L’Italia che si avvicina alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre sta affrontando una campagna elettorale estiva che, come d’abitudine, si muove tra promesse populiste e proposte irrealizzabili.
Tuttavia, la lettura dei programmi presentati dalle forze politiche offre l’opportunità di verificare le idee che, sul tema dell’agricoltura e dell’agroalimentare, i futuri governi vorranno mettere in campo per dare risposte ad un settore che rappresenta quasi il 20% della nostra economia e che più di altri ci rende riconoscibili nel mondo grazie alla qualità delle nostre produzioni e alla ricchezza dei territori che queste esprimono.
In tal senso, il programma della coalizione del Centro-Destra ha messo proprio il settore agricolo e l’agroalimentare quale fulcro della propria futura azione di governo.
Al primo posto rimane la promozione e l’integrazione di una Politica Agricola Comune e di un piano strategico nazionale che è chiamata ad attuarlo, capaci di rispondere alle esigenze di uno sviluppo che coniughi indipendenza e sostenibilità ambientale ed economica.
L’aver messo in chiaro tale obiettivo rimarca la consapevolezza che la politica agricola si fa a Bruxelles da dove arrivano anche le conseguenti risorse finanziarie e che la capacità di adattamento alle esigenze nazionali deve sempre rappresentare una priorità per ogni maggioranza di governo.
Il programma agricolo del Centro-Destra continua con l’impegno a tutelare l’intero comparto agroalimentare opponendosi al Nutri-Score, il sistema di etichettatura oggi sostenuto da Francia e Inghilterra ma che rischia, se approvato, di penalizzare molti prodotti della dieta mediterranea che ha le sue eccellenze proprio in Italia.
La tutela delle produzioni caratteristiche del nostro Paese non può non passare, a leggere le intenzioni del Centro-Destra italiano, che per la lotta all’italian sounding e alla contraffazione dei prodotti di qualità nostrani. Tale fenomeno rappresenta ancora un elemento che mina la competitività delle imprese italiane. Per questo, continua il programma, rimane fondamentale tutelare le specificità e le eccellenze agricole italiane e incoraggiare la loro promozione sui mercati esteri.
Guardando più in particolare il fronte delle imprese agricole il programma del Centro-Destra si impegna a rifinanziare la misura “Più Impresa” a favore dei giovani agricoltori e dell’imprenditoria femminile. Due categorie di soggetti imprenditoriali che hanno mostrato negli ultimi dieci anni un grande interesse per il mondo agricolo portando cultura di impresa e soprattutto tanta innovazione di cui la filiera italiana ha immenso bisogno per mantenere competitività nel prossimo futuro. Non a caso anche una seria politica di promozione dell’innovazione in agricoltura trova spazio nelle intenzioni di governo della coalizione di Centro-Destra.
Infine, per rispondere alle esigenze di liquidità delle imprese agricole che stanno affrontando la crisi dell’innalzamento dei costi ed in particolare del caro energia il programma del Centro-Destra propone l’innalzamento dei massimali degli aiuti di Stato in regime de minimis per le imprese agricole, allineandoli a quanto previsto negli altri settori economici. Misura questa oggi in discussione a Bruxelles e che troverà soluzione entro la fine dell’anno.
Rimane inoltre essenziale rafforzare gli strumenti di garanzia sui finanziamenti a favore delle imprese agricole, degli allevamenti e della pesca per agevolare l’accesso al credito e dare respiro al settore.
Non mancano, infine, impegni per fornire risposte a problemi contingenti e strutturali allo stesso momento. Ecco quindi menzionati interventi di contrasto al fenomeno della proliferazione della fauna selvatica e alla diffusione delle epidemie animali nonché azioni per un “piano nazionale invasi” per l’irrigazione agricola per affrontare il problema della siccità che ha attanagliato il nostro paese in questa lunga estate ma che, a causa dei cambiamenti climatici, rischia di essere un problema da affrontare con continuità anche in futuro.