Il titolo scelto dalla casa torinese “Lancia Design Day del 28 novembre” inaugurerà il viaggio che la porterà a lanciare tre modelli completamente nuovi entro il 2028 e profuma d’Italia. Questo appuntamento è un chiaro omaggio al genio creativo della penisola che la Lancia ha saputo infondere sin dalla sua fondazione nel 1906 attraverso automobili divenute icone senza tempo. Il nuovo corso della marca torinese ripartirà proprio dalle sue radici, che affondano in una lunghissima tradizione d’innovazione, bellezza ed eleganza. Proprio a questi valori è dedicata la prima tappa in programma il 28 novembre nella cornice unica della Reggia di Venaria, alle porte di Torino. La nuova Lancia Ypsilon nel 2024, un’ammiraglia per tornare a pieno titolo tra le big del lusso nel 2026 e nel 2028 la nuova “Delta”, ancora tra virgolette perché sì, dovrebbe chiamarsi come l’indimenticabile regina dei rally degli anni ’80 e ’90. Quel che è certo, è che in ognuno dei nuovi modelli saranno chiaramente identificabili i filamenti del Dna delle più belle e iconiche Lancia del passato. Lo sottolinea in una nota ufficiale il Ceo della casa torinese, Luca Napolitano, che in riferimento alle grandi Lancia di ieri parla di “capolavori in movimento” e di “innovazione e design senza tempo” come “le linee guida del piano decennale del nostro Rinascimento”.
La Lancia, 106 anni di storia della bellezza
La Lancia venne fondata il 29 novembre 1906 da Vincenzo Lancia (ex collaudatore ed ex pilota Fiat) e dall’amico Claudio Fogolin. Il mitico stemma contraddistinto dal volante e dalla bandiera – adottato, con varie modifiche, per oltre un secolo – viene creato dal conte Carlo Biscaretti di Ruffia, futuro fondatore del Museo dell’Automobile di Torino. Nel 1908 la produzione iniziò con la 12HP, una vettura con un telaio basso e leggero, con trasmissione a cardano, che venne presentata all’VIII Salone dell’Automobile di Torino. Negli anni successivi la produzione Lancia (che nel 1911 si trasferì in via Monginevro, dove poi fu eretto anche il famoso Grattacielo Lancia) alternò la progettazione di modelli di serie, la partecipazione ad alcune corse, cogliendo buoni risultati, e la produzione di autocarri bellici in occasione della Prima Guerra Mondiale.
Fra le due guerre vennero lanciati diversi nuovi modelli (che saranno poi ispirazione di vetture recenti): fra questi la Kappa – una 4 cilindri con innovativo cambio posto fra i due sedili anteriori – e la Lambda. Quest’ultima era un’auto rivoluzionaria grazie al suo telaio a scocca portante, che la rendeva molto più stabile di tutte le altre auto dell’epoca. Negli anni Trenta, la Lancia allargò anche il suo mercato e dopo le vetture “battezzate” con le lettere dell’alfabeto greco, fu il turno dei nomi che richiamavano l’antica civiltà italica: uscirono la Artena e la Astura. Nel 1937 (anno della morte di Vincenzo Lancia) uscì l’Aprilia, altro capolavoro tecnico-stilistico di casa Lancia, prodotto fino al 1949. Nel secondo dopo guerra, in seguito al lancio dell’Appia e la partecipazione a numerose corse internazionali (diverse Mille Miglia, Targa Florio, Gran Premi di Francia e Spagna, Carrera Panamericana, solo per citarne alcune), nel 1958 la famiglia Lancia cedette la società all’imprenditore bergamasco Carlo Pesenti che nel 1969 cedette la Lancia al gruppo Fiat (oggi FCA Stellantis). La compatta Delta, uscita nel 1979 dalla “penna” di Giugiaro e vincitrice del premio Auto dell’Anno del 1980, registrò successo sia nelle vendite, sia nei risultati delle gare a cui partecipò: detiene il record di vittorie di gara (46) e di titoli costruttori (6) del campionato mondiale rally a cui ha partecipato, soprattutto con l’icona versione HF Integrale “vestita” Martini.
Per saperne di più:
Lancia: https://www.lancia.com/
Reggia di Venaria Reale: https://lavenaria.it/
Il Museo dell’Automobile di Torino: https://www.museoauto.com/