(Adnkronos) –
L’Iran respinge gli appelli per una de-escalation delle tensioni in Medio Oriente. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, citato dall’Irna, afferma che le richieste di moderazione nei confronti di Israele da parte di Usa, Francia, Germania e Regno Unito “mancano di logica politica e sono completamente contrari ai principi e alle regole del diritto internazionale”.
Secondo il ministero degli Esteri, “senza alcuna obiezione ai crimini del regime sionista, la dichiarazione degli Eu3 chiede in maniera impudente all’Iran di non rispondere alla violazione della sua sovranità e integrità territoriale”.
Intanto, secondo quanto scrive su X Barak Ravid, giornalista di Axios, il segretario di Stato americano Antony Blinken avrebbe oggi in programma un viaggio in Qatar, Egitto e Israele.
Israele ha fatto arrivare nei giorni scorsi agli Stati Uniti e a diversi paesi europei il messaggio che qualunque attacco dell’Iran avrà come risposta un attacco israeliano in territorio iraniano. A riportarlo è oggi la Radio dell’esercito israeliano, precisando che secondo fonti non identificate Israele avrebbe chiarito di essere pronto ad attaccare l’Iran anche se un eventuale attacco di Teheran non dovesse causare feriti o vittime tra la popolazione israeliana.
La Turchia “sembra più fiduciosa di quanto lo siamo noi che non ci sarà un’escalation” tra Iran e Israele. E’ quanto ha detto l’ambasciatore americano ad Ankara, Jeff Flake, in un incontro con i giornalisti in occasione della fine del suo mandato. “Chiediamo a tutti i nostri alleati che hanno rapporti con l’Iran, compresa la Turchia, di insistere su do loro perché non ci sia un’escalation”, ha affermato l’ambasciatore, secondo cui Ankara “sta facendo il possibile per assicurarsi che la situazione non degeneri”.
Le dichiarazioni dell’ambasciatore sono arrivate nelle stesse ore in cui il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri turco Hakan Fiden, con cui, secondo quanto si legge in una nota, ha discusso “dell’importanza che Hamas torni al tavolo dei negoziati il 15 agosto” per finalizzare l’accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.