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L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale

Il libro del Prof. Marco Armiero tradotto in francese da una casa editrice quebecchese. All’Istituto Italiano di Cultura il 31 marzo e il 1º aprile

 

Marco Armiero

 

MONTRÉAL – Marco Armiero, rinomato saggista, è professore ICREA (Institució Catalana de Recerca i Estudis Avançats) all’Istituto di Storia della Scienza dell’Università Autonoma di Barcellona. Ha svolto attività di ricerca presso la Yale University, la University of California, Berkeley, e la Stanford University. È stato Marie Curie Fellow presso l’Università Autonoma di Barcellona e Visiting Researcher al Centro di studi sociali dell’Università di Coimbra. Dal 2019 è presidente della European Society for Environmental History. Dal 2013 al 2022 è stato direttore dell’Environmental Humanities Laboratory di Stoccolma. Con la sua ricerca, ha contribuito a creare un ponte tra le scienze umane ambientali e l’ecologia politica. In Italia è dirigente di ricerca presso l’Istituto di Studi sul Mediterraneo del CNR. Lo scrittore sarà all’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, lunedì 31 marzo per un circolo di lettura e martedì 1º aprile per la presentazione del suo libro L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale (Einaudi, 2021), da poco tradotto in francese dalla casa editrice quebecchese Lux, e quindi disponibile anche qui.

 

 

Per l’occasione, Il Cittadino Canadese lo ha incontrato. Prof. Armiero, ne ha fatti di giri per il mondo, ma da dove viene? “Io sono napoletano, ma me ne sono andato presto. Ho fatto il dottorato a Bari, un Postdoc a Yale e un altro a Stanford. Ho studiato Storia dell’Ambiente anche in Kansas, poi ho vissuto in Portogallo, 10 anni in Svezia, e ora dal 2023 sono a Barcellona! Questo libro è anche un po’ autobiografico. L’ho scritto da Stoccolma, mentre ero in convalescenza dopo un Covid grave e un mese di ospedale. E sono stato comunque un privilegiato, per tanti motivi. Parlo della mia infanzia in una Napoli povera, di un mio compagno di scuola che la notte lavorava e in classe dormiva e poi non si è visto più. L’alterizzazione è anche quella. Ha prodotto sia me che lui, in due parti del mondo. C’è sempre ‘un altro’, uno scarto”.

 

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In questo saggio l’autore affronta un tema cruciale e sempre più attuale: la sovrapproduzione e la trasformazione di interi luoghi in discariche globali. Si parla di una nuova era geo-logica, l’Antropocene, segnata dal dominio degli umani sul pianeta, o il Wasteocene (dall’inglese waste), un’epoca segnata dalla continua produzione di persone, comunità e luoghi di scarto. “È un viaggio tra Napoli, Firenze, Roma, Barcellona, Rio de Janeiro, il Ghana… ma anche tra le esperienze di resistenza. La mentalità usa e getta è anche applicata alle persone. E quando si portano rifiuti in un luogo, gli portiamo via la storia locale, l’identità, la Comunità si trasforma in un luogo-discarica. E c’è un’infrastruttura narrativa tossica che normalizza le ingiustizie, il degrado, la povertà, la contaminazione, le malattie. A volte la popolazione non ci sta e si riappropria, tramite iniziative culturali, della sua scintilla, della sua dignità. Rifiutando anche il sostegno delle istituzioni. Ci sono dei fallimenti che vale la pena di fallire. C’è da ristabilire cosa vuol dire perdere o cos’è una vittoria… Sono storie di guerriglia narrativa per sabotare la narrazione tossica con pratiche e parole”.

 

Nel 2021 che accoglienza ha avuto il libro da critica e pubblico? Non è un libro accademico per gli accademici, ma un’opera che vuole raggiungere tutti e lo sta facendo. L’ho pubblicato in inglese con la Cambridge University Press e in italiano con Einaudi, e poi è stato tradotto anche in spagnolo, bosniaco, croato, serbo, cinese, portoghese, sta uscendo in Brasile, in Indonesia. Sono stato invitato in trasmissioni televisive, che funzionano da vera rottura del cristallo accademico. È stato ben ricevuto anche dagli ambienti cattolici, ne hanno parlato l’Avvenire della conferenza episcopale e l’Osservatore Romano. Mi ha invitato il Vaticano per giornate di discussione sullo sviluppo sostenibile, il consumismo e il materialismo. Papa Francesco menziona infatti l’‘ecologia integrale’. Il libro è andato fuori dagli schemi e ne sono contento… non si parla solo di rifiuti, ma di relazioni di scarto, in cui pochi ricchi costruiscono un mondo su misura per loro che è l’inferno per la maggioranza. Sono stati inventati dei finti paradisi, dove nessuno è comunque soddisfatto, e la discarica sta da un’altra parte”.

 

Come è approdato ad una casa editrice quebecchese? “Conoscevo già la Lux perché avevano tradotto autori molto importanti e influenti per me, come Enzo Traverso, Eduardo Galeano, James Scott, Peter Linebaugh. Nel 2024 è uscita quindi la versione in francese Poubellocène: chronique de l’ère des déchets”.

 

Il libro è disponibile nella sua versione originale in inglese Wasteocene: Chronicles from the Global Dump https://www.cambridge.org/core/books/wasteocene/714CA45E810E6437D5EBB4B71E6C8F71; in italiano in versione e-book sulla piattaforma MLOL https://www.medialibrary.it/media/ricerca.aspx?keywords=L%27era+degli+scarti; in francese pubblicato da LUX Éditeur https://luxediteur.com/catalogue/poubellocene/. L’evento a Montréal: https://iicmontreal.esteri.it/it/gli_eventi/calendario/circolo-di-lettura-lera-degli-scarti-cronache-dal-wasteocene-la-discarica-globale-di-marco-armiero/.

 

Per Einaudi, Armiero ha pubblicato anche Le montagne della patria. Natura e nazione nella storia d’Italia. Secoli
XIX e XX
(2013), La natura del duce (2022), con R. Biasillo e W. G. von Hardenberg, e
La tragedia del Vajont. Ecologia politica di un disastro (2023).

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