(Adnkronos) – “L’inchiesta condotta dal IV Comitato ha fatto affiorare singolari e significative circostanze che rendono possibili altre ipotesi sulla morte” di Marco Pantani “anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima”. E’ quanto sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia nella relazione contenente le “Risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani e eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”, approvata sul finire della scorsa legislatura e ora resa pubblica.
“Resta aperto l’interrogativo che da anni la famiglia del corridore pone: è davvero certo che Marco Pantani sia morto per assunzione volontaria o accidentale di dosi letali di cocaina, connessa all’assunzione anche di psicofarmaci?”, si chiede la Commissione.
“Gli elementi emersi dall’istruttoria svolta da questa Commissione parlamentare – si sottolinea nella relazione – consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una ‘mera possibilità astratta che possa essere ipotizzata in letteratura e in articoli di cronaca giornalistica’ e devono indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone, eventualmente le ragioni”.
“DIVERSE SCELTE INQUIRENTI DISCUTIBILI” – “La vicenda di Marco Pantani ha scosso le coscienze di tutti e non soltanto di coloro che ne hanno apprezzato le gesta atletiche nelle salite più impervie, frutto della stessa tenacia con la quale oggi la signora Pantani invoca giustizia per il proprio figliolo. Nell’opinione pubblica, dopo un primo momento di incertezza dovuta, forse, anche ad un’informazione che, nei giorni immediatamente successivi alla squalifica, lo aveva condannato senza possibilità di appello, è stata sempre diffusa la convinzione che qualcosa di anomalo fosse accaduto sia a Madonna di Campiglio che a Rimini nella tragica sera di San Valentino del 2004. Questa Commissione ritiene che i numerosi elementi dubbi che sono emersi nel corso dell’istruttoria siano di tale rilievo da meritare un attento approfondimento: le ipotesi fondate su quegli elementi non possono essere ridotte a mere possibilità astratte oggetto di discussione in servizi televisivi o su articoli stampa” sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia nella relazione.
La Commissione Antimafia guidata da Nicola Morra nella XVIII legislatura ha approfondito il caso anche attraverso il IV Comitato ‘Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme’, coordinato dal senatore Giovanni Endrizzi che ha proposto la relazione finale.
Secondo l’Antimafia “tantomeno si può condividere l’altra affermazione dell’Autorità giudiziaria di Rimini, ovvero che determinate affermazioni siano state indotte dall’intento di ingenerare nell’opinione pubblica l’idea di una condotta non esemplare da parte della polizia giudiziaria intervenuta la sera del decesso del campione – osserva l’Antimafia – In realtà, diverse sono le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili. Innanzitutto, la frettolosa conclusione che la morte di Marco Pantani fosse accidentale o addirittura conseguenza di un suicidio, cui si pervenne anche sul presupposto che egli fosse rimasto isolato per diversi giorni fino a quello della sua morte, con la conseguente esclusione di responsabilità di terzi”.
I FATTI DI MADONNA DI CAMPIGLIO – “La Procura di Rimini ha riaperto le indagini; auspichiamo che anche per quanto riguarda i fatti di Madonna di Campiglio si voglia e si possa andare in fondo, qualunque sia lo scenario che verrà a dipanarsi e chiunque sia coinvolto” sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia.
“Perché la Giustizia sia, come nelle immagini che la rappresentano, una dea bendata capace di assolvere al suo compito, chiunque abbia di fronte”, scrive la Commissione.
MORRA: “ANOMALIE SU STOP GIRO, IPOTESI MANOMISSIONE CAMPIONE SANGUE” – “Grazie all’attività istruttoria compiuta dalla Commissione antimafia ed in particolare dal Comitato coordinato dal senatore Endrizzi è stato accertato che numerose anomalie contrassegnarono la vicenda che portò all’esclusione dell’atleta Marco Pantani dal Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, il 5 giugno 1999: diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni” afferma Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, riguardo alla relazione.
“Nell’effettuare i controlli sugli atleti a Madonna di Campiglio – spiega Morra – non venne rispettato il protocollo siglato dall’Uci con l’ospedale incaricato di eseguirli. In particolare, dal lavoro della Commissione, è emerso che nell’apporre l’etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantirne l’anonimato, essendo presenti altri soggetti, diversi dall’ispettore dell’Uci che avrebbe dovuto essere l’unico a conoscere il numero che contrassegnava la provetta”.
“E’ stato inoltre accertato che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle ore 7.46 e non già alle ore 8.50, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per ‘frode sportiva’: questa grossolana difformità, piuttosto singolare – puntualizza il presidente della Commissione parlamentare antimafia – escluse la possibilità che in quel processo fosse valutata l’ipotesi della manipolazione mediante ‘deplasmazione’ del campione ematico”.
Come emerso dalla relazione la “deplasmazione” è un’operazione che consente di modificare i valori del sangue contenuto in una provetta: se la provetta viene lasciata ferma in posizione verticale, la parte corpuscolata del sangue contente i globuli rossi precipita sul fondo e la parte meno densa, quella plasmatica, rimane al di sopra. Tale processo avviene in circa 30-60 minuti. Dopo tale tempo se dalla provetta si preleva anche una piccola parte di plasma che si trova in superficie, tutti i parametri ematologici vengono alterati e si avrà una concentrazione più alta del globuli rossi e quindi di emoglobina ed ematocrito ed una diminuzione di piastrine.
“I dati scientifici esposti dagli esperti auditi dalla Commissione – racconta Morra – ci hanno spiegato come effettivamente i valori del sangue riscontrati in Pantani nell’esame di Madonna di Campiglio presentavano un livello di piastrine inspiegabilmente basso (109.000 per microlitro), difforme dal valore normalmente riscontrato negli esami ai quali il corridore era stato sottoposto nella sua storia sportiva anche recente. Dopo sei ore dal primo esame, Pantani si sottopose, inoltre, di sua iniziativa ad un ulteriore controllo presso l’ospedale di Imola, che rilevò un livello regolare di ematocrito ed un numero di piastrine (161.000 per microlitro) significativamente più alto rispetto a quello riscontrato nel primo esame e conforme al valore ordinariamente riscontrato nel sangue del campione. La Commissione, quindi, ha ascoltato i medici che effettuarono le analisi ma non ha ritenuto soddisfacente la spiegazione da loro offerta poiché fondata su un possibile coefficiente di errore del macchinario utilizzato”.
Morra a conclusione delle indagini portati avanti dalla Commissione antimafia, afferma nella relazione: “Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta”. “Tale ipotesi – puntualizza Morra – è inoltre ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca, confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare, che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria”.