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Liris (Fdi): “Per vitiligine e malattie autoimmuni investimenti e sanità territorio”

(Adnkronos) – “Affrontare le patologie significa investire. Nella vitiligine, come in casi molto simili, rispetto a patologie rare che comunque hanno un impatto sociale molto rilevante, deve essere presente il cambio del paradigma che porta la sanità sul territorio. Non c’è più un sistema ragionieristico che affronta il tema in termini di costi, ma in termini di investimenti. I costi indiretti di una patologia del genere, non curata, sono altissimi e legati molto spesso, come tutte le patologie autoimmuni, a complicanze come tiroidite autoimmune, gastrite autoimmune e ad altri tipi di patologie che possono poi portare molto spesso anche a un coinvolgimento sociale impattante: penso a depressione o comunque al ricorso alla psicoterapia”. Lo ha detto Guido Quintino Liris (Fratelli d’Italia), membro della V Commissione Bilancio del Senato, partecipando questa mattina a Palazzo Madama alla presentazione del Manifesto con i 5 punti per i diritti dei pazienti affetti da vitiligine.  

“La sostenibilità dei costi della salute interpretati nei tempi e nei modi giusti – continua il senatore – possono essere ben focalizzati nell’ambito di un nuovo approccio più tempestivo, ma certamente meno ragioneristico, a patologie autoimmuni come la vitiligine che possono essere socialmente impattanti ma che, nella misura in cui vengono affrontate bene e subito, in un modo giusto con la giusta rete formativa, assistenziale e informativa, possono portare meno disagi e meno costi alla sanità. Il percorso, ben studiato – precisa – prevede investimenti ad hoc, sia sulla ricerca che sulla cura del paziente, con percorsi e reti che vanno dal sistema territoriale del medico di medicina generale fino allo specialista. Possono essere la soluzione anche in termini di investimenti: molto più moderati, limitati e dimensionati rispetto poi ai costi indiretti che ci sarebbero successivamente”. 

Per arrivare a questi risultati, per Liris “è indispensabile una regia di carattere generale da parte del ministero della Salute. Abbiamo una cabina di regia. Poi le Regioni che devono assorbire e metabolizzare quelle indicazioni che arrivano dal nazionale, visto che i sistemi regionali sono quelli che guidano la sanità sui territori. Le best practices che vengono indicate devono essere focalizzate, guidate, disegnate dal Governo nazionale, dal ministero della Sanità: li stiamo scrivendo, disegnando e affrontando al meglio. Le Regioni devono capire, interpretare al meglio velocemente questo tipo di esigenze, strutturando all’interno del sistema sanitario regionale, con le Asl e all’interno delle Asl, delle reti e dei percorsi terapeutici che possano essere adeguati”. 

A tale proposito “la Regione Abruzzo, lo dico con orgoglio abruzzese – rimarca Liris – è la prima ad aver adottato un ordine del giorno” su questo processo.  

“Certamente – prosegue il senatore – degli investimenti occorrono per mettere la patologia sia nel registro delle patologie croniche ed autoimmuni, sia all’interno dei Livelli essenziali di assistenza. Questo chiaramente è il nostro goal. Nell’aggiornamento continuo che viene fatto sui Lea, tra gli investimenti che stiamo facendo, ci sono 3 miliardi in più quest’anno. Certamente ne serviranno di più, sia per quanto riguarda i sistemi sanitari, la medicina, sia per quanto riguarda la ricerca. Ma non è importante soltanto quanti fondi vengono stanziati, ma anche come vengono poi spesi”.  

La nuova medicina “richiede a noi legislatori di riuscire a interpretare al meglio e più velocemente possibile i progressi scientifici e tecnologici che le terapie nuove ci possono garantire. Ed è questo – conclude – che dobbiamo fare”. 

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