Roma, (Adnkronos0 – È ufficiale: dopo giorni di trattative prende forma l’accordo tra il Pd e il Movimento Cinquestelle per dare vita a un Conte bis. Le due forze politiche hanno ufficializzato l’accordo al Quirinale, durante il secondo giro di consultazioni: “Abbiamo detto al Presidente della Repubblica che il M5S non si sottrarrà alle proprie responsabilità”, ha spiegato il capo politico 5 Stelle Luigi Di Maio davanti alla stampa, aggiungendo di aver raggiunto “un accordo politico con Pd per nuovo incarico a Conte”.
Prima di Di Maio era stato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti a far cadere ufficialmente il veto sul nome di Conte. “Abbiamo riferito al Presidente di aver accettato la proposta del Movimento 5 Stelle di indicare, in quanto partito di maggioranza relativa, il nome del presidente del Consiglio, nome indicato dal M5S nei giorni scorsi”, ha detto Zingaretti, parlando dell’alleanza coi grillini come “una nuova sfida” che “vale la pena tentare”.
MATTARELLA CONVOCA CONTE – Dopo le consultazioni, il portavoce del Quirinale, Giovanni Grasso ha fatto sapere che Mattarella ha convocato Conte al Quirinale domani mattina alle 9.30.
L’ACCORDO COI DEM – L’accordo tra dem e pentastellati è arrivato al termine del secondo giro di consultazioni, quando entrambi hanno comunicato a Mattarella la disponibilità a sostenere un esecutivo guidato da Conte. “Oggi – ha spiegato Di Maio – abbiamo detto al Presidente della Repubblica che c’è un accordo politico con il Partito democratico affinché Giuseppe Conte possa ricevere di nuovo l’incarico di presidente del Consiglio e provare a formare un governo di lungo termine”. “Abbiamo preso degli impegni con gli italiani come quello di evitare l’aumento dell’Iva a fine anno – ha aggiunto Di Maio -. Ebbene, costi quel che costi, questi impegni vogliamo mantenerli. Siamo sempre stati un Movimento post ideologico, siamo convinti che non esistano soluzioni di destra o di sinistra ma semplicemente soluzioni – ha sottolineato il leader M5S -. Sono i programmi i veri protagonisti della politica”.
IL NOME DI CONTE – Su Conte, Di Maio non ha dubbi: “Uno dei grandi interpreti di questo ‘nuovo umanesimo’, come ama definirlo lui stesso, è stato Conte – ha detto -. Il presidente del Consiglio indicato dal Movimento 5 Stelle a giugno del 2018. Un uomo di grande coraggio, che ha dimostrato di voler servire il Paese con spirito disinteressato e di abnegazione”. Il ruolo di Conte, ha osservato ancora Di Maio, “ci fa sentire garantiti sulle politiche che intendiamo portare avanti come Movimento 5 Stelle”.
ZINGARETTI – Dal canto suo, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti ha chiarito che “non c’è nessuna staffetta da proseguire e nessun testimone da raccogliere, semmai una nuova sfida da cominciare”. “Amiamo l’Italia – ha spiegato Zingaretti – e crediamo valga la pena tentare questa esperienza. Noi intendiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura”.
POLEMICA SULL’OFFERTA DELLA LEGA – In serata è scoppiata una polemica sulle parole di Di Maio, il quale, dopo le consultazioni, ha ammesso di aver ricevuto un’offerta da parte della Lega per guidare un nuovo esecutivo gialloverde: “Vorrei comunicare all’opinione pubblica una cosa – ha detto Di Maio -. La Lega mi ha informato in questi giorni di voler proporre me come presidente del Consiglio, per riproporre un governo con il Movimento 5 Stelle. E mi ha informato di averlo comunicato anche a livello istituzionale. Li ringrazio, con sincerità. Ma a me interessa il meglio per il Paese e non il meglio per me stesso”.
IMMEDIATA LA REPLICA DEL CARROCCIO – “Non mi risulta che nessuno della Lega abbiamo mai chiesto a Di Maio, né privatamente né pubblicamente, di fare il premier” ha detto il presidente dei deputati della Lega, Riccardo Molinari, a ‘Zapping’ su Radio 1. Ma dai Cinquestelle ribattono: “L’offerta della Lega a Di Maio di fare il presidente del Consiglio è scritta, nero su bianco…” sottolineano fonti del Movimento.
LE REAZIONI – Dopo le consultazioni, il fondatore del M5S Beppe Grillo ha pubblicato un nuovo post sul suo blog, auspicando un governo di “ministri non politici”. Matteo Salvini, invece, durante le consultazioni ha tuonato contro “lo spettacolo indecoroso del teatrino della guerra delle poltrone”. Per il leader della Lega, l’accordo tra M5S e Pd “è un Monti bis”, con un disegno che “parte da lontano”. Nel centrodestra, sia il numero uno di Forza Italia Silvio Berlusconi, sia la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, hanno chiesto al Capo dello Stato che si torni alle urne.