VOTO 2018 | La CAQ punta su di lui nel colleggio di Mille-Îles
Sono passati tanti anni, ma l’entusiasmo è quello di un militante agli inizi. Aveva lasciato, disilluso e arrabbiato, dopo che un alto funzionario di Ottawa gli aveva ‘spiegato’ che attraversare i corridoi del Palazzo era solo un privilegio da difendere: inutile dannarsi per risolvere i problemi dei cittadini. A fargli cambiare idea è stato François Legault: è merito suo se Mauro Barone è tornato a credere nella politica, decidendo di scendere in campo per difendere i colori della CAQ. Il 15 agosto scorso, nel corso di una conferenza stampa ad hoc, Legault – già in campagna elettorale in vista del voto provinciale del 2018 – ha lanciato la candidatura di Mauro Barone nella circoscrizione di Mille-Îles, a Laval.
Classe 1969, fresco di matrimonio con Natalie, laureato in Scienze Politiche e in Studi Classici, con un Master in Amministrazione Pubblica europea, di origini molisane (papà di Cantalupo e mamma di Castelpetroso), oggi Mauro Barone è consulente strategico per un’azienda farmaceutica canadese in materia di relazioni governative e affari pubblici.
“Ho provato a rientrare in politica in un paio di occasioni – ci ha raccontato per telefono – ma forse non ero abbastanza convinto. E poi, col passare del tempo, ho capito di non trovarmi più a mio agio nel Partito Liberale, sia a livello provinciale che federale. Basta sfogliare i giornali degli ultimi 10 anni. Alla CAQ ho rivisto tanti ex Liberali delusi. Non sono un politico, ma quello che sta succedendo in Québec col PLQ è imbarazzante, in primis con gli scandali della Commissione Charboneau. Sempre più gente comincia a farsi delle domande”.
Mauro non ha peli sulla lingua : “Dal 1996 al 2001 ho lavorato a Ottawa presso gli uffici del governo liberale. Ero giovane e mi battevo per aiutare la gente. Un giorno un alto funzionario mi ha detto, con un sorrisetto ironico: non siamo qui per risolvere i problemi dei cittadini, ma per guadagnare tempo. Avevo 34 anni e mi è caduto il mondo addosso: non riuscivo più a guardarmi allo specchio. Non volevo più andare in ufficio per rubare lo stipendio ai canadesi. Ho lasciato tutto e ho smesso di credere nella politica. Per tanti anni non sono nemmeno andato a votare, tanto non sarebbe cambiato nulla”.
A risvegliare la passione giovanile per la politica è stato Legault. “Sono 2 anni che lavoro per una società farmaceutica e, recandomi più spesso a Ottawa, ho ritrovato vecchi amici e conoscenti. Piano piano mi è tornata la passione. Poi ho incontrato Leagult, che ho sempre stimato, anche quando era separatista. Anzi, non ho mai capito come fosse possibile che una persona tanto in gamba volesse la separazione del Quebec. Legault, che ha fondato Air Transat, non ha bisogno di soldi e quindi è decisamente poco propenso ai compromessi coi poteri forti. Più che la CAQ, di cui fino a pochi giorni fa sapevo poco, ho cominciato a seguire con interesse crescente Legault, mi riconosco perfettamente nelle sue parole”.
La scelta del collegio è caduta su Laval. “Ho casa a Sainte Julie e a Saint Sauver, ma il partito ha deciso di assegnarmi il collegio di Mile-Iles, quartiere multietnico dove non mancano gli italiani, con la convinzione di poter battere la liberale Francine Charbonneau, attuale Ministra degli Anziani. Dovessi farcela, non sarà tanto per i voti a favore della CAQ e di Mauro Barone, ma per il voto di protesta contro il Partito liberale. Il PLQ si sta autodistruggendo: non sarà necessario fare una grande campagna negativa per far capire alla gente quello che il PLQ ha fatto negli ultimi anni. Difficile non ricordare che il pareggio di bilancio, di cui mi congratulo, è stato raggiunto attraverso tagli alla sanità che hanno peggiorato i tempi di attesa al Pronto Soccorso: sempre più persone aspettano fino a 24 ore per poi finire comunque in una clinica privata”.
L’unico in grado di rimettere a posto le cose è François Legault: “La CAQ punta molto sull’economia e sulla giustizia sociale: una cosa che non sopporto sono i giovani che si perdono per strada. Con Legault ho visitato un centro di recupero a Laval con una sessantina di ragazzi coinvolti nella coltivazione di prodotti biologici in apposite serre. In questo modo ragazzi sbandati vengono reinseriti gradualmente nella società: ecco un progetto concreto che mi piace! Per me economia e giustizia sociale vanno di pari passo. È per questi ideali che torno in politica, grazie a Legault, che mi ha fatto venire la voglia di tornare a lottare e di rimettermi al servizio dei cittadini”.