L’Italia ha venti regioni e centinaia di modi e piccole tradizioni per festeggiare il Natale. Qui di seguito alcune particolarità regionali natalizie. Buon viaggio!
Lombardia
Lombardia è sinonimo di Panettone e Panettone è sinonimo di Natale, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La leggenda racconta che questo dolce sia nato casualmente, senza la ricerca di una ricetta elaborata o di ingredienti particolari; sembra che il garzone di un fornaio, per rendere il pane più sostanzioso visto il freddo invernale e la scarsità di cibo, decise di arricchirlo aggiungendo uova, burro e frutta candita, regalando così al mondo un dolce che con i secoli diventerà uno dei simboli più conosciuti delle festività.
Veneto
In Veneto invece esiste una tradizione davvero particolare: a Verona, infatti, i regali non li porta Babbo Natale, ma Santa Lucia. Si narra infatti che durante le festività dell’anno 1200, in città si diffuse una sorta di epidemia che colpiva soprattutto la vista dei bambini e che, per scongiurarla, le mamme devote decisero di portare i loro figli in pellegrinaggio a piedi nudi per chiedere la grazia a Santa Lucia, da sempre santa protettrice dei non vedenti. Per convincere i piccoli a mettersi in marcia nonostante il freddo, promisero ai bimbi che al loro ritorno la Santa avrebbe fatto trovare loro dei doni di ringraziamento. Da allora la notte tra il 12 ed il 13 dicembre i bambini di Verona attendono che Santa Lucia porti loro dei doni in groppa ad un asinello.
Trentino-Alto Adige
In Trentino-Alto Adige, il periodo dell’avvento è davvero molto sentito: a parte i caratteristici mercatini di Natale che nascono dalla tradizione popolare di scambiarsi doni artigianali, fatti a mano anziché comprati, c’è una consuetudine particolare, quella della Corona dell’Avvento. Ogni famiglia realizza una corona intrecciando rami di abete e nastri rossi di seta; su di essa vengono inserite quattro candele ed ogni domenica precedente al 25 dicembre, le famiglie si ritrovano intorno al tavolo per accenderne una insieme aspettando il giorno di Natale.
Piemonte
In Piemonte invece, nonostante non sia molto noto, c’è una forte tradizione legata al Presepe che va oltre le più comuni consuetudini legate a questo simbolo indiscusso del Natale. In questa splendida regione, infatti, c’è un protagonista del Presepe molto caratteristico: il suo nome è Gelindo e la leggenda narra che sia stato il primo pastore a giungere alla capanna della Natività per omaggiare Gesù Bambino. In suo onore, ogni anno si svolge la Sfilata dei Pastori, o Pastour come dicono in dialetto che rendono grazia al neonato Gesù con dei canti in dialetto alessandrino.
Lazio
Per quanto riguarda le tradizioni natalizie del Lazio bisognerebbe scrivere un articolo a parte. La presenza del Pontefice nella capitale, infatti, rende il Natale più solenne rispetto a qualsiasi altra città d’Italia. A Roma i festeggiamenti iniziano l’8 dicembre, quando il Papa raggiunge a piedi Piazza di Spagna per portare dei fiori alla statua della Madonna che si trova di fronte alla chiesa di Trinità dei Monti seguito da un fiume di romani e turisti che assistono con coinvolgimento al rito. Il 24 dicembre poi si svolge la classica messa di mezzanotte in Vaticano e a seguire, la mattina del 25 il Papa diffonde il messaggio pastorale affacciandosi dalla finestra sul sagrato di San Pietro.
Marche
Le Marche a Natale si riempiono di mercatini tipici, il più folkloristico sicuramente quello conosciuto come la Candelara; in un piccolo borgo nel pesarese viene allestita una fiera dedicata esclusivamente alle candele e, per l’occasione, in paese vengono spente tutte le luci artificiali ed accese milioni di candele per creare una magica atmosfera davvero suggestiva.
Toscana
In Toscana le tradizioni natalizie sono molto legate all’elemento del fuoco, nell’accezione di portatore di luce e calore. In un paesino in provincia di Lucca si svolge uno dei riti più particolari della regione, quello dei Natalecci: si tratta di imponenti costruzioni fatte con i rami e gli arbusti ricavati dalla pulitura del sottobosco durante l’autunno, che superano anche i 10 metri. Secondo la tradizione, i Natalicci vengono arsi il giorno della Vigilia e bruciano per tutta la notte illuminando la strada al Bambino Gesù.
Molise
Tra le tradizioni natalizie del Molise spicca fra tutte quella della Faglia di Oratino, un borgo medievale perfettamente conservato. Qui viene costruito un cero fatto di rami secchi e canne altro circa 15 metri, che viene portato a spalla da 40 persone del luogo fino alla chiesa più importante del paese, dove viene bruciato per tutta la notte della Vigilia. La mattina di Natale poi le persone si ritrovano nella piazza per raccogliere i resti dell’enorme falò e conservali come augurio di felicità e prosperità per l’anno nuovo.
Campania
La Campania ed in particolare la splendida Napoli è famosa nel mondo per la tradizione dei presepi, tanto che in città esiste una via piena di botteghe di artigiani che, per tutto l’anno, realizzano e vendono le statuine tipiche della scena della Natività, ma anche ironiche rappresentazioni di personaggi della politica e dello spettacolo che durante l’anno si sono distinti non solo positivamente. Il sacro ed il profano quindi si mescolano ed ogni famiglia napoletana, anche la meno religiosa, non rinuncia a realizzare un presepe del tutto personalizzato che deve essere finito rigorosamente prima della cena della Vigilia. A Salerno poi, ogni anno si rinnova la tradizione delle famose Luci d’Artista: la città si illumina con delle elaborate decorazioni di luminarie che vengono realizzate seguendo un tema ben preciso che cambia ogni anno, creando uno spettacolo luminoso davvero suggestivo.
Puglia
In Puglia il Natale è gastronomia, mercati e presepi. A Lecce ogni anno all’interno del meraviglioso anfiteatro romano viene realizzato uno splendido presepe monumentale in cui vengono ricreati i tipici ambienti rurali del Salento con gli ulivi, i muretti di mattoni bianchi e le rappresentazioni gli antichi mestieri che vengono raffiguranti con statue in gesso e cartapesta. Sempre a Lecce si svolge poi la classica Fiera di Santa Lucia dove, oltre alle classiche bacarelle che offrono i deliziosi prodotti tipici regionali, molti artigiani locali mettono in mostra i propri presepi realizzati rigorosamente a mano.
Calabria
In Calabria Natale è servito a tavola! La tradizione, infatti, ruota tutta intorno al cenone della Vigilia che è il frutto della collaborazione di tutta la famiglia e anche dei vicini di casa, per sottolineare lo spirito aggregativo di queste festività. In alcune località il cenone deve essere costituito di 13 portate, come i 12 apostoli con il Cristo, mentre in altre solo di 9, come i mesi di gravidanza in ricordo di quella della Vergine Maria. In nessuna tavola però può mancare il classico pane di Natale che i calabresi chiamano u Natalisi: secondo la leggenda sono i cari defunti a preparare questo pane per simboleggiare la loro presenza ai festeggiamenti in famiglia.
Sicilia
Tutto ha inizio l’8 dicembre quando le strade e le case si vestono a festa e proseguono con le celebrazioni in onore di Santa Lucia, molto cara agli isolani e patrona della città di Siracusa. Famosi sono i canti natalizi, le cosiddette Novene che gli zampognari intonano in dialetto animando le strade della città, ma anche i presepi viventi. Il più suggestivo sicuramente quello di Custonaci, in provincia di Trapani, che prende vita all’interno di una grotta naturale affacciata sul mare. Una tradizione tutta siciliana è quella del gioco della Zecchinetta, un antico gioco di carte che la leggenda vuole sia stato inventato dai lanzichenecchi nel sedicesimo secolo; originariamente era accessibile solo agli uomini, mentre oggi sono ammesse ovviamente anche le donne ed ogni partita si conclude tra le risate e l’entusiasmo generale quando il banco paga i vincitori.
Sardegna
In Sardegna, il Natale è sinonimo di riunione, di condivisione e di famiglia; in passato, infatti, durante le festività i pastori rientravano a casa dalle montagne per riunirsi finalmente alla propria famiglia, solitamente intorno al fuoco del camino che per l’occasione veniva rimbiancato e decorato. Oggi sono ancora numerose le tradizioni particolari che si tramandano da secoli, una su tutte quella del “Signum Judicii” o “Señal del Judici”: nella cattedrale di Alghero, la notte dellla Vigilia, i fedeli intonano questo antico canto medievale in catalano, una sorta di invocazione del Bambino Gesù con la chiesa completamente al buio. Solo alla fine del canto, quando secondo la credenza lo Spirito Santo arriva tra i fedeli, la cattedrale viene illuminata improvvisamente a giorno. Altra usanza tipica del periodo delle festività è quella della “Sa Candelaria” che si svolge il 31 dicembre; a partire dal mattino i bambini bussano di porta in porta chiedendo il pane (preparato proprio per quest’occasione e conosciuto come cocones), la frutta, i dolciumi e qualche moneta ponendo sempre la stessa domada: “a nolla dazes sa candelaria?” (“ci date la candelarìa?”).