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Lametti: un’occasione
per gli Italo-canadesi

L’INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Libero scambio Canada-UE

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Di Vittorio Giordano – Il 30 ottobre 2016 rappresenta una data-spartiacque nei rapporti bilaterali tra Europa e Canada: Ottawa e Bruxelles hanno siglato uno storico accordo di libero scambio che elimina quasi tutti i dazi doganali ed avvicina le due sponde dell’Atlantico. Al tavolo delle trattative, si è ritagliato un ruolo da protagonista anche David Lametti, di origini marchigiane, esperto di proprietà intellettuale, brevetti e marchi, oggi deputato liberale eletto nella contea di LaSalle-Emard-Verdun e sottosegretario al Commercio Internazionale. Lametti ci ha spiegato meglio le ‘pieghe’ dell’accordo: “In attesa della ratifica del Parlamento canadese, che dovrebbe arrivare all’inizio del 2017, e di quella del Parlamento europeo, ipotizzabile entro la fine dell’anno, entrerà in vigore, in maniera provvisoria, il 98% dell’accordo”. Per il via libera definitivo, mancherà solo il parere positivo da parte dei singoli Parlamenti degli Stati membri dell’Ue. “La parte che dovrà essere ratificata dagli Stati europei riguarderà soprattutto il processo per risolvere le dispute negli investimenti, che rappresentano una materia di loro competenza. In ogni caso, anche se il processo di voto richiederà più tempo, gli scambi saranno già cominciati sotto il nuovo regime. In Canada è stato già depositato il disegno di legge ed entro due settimane ci sarà la prima lettura”. Nessuna nube all’orizzonte, quindi. “Arriverà il Sì di tutti i 28 Paesi dell’UE. In Germania, sia il CDU della Merkel che i socialdemocratici dell’SPD appoggiano l’accordo. Così come il Partito Socialista di Hollande in Francia. Non ci saranno soprese”. Come cambia l’import-export? “In Europa a beneficiarne saranno i prodotti del settore automobilistico, della ceramica, della moda, dell’agroalimentare, dei vini e dei servizi. In Canada, invece, a guadagnarci saranno macchinari ed equipaggiamenti, il settore della comunicazione e dell’informazione, prodotti come farina, grano, salmone e aragoste”. Quali novità per i salumi e i formaggi? Le carni con ormoni sono bandite nel vecchio continente. “Questo è vero. Però nell’ovest del Paese vengono allevati animali senza ormoni, appositamente per il mercato europeo. In Québec e in Ontario, sarà interessante capire se le aziende di carne di maiale, per esempio, decideranno di produrre o meno per il mercato europeo”. In Québec e in Ontario, quindi, noi residenti mangiamo carne di animali gonfiati con gli ormoni. “Qui da noi, al momento, è una prassi molto comune. Però, per il futuro abbiamo deciso di lavorare in sinergia con i nostri partner europei allo scopo di elaborare degli standard di sicurezza alimentare basati su evidenze scientifiche”. È previsto il mantenimento della Indicazione Geografica per circa 145 prodotti alimentari UE, di cui 41 italiani. “Prodotti che non dovrebbero costare di più. Cosa cambia è che, se un consumatore compra un olio Veneto del Grappa DOP, ha la certezza di aver acquistato il prodotto italiano. Se nel Québec o nel resto del Canada un’azienda produce una cosa simile, scatta l’obbligo di distinguerlo, non potrà più utilizzare la stessa etichetta. Il Prosciutto di Parma prodotto in Italia, per esempio, sarà tutelato rispetto al prosciutto omonimo prodotto in Canada”. Sarà più facile il riconoscimento delle competenze professionali? “Stiamo lavorando con le Province che hanno la competenza su questa materia: più che l’equipollenza delle lauree, però, l’accordo vuole facilitare le procedure per il riconoscimento delle qualifiche professionali”. Ora i canadesi potranno investire in Europa, e viceversa. “Sì, sia per contratti di servizio che per appalti pubblici, ma l’accordo faciliterà gli investimenti in ogni settore. Con più trasparenza e garanzie”. Per alcuni il Ceta costituisce il cavallo di Troia per le aziende americane, visto che il TTIP non decolla. “Assolutamente no. Nell’accordo ci siamo assicurati che le multinazionali americane debbano avere una presenza molto forte in Canada prima di fare affari con l’Europa. In mancanza di un accordo tra Stati Uniti ed Europa, il Canada sarà avvantaggiato perché potrà costituire il punto di raccordo tra Usa e Europa. I porti di Halifax e di Montréal potranno trasformarsi in porta di accesso per diversi prodotti e servizi destinati agli USA”. Avremo più servizi e prodotti italiani in Canada, e viceversa. “Speriamo. E mi auguro che la Comunità Italo-canadese possa avere un grande successo, visto che vanta già importanti contatti nel Belpaese: non solo le grandi compagnie, ma anche le piccole e medie aziende saranno agevolate nell’import/export”. In Canada avremo molti più formaggi europei. “Sì, ma saranno formaggi di alta qualità che occuperanno una percentuale non molto significativa del nostro mercato. Allo stesso tempo, le aziende lattiero-casearie quebecchesi potranno fare concorrenza in Europa, perché producono prodotti interessanti”. Eppure continuano a chiedere un indennizzo economico. “Abbiamo promesso un appoggio nella fase di transizione, però, pensiamo alla NAFTA: inzialmente, i produttori di vino del Niagara hanno ricevuto una sovvenzione per la transizione, ma adesso fanno un vino abbastanza buono e sono in grado di concorrere nel libero mercato. I nostri produttori, soprattutto quelli in Québec, hanno le competenze per fare bene nel mercato globale”.

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