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La Regina

La vita, il regno, la longevità e la statura morale di Elisabetta II, Regina del Regno Unito, colpisce l’immaginario da diversi punti di vista.

Il suo regno a cavallo tra il XX ed il XXI secolo ci fa dimenticare, a volte, che non molto tempo fa l’Europa, l’Asia, l’Africa e anche l’America e l’Oceania erano sotto il dominio di sovrani ereditari a vario titolo. 

La regina Elisabetta è stata una donna eccezionale che ha vissuto una vita eccezionale, influenzando, allo stesso tempo, il normale corso della vita di milioni di persone.  Vengono giustamente celebrati il suo rigore, la sua disciplina, il suo senso del dovere e l’esempio che ha saputo dare alle generazioni che sono passate sotto il suo regno, ma anche a quelle future, per la devozione ad una causa, che nel suo caso è stata la Ragion di Stato.

Tenendo conto che il suo lavoro è stato fuori dal comune e che ha comportato un numero significativo di riconoscimenti, resta il fatto che ha lavorato ininterrottamente per quasi 80 anni. Infatti, è all’età di 18 anni che intraprese il servizio pubblico a titolo di autista e meccanico nelle Forze armate, diventando così l’unica testa coronata ad aver prestato servizio nelle forze armate durante la Seconda guerra mondiale.

La sua scomparsa, o meglio, le conseguenze della sua scomparsa sono ancora imprevedibili. Gli effetti stessi del suo regno non sono necessariamente noti. Il suo ruolo era caratterizzato da molti aspetti cerimoniali che potevano far pensare ad un’esistenza piuttosto superficiale. Eppure, non è stato così. Il suo lavoro richiedeva che fosse soggetta a numerosi vincoli protocollari, così come a specifici requisiti stabiliti dalla legge e dalle consuetudini. Costituiva un elemento inseparabile dagli stati su cui regnava, incluso il Canada, attraverso il suo Governatore Generale ed i Luogotenenti-Governatori nelle singole province. Dalla sua creazione nel 1867, il Canada è sempre stato una Monarchia parlamentare. Le leggi approvate dal Parlamento prendono vita solo dopo aver ricevuto l’Assenso reale. I regolamenti adottati dal Consiglio dei Ministri lo sono attraverso il Governatore, in questo caso il rappresentante della Regina, scusate, il Re!

Sebbene questi requisiti possano apparire come protocollari, in realtà non lo sono. Se una legge non viene firmata dal Governatore Generale, è come se non esistesse. Inoltre abbiamo avuto un esempio recente in cui i media hanno raccontato di come un Governatore generale sia stato criticato per non essere tornato tempestivamente a Ottawa per firmare una legge e renderla così operativa. 

Con l’ultimo respiro esalato dalla Regina, il Canada si ritrova con un Re come capo di Stato. La domanda sorge spontanea: che senso ha avere un Re? Curiosamente, è più facile spiegare l’utilità della Regina che del Re. Infatti, ogni monarca definisce il proprio regno. È più facile, quindi, osservare l’utilità di ciò che è esistito rispetto a ciò che sta nascendo.

Il Canada, con il consenso dei suoi cittadini, può decidere cosa vuole in termini di ‘governance’. Per fare ciò è sufficiente seguire la procedura prevista per la modifica della Costituzione del Paese. Una procedura semplice da descrivere, ma difficile da mettere in pratica, perché richiede il consenso delle province. Quindi qualcuno deve alzarsi una mattina ed avviare il processo. Ma non ci sono volontari, perché nel momento in cui si inizia a parlare di modifica della Costituzione, ciascuno aggiunge le proprie particolari richieste, con l’effetto di scoraggiare qualsiasi passo in questa direzione.

A parte la difficoltà di cambiare lo status quo, resta il fatto che la Monarchia offre un innegabile vantaggio per noi che la vediamo come un revival del passato. Visto che il monarca non viene eletto, di conseguenza è meno soggetto ai capricci delle mode passeggere ed è in misura di far beneficiare i governi ed i cittadini dei suoi strumentati più preziosi: la sua saggezza e la sua influenza.

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