In questa carrellata di geni italiani che hanno contribuito allo sviluppo della nostra società, abbiamo avuto modo di parlare di artisti, scienziati, ingegneri, uomini potenti e uomini umili, sognatori e ideatori di macchine straordinarie; una lista di geni al maschile. Immaginate se la donna avesse avuto la stessa libertà, lo stesso rispetto e lo stesso potere! Adesso il contributo delle donne viene confermato dalla loro presenza in tutte le attività umane; possiamo annoverare tra i geni creatori Maria Montessori, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Grazia Deledda, Alda Merini…
Anna Magnani diceva: “È facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere una Donna ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio.”
Una delle donne più importanti, che ha cambiato radicalmente il metodo di educare i bambini, è senza dubbio Maria Montessori, che scriveva: “Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.”
Maria Montessori nacque a Chiaravalle, in provincia di Ancona, nel 1870 ed è conosciuta in tutto il mondo col soprannome “la Dottoressa”: fu infatti la prima donna a laurearsi in medicina all’Università di Roma, una disciplina riservata esclusivamente agli uomini. Fu per intervento di Papa Leone XIII che le fu accordato il diritto di frequentare la facoltà di medicina. Il Pontefice, più tardi, dichiarò che quella facoltà era ideale per le donne.
Il suo lavoro è stato riconosciuto e ammirato da grandi personaggi quali Sigmund Freud, Jean Piaget, Thomas Edison, Alexander Graham Bell e persino da Benito Mussolini, che cercò di associare il successo del suo metodo col suo regime, da qui il disaccordo con il Duce.
“La Dottoressa” sviluppò il suo metodo di insegnamento attraverso un elaborato studio del omportamento dei bambini durante le lezioni. Il modo convenzionale era basato sulla memorizzazione di frasi e comportamenti da parte dei disabili e dei bambini che avevano un insufficiente sviluppo mentale. Assieme al collega Montesano, da cui ebbe un figlio, creò un metodo rivoluzionario per lo sviluppo di quei bambini che erano emarginati dalla società. La sua teoria si basa sul principio che l’insegnamento deve essere costituito da attività pratiche a contatto con la natura, possibilmente all’aperto, e integrato con esercizi fisici per creare l’interesse e il risveglio dei sensi. Tutto ciò permette al bambino di scoprire autonomamente il mondo che lo circonda in maniera naturale e adatto alla sua età. Quando cominciò la sua attività scolastica, gli ispettori del governo ebbero modo di constatare il progresso ottenuto con i suoi metodi innovativi dopo soli tre mesi, un risultato prima impensabile. Dopo attente osservazioni, la Montessori notò che lo stesso metodo applicato ai bambini normali migliorava l’apprendimento e concluse che imparano meglio quelli che seguono i loro interessi; l’insegnante avrebbe il ruolo di osservatore e guida. Nel 1907 fondò “La casa dei bambini”, una scuola basata sui principi enunciati e il successo la portò ad esportare il suo metodo in tutto il mondo. Per 40 anni si dedicò alla diffusione e alla fondazione di scuole Montessori. Ne aprì in tutta Europa, poi in America, a Washington, e in Nuova Scozia e infine in Russia per l’insegnamento dei figli dello Zar Nicola II, ultimo imperatore. Si recò anche in India dove curò la formazione degli insegnanti.
“Maria Montessori, educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana” è l’esempio della donna-genio capace di cambiare la società e di renderla migliore.
Morì a Noordwijk, in Olanda, nel 1952, lasciando un’eredità di grande importanza nel metodo di insegnamento scolastico.