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La mano di Topolino

La Legge utilizza espressioni che nel linguaggio quotidiano corrispondono ad un’altra realtà. Il Codice penale vieta la violenza sessuale, facendone così un atto criminale. Nel linguaggio comune, la violenza è un attacco violento contro una persona. Possiamo quindi immaginare che una violenza sessuale si produce solo se la vittima viene aggredita violentemente dall’imputato in un contesto sessuale. Come vedremo, il grado di violenza richiesto dalla Legge, per accertare una violenza sessuale, varia notevolmente. La particolarità, in questa materia, è che, indipendentemente dal grado di violenza, per quanto minimo possa essere, l’imputato può essere ritenuto colpevole. Un uomo ha imparato questa lezione a sue spese, una sera d’estate di due anni fa. Il centro storico di Quebec City rappresenta la culla della civiltà francese in America. Molti dei suoi edifici hanno un carattere storico. Il prestigio del luogo attira tantissimi turisti. Non sorprende quindi vedere le strade piene di ristoranti con terrazze. Chiameremo l’imputato Primo, la vittima si chiama Seconda, mentre Terza è il nome del testimone. Primo è verso la fine dei 40 anni. Seconda e Terza sono due colleghe di lavoro poco più che ventenni che trascorrono una serata al ristorante. Primo è stato investito da un’auto quando aveva 25 anni. Da allora, la sua mano sinistra è limitata nei movimenti. Ha subìto gravi traumi cerebrali che ne limitano le attività che può svolgere. Per dimenticare le difficoltà associate alla sua condizione, ha acquistato un costume del famoso personaggio per bambini Topolino. Così vestita, passeggia nella Vecchia Quebec e si fa fotografare ed abbracciare da chiunque lo desideri.

 

La sera in questione, Primo, vestito da Topolino, passa davanti alla terrazza del ristorante dove si trovano Seconda e Terza. Seconda è rivolta verso la strada e Terza verso il palazzo. Seconda si alza e si avvicina a Primo, che si trova sul marciapiede e quindi più in basso rispetto alla terrazza. Lei è più alta di lui e sono separati dalla barriera della terrazza. Seconda abbraccia affettuosamente Primo, avvolgendolo con le mani e stringendogli il collo. Primo abbraccia a sua volta Seconda ma, trovandosi più in basso, le sue mani finiscono intorno alla vita di Seconda. Ad un certo punto Seconda decide di allontanarsi e comincia a spingere via Primo. A questo punto, la sua mano destra si muove e tocca la natica destra di Seconda per uno o due secondi. Terza assiste alla scena, ma in seguito affermerà che i suoi ricordi sono più vaghi. Dopo l’incidente, i due colleghi si siedono e Terza decide di chiamare la polizia per spiegare l’accaduto. Più tardi, quella sera, un agente di polizia vede Primo passeggiare più lontano e lo arresta. Successivamente Primo viene accusato di violenza sessuale. La violenza sessuale di cui è accusato consiste nell’aver toccato la natica destra di Seconda con la mano destra, per uno o due secondi. Secondo Seconda, Primo le ha stretto forte la natica per uno o due secondi. Considerati i fatti riportati, il giudice ha ritenuto Primo colpevole di violenza sessuale.

 

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Il giudice esamina queste prove mettendo in dubbio la credibilità e l’affidabilità delle tre persone coinvolte. Tuttavia, deve anche valutare se il presunto reato criminale sia stato commesso. In questo caso si tratta di violenza sessuale. Il giudice deve quindi accertarsi che siano presenti gli elementi che caratterizzano l’atto criminale. Dopotutto, si tratta di un’aggressione. Deve quindi essere dimostrata l’intenzione di commettere l’atto contestato. L’atto in questione consiste nel toccare intenzionalmente e con forza Seconda, senza il suo consenso e in un contesto sessuale. Ad esempio, è ovvio che un uomo che si avvicina a una donna e le afferra con forza le natiche senza il suo consenso commette una violenza sessuale.

 

Ma che dire nel nostro caso? Seconda va da Primo. Seconda lo abbraccia. Primo indossa un abito molto ingombrante. La sua testa è completamente coperta da una grande maschera. Non indossa i guanti. Seconda è più alto di Primo. Quando lei lo afferra per il collo, sa che lui può afferrarla solo per la vita. Seconda afferma di non aver acconsentito al contatto. Infine, c’è questo aspetto: il contatto con la natica è durato da uno a due secondi. Questo cambia qualcosa? Può fare la differenza. Il Pubblico Ministero, infatti, dovrà dimostrare, al di là di ogni dubbio, che Primo ha toccato con forza la natica destra in un contesto sessuale. Se ci sono dubbi, Primo sarà assolto. Il dubbio deve essere ragionevole. E voi, cosa decidereste?

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