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Leonardo da Vinci 1.452-1.519 
L’Ultima cena

Leonardo, “il genio universale”, artista, matematico, astronomo, scultore, inventore, musicista, architetto, ingegnere militare, fu autore di trattati e manoscritti che scriveva incominciando da destra verso sinistra, difficili da leggere, ma facili se si guardano in uno specchio. Gli storici si chiedono ancora come mai il più grande pittore mai esistito dissipò le sue energie in così diverse attività.

 

Nota è la sua procrastinazione; incominciava un progetto e poi lo abbandonava per un’altra idea che gli sembrava più urgente. Nondimeno, tutto quello che faceva aveva un senso compiuto e una finalità ben precisa. Neanche lui riusciva a capire questa ansia di progettare, incominciare, fare studi su ogni sorta di oggetto senza poi realizzarlo. “Dimmi se mai fu fatta alcuna cosa”, scriveva di sé stesso. Eppure la sua incredibile genialità ha lasciato il segno in ogni studio che intraprendeva, ogni dipinto, ogni trattato scientifico corredato da disegni impressionanti. Ci ha lasciato una enorme quantità di scritti, 13.000 pagine di note e disegni; il più famoso è l’Uomo di Vitruvio, uno studio dell’anatomia del corpo umano. Tutto questo lavoro testimonia il suo interesse per ogni espressione della vita e della natura. Vi si trova un accurato esame delle ali degli uccelli, disegni di scarpe per camminare sull’acqua, macchine da guerra, oggetti volanti, schizzi di bambini, donne, vecchi, animali, drappeggi, piante, rocce.

 

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Leonardo è conosciuto principalmente per i suoi dipinti: Dama con l’ermellino, Adorazione dei Magi, Annunciazione , Bacco,  Battaglia di Anghiari, Leda col cigno, Ritratto di Ginevra de’ Benci, San Giovanni Battista, San Girolamo… Ma il più famoso è certamente “La Gioconda”, probabilmente Lisa Gherardini del Giocondo, moglie di un ricco fiorentino, o il ritratto di sua madre quando era giovane, oppure un autoritratto stile “gender-bending”. Chiunque essa sia, l’ambiguità del sorriso suggerisce una ricchezza e complessità insuperabile nella ritrattistica e affascina chi guarda. La sensualità e l’ironia della Mona Lisa, altro nome della Gioconda, ha causato, e causa ancora, reazioni opposte: dall’apprezzamento al disprezzo, dalla meraviglia all’indifferenza. Ogni giorno 30,000 visitatori del Louvre sostano davanti al dipinto più conosciuto al mondo.

 

Oltre al famoso quadro un’altra opera suscita la meraviglia dei visitatori: L’Ultima cena, nella chiesa Santa Maria delle Grazie a Milano. Qui Leonardo sperimentò una nuova tecnica, usando colori a tempera ed oli invece del tradizionale affresco, durabile e già sperimentato. Purtroppo il dipinto cominciò a deteriorarsi dopo pochi anni e quello che resta, restaurato dopo anni di lavoro, è solo un esempio della versione originale. È pur sempre un capolavoro di prospettiva e atmosfera. Cristo annuncia che qualcuno lo tradirà e le varie reazioni degli apostoli sono descritte in modo magistrale: si percepisce il chiacchiericcio, l’atteggiamento difensivo, la sorpresa, la confusione, il diniego. Si ha l’impressione di udire anche le voci dei commensali turbati dall’annuncio. Serge Bramly, nella biografia di Leonardo, scrive che la scena avrebbe potuto essere tratta da un film di Fellini. 

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