mercoledì 24 Luglio 2024 | 19:34

Il giornale italiano 1° in Québec e in Canada

Pubblicità

ULTIM'ORA ADNKRONOS

Lo psichiatra, ‘tempi bui di allerta continui, ora pericolo è indifferenza’

(Adnkronos) – Nuove immagini di sangue, nuove minacce. L’attentato rivendicato dall’Isis a Mosca, il cui bilancio sembra superare il centinaio di morti, alza di nuovo l’asticella della violenza. In un periodo già buio, segnato dalla guerra in Ucraina e dal conflitto a Gaza fra Israele e Hamas, ai venti di guerra che continuano a soffiare nel cuore dell’Europa si aggiunge il ritorno della paura degli attentati. Che impatto ha sulla psiche delle persone? Il “continuo stato di allerta” ci sta rendendo “sempre più vulnerabili e fragili”, erodendo la nostra “capacità di resilienza”. E quando la tensione si impenna, “assistiamo a un progressivo congelamento. La dimensione che maggiormente deve allarmarci è quella dell’indifferenza, perché qui si perde ancora di più la nostra umanità”. E’ l’analisi dello psichiatra Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di Psichiatria all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, che evidenzia all’Adnkronos Salute il rischio connesso a questi continui stati di allerta a cui siamo costretti dai tempi che stiamo vivendo.  

“Siamo ritornati al terrorismo di massa – ragiona l’esperto – Dopo aver sperimentato nel post Covid degli episodi di terrorismo più individuale, il ritorno a quello di massa ci fa capire come siamo nuovamente entrati in un’ulteriore variabile di questa era di volatilità e frammentazione. Tema centrale è questo continuum, che ci accompagna a partire ormai dal lontano 11 settembre 2001, a distanza di 23 anni, in un’atmosfera che aggiunge cupezza a cupezza. Questo si traduce in uno stato di allerta e lo diciamo ormai da anni: stiamo diventando sempre più vulnerabili e fragili. Le capacità di resilienza e di ritornare a una condizione ‘post situazione stressante’ si stanno riducendo. Pensavamo di aver raggiunto il massimo con la combinazione Covid-guerra-cambiamento climatico e tra l’altro su quest’ultima variabile, con cui facciamo i conti quotidianamente, gli allarmi non sono più posticipabili. A questa situazione, già più che esplosiva, si aggiunge ora questa nuova variabile che introduce nella vita quotidiana un ulteriore fenomeno di allerta e di allarme”.  

“Come clinici sappiamo che, quando la tensione diventa sempre più esagerata, noi assistiamo progressivamente all’instaurarsi di una situazione quasi di intorpidimento – spiega Mencacci – Non più di ansia e di depressione. Si va oltre, in questa condizione di ottundimento. E allora dobbiamo chiamarla con il suo nome: si entra nella condizione dell’indifferenza. Io sento che il tema è sempre più incalzante”, avverte l’esperto. “Diventiamo non sensibili alle ragioni degli altri e anche alle nostre emozioni e vissuti”.  

E l’indifferenza, continua lo specialista, “poi si staglia sulla perdita di quella che è la capacità che ci rende umani, che è l’empatia, la compassione. Questa è una condizione della quale dovremmo essere sempre più consapevoli. Di fronte a questi tamburi di guerra, questa percezione di sentirsi un po’ su un precipizio, con la catastrofe della guerra nucleare imminente e la catastrofe solo rinviata di qualche decina d’anni del cambiamento climatico inarrestabile, il rischio è che scatti questa situazione che non è più solo impotenza, ma è indifferenza”.  

Il timore? E’ che l’indifferenza “diventi un po’ come un peccato. L’ottavo peccato capitale”, ammonisce lo psichiatra. Serve dunque, conclude Mencacci, “un risveglio delle coscienze. L’invito è a non cedere alla paura, ma a rimanere in connessione sociale, non isolarsi o non dissociarsi da un punto di vista sociale. Non pensare che la propria piccola protezione possa salvare l’individuo dalla collettività”.  

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NOTIZIE RECENTI

Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh