nei confronti dei detenuti, che ci saranno nei loro confronti atti concreti che il Pontefice desidera esprimere. Sono dei segni. Il mondo oggi ha più che mai bisogno di speranza”. Fisichella ha inoltre annunciato che al termine dell’Anno Santo 2025 ci sarà anche un atto concreto di carità verso la Siria dove da tredici anni imperversa una guerra dimenticata.
Per quanto riguarda Piazza Pia, “ci dovrebbero essere due cosiddette fontane” all’inizio di via della Conciliazione. “Dico cosiddette perché la mia idea della fontana è un’altra cosa. La piazza sarà molto grande, circa 7mila mq. La cosa importante è questa piazza rispetti l’antichità di Castel Sant’Angelo e il barocco di piazza San Pietro con il colonnato del Bernini”, ha continuato il monsignore.
”Sarà una piazza unica al mondo perché ha una prospettiva unica. Mi auguro che non sia una piazza che artisticamente crei una discontinuità con l’antichità di Roma data da Castel Sant’Angelo e il barocco di piazza San Pietro. In giro per il mondo ci sono tanti esempi dove gli architetti tendono a creare discontinuità, penso alla piramide a Parigi. Mi auguro che la nuova piazza rispetti le due prospettive esistenti”, afferma.
La partecipazione di Papa Francesco al G7 – la prima volta per un Pontefice – alla sessione dedicata all’Intelligenza Artificiale, sarà “una ‘provocazione’ per spingere i governi a comprendere innanzi tutto che c’è questa problematica che toccherà sempre di più la vita delle persone e che ha bisogno di regole”, ha spiegato il monsignore. “In gioco -spiega Fisichella- c’è per me la concezione stessa dell’uomo. L’intelligenza artificiale fa parte di un contesto più ampio, che è quello della cultura digitale e cibernetica. Qual è la visione dell’uomo che c’è dentro questa cultura? E che tipo di uomo verrà all’interno di questa cultura? E’ una questione economica, non dimentichiamo che tutto quello che c’è ed è utilizzato dall’intelligenza artificiale è quotato in Borsa, ma che ha dei riflessi nella vita sociale e personale. Ecco perché la presenza del Papa sarà una provocazione a mettere di nuovo al centro la dignità della persona”.
“Mi fa una pessima impressione” sentire che i disabili devono stare in classi separate. ”Mi auguro addirittura che non sia stato detto. Sarò molto netto. Penso che oggi nessuno possa permettersi di esprimersi così, sono un’offesa nei confronti di milioni di persone disabili, delle loro famiglie e di tanti volontari che li assistono”, il commento di Fisichella.
“Quando ero bambino i disabili venivano nascosti in casa perché una famiglia si vergognava di avere una persona disabile. Abbiamo compiuto un cammino di inserimento, di promozione che tocca la dignità di ogni persona”, ha sottolineato.
“Un’economia senza etica conduce inevitabilmente alla violenza: non solo la violenza delle morti sul lavoro, ma la violenza alla dignità stessa del lavoratore”, ha detto ancora il pro-prefetto del dicastero della nuova evangelizzazione parlando di lavoro alla vigilia del 1 maggio.
“Nell’economia manca la presenza dell’etica – ha aggiunto – Un’economia che non rispetta le qualità specifiche professionali del lavoratore, che non rispetta il cliente, che dà più valore alla macchina che all’uomo… Il problema è della dignità della persona, un’economia che mira solo ed esclusivamente al guadagno si pone già da se stessa fuori da ogni veicolo di socialità, va a stridere con il criterio stesso di società”.