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Matthew Giuffrida, il successo del sarcasmo italo-porto-québécois

di Giulia Verticchio

MONTRÉAL – Nato a Montréal, da padre siciliano di Catania e madre portoghese delle Isole Azzorre, cresciuto a Saint-Léonard, il giovane Matthew Giuffrida è diventato famoso con il suo umorismo chiassoso ed estroverso, nei video sui social media. Eppure è un ragazzo molto calmo, i suoi personaggi sono piuttosto diversi dalla sua personalità. “Io dicevo già da bambino che volevo fare l’attore, ma nessuno mi prendeva sul serio.

Allora ho provato a considerare la carriera da avvocato, perché mi piace molto sproloquiare [ride], oppure di studiare finanza… finché mi sono concentrato sull’unica cosa che volevo davvero fare. Mia nonna materna cercava di parlarmi in portoghese oppure in inglese, mia nonna paterna mi parlava in italiano oppure in francese. Una bella insalata! Poi sono cresciuto tra gli italiani, e parlo italiano, ma non portoghese, quindi tra le due radici etnico-culturali ce ne è una più preponderante”. Uno dei personaggi inventati e interpretati da Matthew è Martin, un québécois in giacca e cravatta che si lamenta sempre di tutto, della politica, dei lavori in corso a Montréal, delle contraddizioni nelle misure per la pandemia, e lo fa animatamente, è sempre molto arrabbiato, strilla, gesticola. Martin commenta temi a volte anche piuttosto seri, ma con sarcasmo, fa riflettere e fa ridere. Dice francamente quello che probabilmente pensano un po’ tutti, al di là del politically correct. Poi c’è Brudder, un italo-canadese di Saint-Léonard con la maglietta bianca e il crocifisso al collo, anche lui un personaggio schietto, senza filtri, con delle convinzioni tutte sue; e poi c’è Sal, più composto e misterioso, un po’ bossy, inspirato al Tony Soprano interpretato da James Gandolfini. “Ho iniziato a fare video su Youtube, Facebook, Instagram e Tik Tok 3 anni e mezzo fa. Il profilo di Facebook adesso ha 56mila follower. Da circa un anno e mezzo ho anche degli sponsor. All’inizio facevo tutto da solo, adesso ho un cameraman e poi io faccio l’editing.

La pandemia ha rallentato un po’ tutti gli affari, ma per certi versi il fatto che stessero tutti a casa a guardare video ha aiutato la mia visibilità. La gente, poi, ha bisogno di leggerezza. Bisogna pensare che potrebbe sempre andare peggio, dobbiamo cercare di restare positivi, non troppo seri, di trovare qualcosa che ci faccia ridere. Dicono che sia la migliore medicina, e io ci credo”.

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