(Adnkronos) – “Con la terapia a tempo i pazienti con Leucemia linfatica cronica finalmente guardano al loro futuro. Venetoclax è un trattamento target orale caratterizzato da tossicità molto modesta rispetto a quella che noi avevamo con un approccio chemio-immunoterapico. Un approccio ‘a termine’ non solo permette al paziente di sospendere la terapia ma lo proietta ad avere una vita assolutamente normale, non gravata dalla tossicità, e di avere un periodo prolungato di tempo libero da qualsiasi trattamento. Una rivoluzione che ha migliorato enormemente quella che è la possibilità di nostri pazienti, giovani e anziani, di poter avere dei progetti, di guardare al loro futuro”. Così all’Adnkronos Salute Francesca Romana Mauro, specialista in ematologia e professore presso l’università di Roma La Sapienza, in occasione del convegno “Leucemia linfatica cronica: tempo di vivere – La prospettiva nel paziente giovane e nel paziente anziano”, oggi a Roma, a Palazzo Ferrajoli, con i rappresentanti dell’ematologia italiana e dei pazienti.
L’approccio chemio-immunoterapico “che avevamo in passato – sottolinea Mauro – portava il paziente ad avere degli effetti collaterali importanti, soprattutto in termini di infezioni che abbiamo visto più frequentemente nel paziente anziano, più fragile dal punto di vista immunitario. Invece, con il farmaco Venetoclax l’impatto delle infezioni è più modesto. Inoltre, i pazienti – anziani o giovani non fa differenza – per effetto della chemio-immunoterapia potevano soffrire di citopenia (anemia, riduzione delle piastrine, neutropenia) quindi avevano la necessità di supporto trasfusionale. Tutti questi effetti collaterali sono molto ridimensionati con un approccio terapeutico più specifico, mirato a quelli che sono i meccanismi che sono la causa della proliferazione delle cellule leucemiche e della loro più prolungata sopravvivenza”.