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Maggiore attenzione alla biodiversità, al clima e all’ambiente: la politica agricola comune si tinge di verde

Nel 2023 entrerà in vigore l’ottava riforma della Politica Agricola Comune con obiettivi ben definiti e nuove direzioni che guardano con maggiore attenzione alla biodiversità, al clima e in generale all’ambiente. Il verde, inteso come approccio sostenibile dell’agricoltura, è il denominatore comune della nuova Politica Agricola Comune (Pac): agricoltura più pulita, attenzione al cambiamento climatico, un sistema produttivo che sia più rigoroso nei consumi energetici e attento nell’impiego della chimica per coltivare. È questo, in sintesi, l’impianto della Pac per il periodo 2023-2027 che il Consiglio Europeo ha formalmente adottato e che intende rafforzare il contributo dell’agricoltura agli obiettivi ambientali e climatici dell’intera Unione Europea, fornendo un sostegno più mirato alle aziende agricole. 

 

Il nuovo impianto punta quindi alla “transizione verde”, quello che viene chiamato Green New Deal, il quale intende promuovere l’impegno dell’Unione Europea a favore del clima e dell’ambiente, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 nel rispetto dell’accordo della Cop21 di Parigi che prevede, a sua volta anche la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. La strategia chiamata “dal produttore al consumatore” (Farm to Fork) e quella sulla “biodiversità” sono inoltre parti integranti del nuovo modello di sviluppo che impone il raggiungimento di un nuovo sistema agroalimentare europeo.

 

Questo insieme di contenuti, che dovranno essere sviluppati nell’arco temporale individuato dall’Unione Europea, viene definito, più in senso lato, “architettura verde”. Lo strumento che disciplinerà gli assetti produttivi in agricoltura per i prossimi anni darà quindi molto peso alle tematiche ambientali e l’architettura poggerà su tre distinte componenti: la nuova condizionalità, ovvero quell’insieme di norme e regole che le aziende agricole devono rispettare per poter accedere ai fondi comunitari, un regime ecologico ( i cosiddetti Eco schemi) che le imprese devono adottare per ricevere i pagamenti diretti e l’adozione delle misure agro climatico ambientali nell’ambito dei Piani strategici nazionali (Psn) dei Paesi membri. 

 

Al centro dell’impianto della nuova Pac c’è l’agricoltore quale custode delle risorse naturali e non solo come produttore di derrate alimentari, ma soggetto primario nella tutela dell’ambiente e del paesaggio che, in quanto di interesse pubblico, è fruibile dai cittadini. In questo contesto viene richiamata l’attenzione sulla biodiversità vegetale e animale che assieme al concetto “dal produttore al consumatore” è il centro dell’iniziativa del Green Deal che punta ad un nuovo e migliore equilibrio fra natura e sistemi alimentari in grado di garantire ai cittadini europei alimenti sani, economicamente accessibili e a basso impatto ambientale.

 

L’Unione Europea individua inoltre gli strumenti necessari per interrompere la perdita di biodiversità in Europa. La strategia indica come si dovranno integrare le attività economiche e la protezione degli ecosistemi e stabilisce un sistema di attuazione per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Obiettivi che sono la riduzione dell’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, l’aumento della produzione biologica, oltre che la necessità di trasformare almeno il 30% della superficie terrestre e dell’ambiente marino in zone protette e di destinare il 10% delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio.

 

In tema di cibo e alimentazione infine, la Pac, in linea con l’impegno di conseguire l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, intende dimezzare lo spreco alimentare lungo l’intera filiera produttiva. La sostenibilità ambientale viene dunque rafforzata dalla individuazione e dall’incremento delle quote di spesa da dedicare a interventi per clima, ambiente e benessere animale. Ovviamente la spesa di per sé non è un indicatore di maggiore o minore sostenibilità, ma la riforma fa un ulteriore passo avanti chiedendo agli Stati membri di dimostrare maggiore ambizione su clima e ambiente.

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