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L’Austria di Hans

Di Paolo Ruiz

La convinzione che l’Austria sia stata sempre nemica dell’Italia si fondava sul modo in cui ci insegnavano la storia alle medie e poi al liceo. I Savoia sono stati in guerra con tutte le monarchie dell’Europa a causa della loro posizione geografica. La questione altoatesina poi ha rafforzato questo sentimento di ostilità che forse persiste ancora oggi.

Quando ho cominciato a ripensare tutta la filosofia, la religione e la moralità che la società in cui vivevo mi aveva inculcato, le cose sono apparse diverse. Nel redigere un libro di fotografie che Hans mi aveva affidato, ho potuto avere una prospettiva più distaccata e obiettiva. Le foto in bianco e nero avevano un fascino particolare e narravano la straordinaria storia di un uomo semplice. Per conoscere meglio la “nemica dell’Italia” ho accettato l’invito di fare un viaggio in Austria: Hans avrebbe fatto da Cicerone nella sua terra, io gli avrei fatto conoscere meglio l’Italia. Abbiamo affittato una macchina a Innsbruck e avrei guidato io dall’Austria alla punta estrema della Sicilia, data la venerabile età del mio amico.

Abbiamo visitato la Carinzia e il Tirolo; una settimana non sarebbe bastata per arrivare più al nord. A Innsbruck la mia guida mi mostrò la cattedrale: “Sono arrivato qui a 21 anni, e due anni dopo, nel 38, Hitler annetteva l’Austria. Qui ho lavorato come segretario del Vescovo Paulus. È per questo che la Gestapo mi ha imprigionato un anno cercando di estorcere una falsa confessione che avrebbe incriminato il vescovo. Volevano eliminarlo perché troppo amato e contrario alla guerra”.

La mia curiosità mi portava ad ascoltare i suoi ricordi con interesse, mentre l’opinione che avevo sugli austriaci comin- ciava a cambiare. “Sono stato in confinamento solitario per tre mesi, gli altri nove mesi li ho trascorsi in una cella comune; ho incontrato centinaia di uomini… che non ho più rivisto.”

Salisburgo, Klagenfurt, Villach, Rosenbach… il tempo non bastava per visitare tutti i villaggi e le città della valle dell’Inn. Siamo andati sulle Alpi e dall’alto ho potuto ammirare la bellezza di quelle montagne.

“Quando ero giovane” spiegava Hans, “ogni fine settimana facevo dell’alpinismo con la mia amica Rosa”. Notai uno scintillio nei suoi occhi, sapevo che era uno scalatore e con la sua amata Rosa aveva conquistato molte vette. “Quante montagne hai scalato?” gli chiesi. “Tutte quelle che vedi” fu la semplice risposta.

“Ecco laggiù l’Hoe Watze. La giornata era bellissima, una lunga corda univa Rosa a me. Un passo falso e sono scivolato sul ghiacciaio in una corsa vertiginosa verso l’abisso. Ho pensato che l’ora della fine era arrivata. Avrei trascinato inesorabilmente Rosa con me. Proprio sull’orlo ho conficcato il piccone sul ghiaccio disperatamente e la mia corsa si è arrestata. Ho guardato la voragine ed ho capito la volontà di Dio. Sono sicuro che è stato Lui a darmi quella forza straordinaria.”

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