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“La memoria senza coraggio non è memoria”: Liliana, il documentario di Ruggero Gabbai

In occasione della Giornata della Memoria, l’Ambasciata d’Italia a Ottawa, il Consolato Generale d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, in collaborazione con il Cinéma du Musée, presentano,  lunedì 3 febbraio alle 19:00, la proiezione del documentario Liliana, in presenza del regista Ruggero Gabbai, che abbiamo intervistato

 

Scena tratta dal documentario Liliana

 

MONTRÉAL – Il 27 gennaio, in tutto il mondo, si celebra la Giornata della Memoria per onorare le vittime della Shoah, ovvero coloro che furono uccisi dal regime nazista, che perseguitava chi veniva considerato “non puro”, come ebrei, omosessuali, persone con disabilità e rom. La giornata, istituita dall’ONU il 1° novembre 2005 con la risoluzione 60/7, ricorda l’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe dell’Armata Rossa, che trovarono i pochi superstiti. Le loro testimonianze aprirono per la prima volta gli occhi del mondo, rivelando l’orrore del genocidio nazifascista. L’Italia l’aveva già istituita, sotto il governo Amato, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, cinque anni prima della decisione dell’ONU.

Ruggero Gabbai

In occasione dell’80ª Giornata della Memoria, l’Ambasciata d’Italia a Ottawa, il Consolato Generale d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, in collaborazione con il Cinéma du Musée, propongono, lunedì 3 febbraio alle 19:00, una proiezione del documentario Liliana, in presenza del regista Ruggero Gabbai e dell’Ambasciatore d’Italia in Canada Alessandro Cattaneo. Il film racconta la storia drammatica di Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto: dal suo arresto e deportazione ad Auschwitz, fino all’addio a suo padre, che non ha mai più rivisto. Un’opera che mescola memoria storica e uno sguardo contemporaneo su una donna che, nonostante le atrocità vissute, è diventata testimone attiva della Shoah e figura fondamentale del panorama culturale e politico italiano. Liliana Segre è stata nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

 

Il Cittadino Canadese ha avuto l’opportunità di intervistare il regista Ruggero Gabbai, per scoprire di più su questo importante progetto.

 

Abbiamo iniziato la nostra conversazione partendo da una frase del trailer che ci ha molto colpiti: “La memoria senza coraggio non è memoria”. A questo proposito, Gabbai ci ha spiegato: “È una bellissima frase pronunciata da Ferruccio De Bortoli, Presidente della Fondazione Corriere della Sera e grande giornalista, che ha accompagnato più volte Liliana Segre per raccontare le crudeltà del nazismo ai ragazzi nelle scuole. È stato lui a dirmi che per testimoniare ci vuole tanto coraggio”. Gabbai ha ribadito, infatti, che “ è fondamentale che [la memoria] non venga musealizzata, cioè non diventi un’astrazione, un ‘vitello d’oro’. Deve rimanere viva, come un racconto che resiste nel tempo e che abbia quell’impronta di veridicità che solo un testimone della storia può dare. Chi è stato ad Auschwitz-Birkenau ha visto l’orrore, il buco nero del Novecento, e solo loro possono restituirci, almeno con le parole, alcune delle atrocità che si sono consumate durante l’Olocausto”.

 

Si tratta di un ritratto di una vita, quella di una donna unica, straordinaria, una grande italiana, che ha vissuto momenti dolorosi, ma che ci insegna che dal buio si può rinascere

 

A seguire, il regista ha condiviso con noi il motivo che lo ha spinto a concentrarsi sulla figura di Liliana Segre per il suo documentario: “In passato, abbiamo realizzato Memoria, un film selezionato al Festival di Berlino nel 1997. È stato un lavoro di 3 anni, durante i quali abbiamo creato un archivio di oltre 400 ore di testimonianze, di cui 10 di Liliana Segre”. All’interno di Memoria, un lavoro collettivo che include luoghi e persone sopravvissute ad Auschwitz, le sue parole occupavano solo quattro minuti. Per questo “ho pensato che fosse necessario darle voce, dedicandole un film di un’ora e mezza, una monografia su di lei. Si tratta di un ritratto di una vita, quella di una donna unica, straordinaria, una grande italiana, che ha vissuto momenti dolorosi, ma che ci insegna che dal buio si può rinascere”.

 

Il regista ha anche voluto mettere in luce il trauma delle seconde generazioni dei sopravvissuti all’Olocausto, soffermandosi sui figli della Senatrice.

 

Liliana non è l’unico lavoro di Gabbai sulla Shoah. Gli abbiamo chiesto, quindi, perché ha a cuore questo tema: “Più di 30 anni fa, mentre studiavo a New York, partecipai a un incontro con ebrei che si erano nascosti durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu in quella occasione che un fratello e una sorella si ritrovarono dopo tanti anni. Questo mi colpì profondamente e mi spinse a leggere autori come Elie Wiesel e Primo Levi, oltre a vedere il film Shoah di Claude Lanzmann, un pilastro del cinema sull’Olocausto. Ma c’è anche una parte personale: durante la guerra ho perso dei familiari, la sorella di mia nonna, suo figlio … che furono deportati e subito gasati”.

 

Concludendo l’intervista, Gabbai ha stigmatizzato il clima di odio nei confronti della Senatrice Segre e del documentario a lei dedicato sui social media, soprattutto in Italia: “È una cosa inaudita, però ora stiamo ricevendo delle risposte dalla società civile, da chi crede nei valori democratici, nella nostra Costituzione e nell’antifascismo. La cosa più importante è ciò che ha detto Liliana Segre, non certo gli insulti di questi odiatori. Questi episodi ci fanno capire che l’Italia non ha fatto i conti con il suo passato”. Ha anche aggiunto che “l’antisemitismo è un sentimento irrazionale che, purtroppo, è radicato nella cultura occidentale. In Italia pensavamo di averlo emarginato, ma oggi vediamo che queste persone seguono un percorso ideologico perverso, dove la vittima di ieri diventa il carnefice di oggi. Questo è un modo per discolparsi psicologicamente dal peso storico. La verità è che se interrompiamo il dialogo e non studiamo, come dice la Senatrice Segre, la Storia e la Geografia, sarà difficile che l’antisemitismo resti solo un fenomeno aberrante”.

 

Per ulteriori informazioni sul documentario, è possibile consultare il sito del Cinéma du Musée: https://www.cinemadumusee.com/film/liliana Per l’occasione sarà applicata la tariffa speciale 2×1 a $ 15.25 (esclusivamente presso la biglietteria).

 

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One thought on ““La memoria senza coraggio non è memoria”: Liliana, il documentario di Ruggero Gabbai

  1. Ruggero..,
    rinnovo i complimenti per il tuo stile che rende un successo ogni tuo lavoro ovunque venga presentato….
    n.f.

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