Serata di solidarietà della Fondazione Ronald-Denis
MONTRÉAL – Spigliato, creativo, umile, entusiasta e sensibile: Simone Zanoni, uno degli Chef italiani più famosi in Francia, non ha mai dimenticato le sue radici lombarde. Nato sul lago di Garda, a Salò, sposato con Greta e papà di Cesare e Penelope, dal 2016 è chef a Le George, il rinomato ristorante italiano stellato del Four Seasons George V di Parigi. In mezzo, grandi esperienze a Londra, con il celebre Chef, conduttore e scrittore Gordon Ramsay. Il prossimo 8 ottobre sarà al prestigioso Four Seasons di Montréal, per dare il suo contributo ad una nobile causa: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione per la salute maschile. La Fondazione Ronald-Denis, organismo di beneficenza creato nel 2008 dal Dr. Ronald Denis, ha organizzato la prima edizione della ‘Serata di beneficenza all’insegna della Gastronomia e della Dolce Vita’. I fondi raccolti verranno devoluti a favore della ricerca sulle patologie che colpiscono gli uomini e sulla loro prevenzione. Una causa che sta particolarmente a cuore a Simone, che nei giorni scorsi abbiamo intervistato per telefono. “Non conosco Montréal, non ci sono mai stato, sono contento di venirci per una buona causa e per scoprire le tradizioni della città”.
LA CAUSA SOLIDALE. “Sto molto attento allo stile di vita e all’alimentazione, visto che per il 70% siamo fatti di quello che mangiamo e di come viviamo. Bisogna sensibilizzare gli uomini sul fatto che non perché si sta bene oggi si starà sicuramente bene anche domani!”.
IL MENÙ IN QUÉBEC. “Prepareremo un menù a 4 mani (insieme allo chef Jason Morris), utilizzando dei prodotti del posto per fare onore, per esempio, al pesce e alle zuppe locali. Io preparerò 4 portate per una cucina italiana che valorizza anche i prodotti canadesi”.
ORGOGLIO ITALIANO NEL MONDO. “Nella mia carriera ho sempre messo al primo posto le mie origini, senza però mai nascondere quanto ricevuto dagli altri Paesi. Mi sento italiano, ma anche cittadino del mondo. È successo tutto per caso: il destino ha voluto che cominciassi a lavorare a Londra e che incontrassi Gordon Ramsay. Nessun espatriato potrà mai negare che l’Italia sia il più bel Paese al mondo; però, allo stesso tempo, i suoi difetti diventano ancora più visibili da lontano. Detto questo, ci torno più che volentieri e penso che finirò i miei giorni proprio in Italia: vorrei trovare un terreno in Toscana o nelle Marche con qualche ettaro di vigna, un orto e una fattoria con gli animali, come quando ero piccolino”.
IL FORMAGGIO CON IL NONNO E I TORTELLINI CON NONNA. “I miei nonni mi hanno dato molto più delle ricette. Quello che mi hanno trasmesso è la convivialità, l’amore che ci mettiamo nel preparare un pasto. Preparare da mangiare è il mio modo di esprimere affetto. È quello che so fare, è la mia passione, faccio da mangiare al lavoro, a casa per la mia famiglia e gli amici. Tantissimi dei miei ricordi da bambino sono legati a un pranzo, a una cena, ai gesti di mia nonna. Ho preso tutti questi episodi che ho vissuto da bambino, quando andavo nei pascoli a fare il formaggio con mio nonno, e l’ho tradotto in qualcosa di più ‘aristocratico’, portandolo in un albergo come il George V, il palazzo più emblematico di Parigi”.
CUCINA ETICA, SOSTENIBILE E INNOVATIVA. “La mia cucina oscilla fra tradizione e innovazione: preserviamo il nostro DNA, ma senza fare qualcosa di troppo classico. Uno dei piatti che faremo sarà una Tarte tatin di pomodori canditi e gelato al cacio e pepe, perfetto connubio tra sapori italiani e transalpini, che esprime al 100% quello che siamo. Come dolce, prepareremo un semifreddo con pistacchio siciliano, nocciole piemontesi e limoni di Amalfi, un’esplosione di gusto che unisce l’Italia”.
UNA CUCINA CON CONTAMINAZIONI ESTERE. “Ho cercato di non farmi troppo contaminare, in modo da rivendicare una cucina italiana ma, allo stesso tempo, un po’ mediterranea. Mi piace giocare con gli ingredienti: invece degli spaghetti alla carbonara, facciamo dei tortelli farciti con la carbonara”.
L’ORTO A VERSAILLES E I LIBRI DURANTE LA PANDEMIA. “Nella mia residenza a Versailles ho un orto dove produciamo fino a 6 tonnellate l’anno di ortaggi e legumi, secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, come la biodiversità e la rotazione delle colture, senza prodotti chimici. Il mondo ci chiede di produrre sempre di più e in fretta, noi preferiamo lasciare lavorare la natura secondo i suoi ritmi. Oggi gli chefs stellati hanno perso il contatto con la terra, non sanno che un fagiolino verde non è quasi mai dritto e lungo 10 cm. Durante la pandemia abbiamo scritto tre libri ed abbiamo avuto un grande successo su internet: grazie a dei videoclip sulla cucina italiana spiegata in modo facile, oggi contiamo più di 400 mila followers su Instagram ed abbiamo creato il sito casa-zanoni.com, dove si possono acquistare i prodotti che utilizzo a casa: il mio olio d’oliva, i miei sottaceti, le mie padelle… Tutta la mia dispensa è a disposizione della gente. Nel 2023 abbiamo venduto 75 tonnellate della pasta che viene prodotta da un piccolo pastificio della Puglia”.
LE ASPETTATIVE PER LA SERATA DELL’8 OTTOBRE. “Sono sicuro che sarà un successo e che raccoglieremo una cifra notevole per la promozione della salute degli uomini. La causa è buona, la motivazione è giusta, tutte le persone coinvolte sono caricatissime. Mi fa un enorme piacere vedere questa energia per spiegare che nella vita tutti andiamo di corsa, ma dobbiamo trovare il tempo per noi stessi, per poi correre ancora di più e meglio”.