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Medici non vaccinati sospesi, quanti tornano a lavoro? I numeri sul reintegro

(Adnkronos) – In Italia “oggi sono 3.500 i medici non vaccinati. Di questi, coloro che non sono in età pensionabile – quindi operativi sotto i 68 anni d’età – sono 1.878, e potrebbero dunque essere collocati nelle strutture sanitarie. In buona parte però, dalla nostra percezione, si tratta di professionisti. Questo vuol dire che circa mille torneranno negli ospedali, stiamo parlando di numeri bassissimi”. Lo spiega all’Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, fornendo i dati aggiornati sul reintegro degli iscritti sospesi che, scaduto l’obbligo vaccinale, potranno tornare a lavoro.  

Il numero di chi non si è immunizzato, insomma, “è irrilevante: 3.500 su 468mila, meno dell’1%. E’ evidente che la stragrande maggioranza dei medici ha ritenuto che il vaccino fosse un presidio fondamentale per esercitare la professione”, aggiunge Anelli. I professionisti reintegrati, insomma, sono “pochissimi a fronte di una carenza che sfiora i 20mila medici”, dice Anelli ricordando che i medici che ora tornano a lavorare dopo la sospensione, in ogni caso, “saranno collocati in situazioni in cui non possano rappresentare rischi per i pazienti, non andranno certamente in quei reparti dove c’è un livello alto di fragilità”.  

Nel dettaglio i dati aggiornati Fnomceo indicano che “al 31 ottobre erano 4.004 i medici e odontoiatri sospesi, vale a dire lo 0,85% dei 473.592 iscritti. Di questi, 3.543 i medici, 461 gli odontoiatri e 325 i doppi iscritti che, per la stragrande maggioranza, esercitano come odontoiatri”. 

Considerando l’età dei sospesi, poco meno della metà, e precisamente il 47% dei 3.543 medici, vale a dire 1.665, hanno più di 68 anni e sono per questo fuori dal Servizio sanitario nazionale. “Dei rimanenti 1.878, la percezione” di Anelli “è che la maggior parte siano liberi professionisti, ma non abbiamo, su questo, dati certi. Quello che possiamo dire è che gli Ordini si sono prontamente adeguati alle nuove disposizioni”.  

“Ringraziamo quindi tutti i presidenti e il personale – conclude – per il lavoro che hanno svolto in questi mesi e che ancora stanno svolgendo per ottemperare alla legge”. 

 

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