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La Festa della donna e la Mimosa

(2ª parte)

Nella prima immagine la nostra Acacia spinosa (Robinia comune o pseudoacacia). Nella seconda illustrazione la famosa Mimosa (Acacia dealbata). Le due sono delle acacie appartenenti alla Famiglia delle Leguminosae-Papilionaceae. Nella terza illustrazione un’immagine ideale che simbolicamente potrebbe associare la donna alla Mimosa: bellezza, freschezza, luce, gioia di vivere… e quell’adombramento della fronda di Mimosa che, tale ad un “velo di Iside” lascia intravvedere, come nel “Dipinto davinciano”, seminascosto, il fascino, il mistero della vita dietro un sorriso……. L’eterno femminile, fonte di vita e A-mor!

All’inizio del XX secolo, in piena industrializzazione, la massiccia partecipazione delle donne esigeva per queste ultime equità di diritti e una partecipazione alla Cosa pubblica. Ma, cosa assurda, di fronte a un lutto (il tragico incendio di New York del 1908 che procurò tante vittime femminili) vi fu chi, dimenticando le povere vittime e le giuste rivendicazioni, colse l’occasione per tornaconti politici.  Quel che qui va criticato è la strumentalizzazione politica del soggetto sin dal principio da parte di filosofie e correnti politiche ben identificabili, la cui sopravvivenza ha da sempre necessitato di rivolte e di subbugli in “acque torbide”. All’inizio altre date ricordavano le rivendicazioni femminili, come ad esempio, il 12 marzo. Gradualmente, però, il monopolio del movimento diventò sempre più appannaggio politico della sinistra; non più limitato ad una legittima rivendicazione nel sistema, ma associata al movimento di destabilizzazione sociale, cara ai marxisti. L’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, in pieno conflitto, “ben pilotate”, le donne celebrarono la loro giornata osannando Lenin, il Marxismo e l’inizio della Rivoluzione. In seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921, fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia (non della donna). Faccio notare che In Italia la prima giornata della donna ebbe luogo nel 1922, il 12 marzo e non l’8. Fu nel settembre del 1944 che, durante il turbinoso e luttuoso clima di guerra civile (n. b. “le acque torbide”), a Roma vi fu chi, seguendo la politica e le direttive di Mosca, istituì l’UDI, Unione Donne Italiane (organismo femminile del P.C.I.). Nell’occasione venne deciso di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna, in ossequio a Mosca. A guerra finita, nel 1946, tre esponenti dell’UDI, Teresa Noce, Rita Montagnana (moglie di Palmiro Togliatti, capo del PCI) e Teresa Mattei proposero di adottare la Mimosa quale simbolo della Festa della donna. Furono queste tre donne dell’UDI, comuniste e fortemente politicizzate che, nel 1946 introdussero la mimosa quale simbolo di questa giornata. Da quel giorno la mimosa (che poi è un’Acacia), da fiore del Mistero, della Gnosi, dell’iniziazione, e dunque simbolo di rinascita e disciplina interiore, d’improvviso è stata arbitrariamente associata alla Festa della donna; una vera contraffazione simbolica. Così, come all’inizio, nel caso delle giuste rivendicazioni delle donne, anche il simbolo e il colore della mimosa è stato reinterpretato e strumentalizzato per fini politici. Oggi, il fiore è ridotto a mero simbolo che ricorda “la battaglia” tra i sessi. Dimenticando che il colore ufficiale della Giornata Internazionale della Donna è il viola, il quale rappresenta dignità e giustizia sociale per le donne. Vi è che nell’esoterismo il colore giallo simboleggia il “passaggio da una dimensione ad un altra”. Però il giallo è anche un colore ambivalente, complesso e ambiguo. Se esso è stato associato alla luce, all’intelletto, alla saggezza, alla nobiltà, al calore, alla gioia e alla vitalità, esso si associa anche alla menzogna, al tradimento, al declino, alla malattia, alla follia e alla ricchezza. Nel Buddismo è simbolo di saggezza. In Cina veniva associato all’Imperatore. Nell’antichità il giallo era un colore apprezzato. Fu nel Medioevo che il giallo venne associato all’inganno e al tradimento. La Mimosa è un albero della famiglia delle acacie (Acacia dealbata). La simbologia dell’Acacia va ben oltre il simbolo della Festa della donna. Il suo significato è legato a vari rituali esoterici; come la “sepoltura di Hiram” e al Ramo d’Oro della tradizione. Nella letteratura esoterica l’Acacia ha una valenza molto forte. Il suo slanciarsi verso l’alto simboleggia il collegamento tra terra e cielo, perciò spesso è rappresentato capovolto, con le radici “piantate nel cielo”, soprattutto nella cultura indiana. Questo lo riporta al concetto di immortalità e, allo stesso tempo, di conoscenza. La cultura esoterica cristiana lo richiama diverse volte. Era di Acacia la corona di spine indossata da Cristo che, contrariamente alla visione profana dove viene intesa come segno di scherno, rappresenta invece la Conoscenza e la Gnosi. Non a caso quel che iniziaticamente è segno di elevazione viene profanamente visto come qualcosa meritevole di derisione. Ad esempio, il fatidico INRI posto sulla Croce, nella Gnosi vuol dire: “Igne Natura Renovatur Integra (La Fiamma rinnova la Natura) e non profanamente, per derisione: “Iesus Nazarenus, Rex Iudaeorum” (Gesù Nazareno re dei giudei). Anche l’Arca dell’Alleanza era costruita in legno di Acacia. Hiram, figlio di una vedova di Tiro, costruttore del Tempio di Salomone, viene seppellito sotto un albero di Acacia. Nella Massoneria Operativa, questa pianta ha una forte centralità, che rimanda alla Camera di Mezzo che, allegoricamente, si pone tra tenebre e luce (cielo e terra). Il Massone diventa Maestro per aver “conosciuto l’Acacia”, cioè per aver conseguito Innocenza, Luce e Incorruttibilità. Nel VI libro dell’Eneide, Enea, prima di discendere nell’Ade, presso il lago Averno, riceve dalla sibilla il fatidico ramoscello. Stesso simbolismo ne “Il Ramo d’Oro” e il lago di Nemi di James Frazer. Qui, possedere l’Acacia-Mimosa significa essere al di sopra della stessa natura, averne il controllo, superare la morte. Potrebbe essere un altro modo di intendere la Pietra Filosofale… Quanto distanti siamo, oggi, dalla Mimosa tradizionale, ormai diventata mero simbolo di rivolta femminista! 

(Conclusione)

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