Health Impact of the Mediterranean Diet, in occasione della Settimana della Cucina italiana nel Mondo
Grande successo dell’evento scientifico dell’Ambasciata Italiana in Canada, molti gli studiosi che hanno dimostrato il profondo impatto della dieta mediterranea sulla salute fisica e mentale
OTTAWA – Conosciuta, studiata e celebrata in tutto il mondo, scandisce la nostra vita quotidiana, è uno stile di vita, un modello da esportare. È la Dieta mediterrana, studiata da scienziati di diverse dicipline che hanno dimostrato quanto sia incisivo il suo impatto sulla salute fisica e mentale. Sala gremita e grande successo dell’evento scientifico Health Impact of the Mediterranean Diet, organizzato dall’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata Italiana in Canada diretto dalla Prof.ssa Costanza Conti, in occasione della Settimana della Cucina italiana nel Mondo. “L’idea alla base dell’incontro – ha spiegato – è quella di mettere in luce l’impatto della dieta mediterranea sulla salute, attraverso il contributo scientifico di studiosi che da anni la studiano da angolazioni diverse. Il messaggio fondamentale è che la nostra alimentazione sposa il motto ‘Buono con Gusto’. Non solo il cibo italiano è buono, ma fa anche bene!”. Un excursus, quello dei relatori, che è partito dalla definizione di dieta mediterrane illustrata dalla
Dott.ssa Gisèle Yasmeen, Global Fellow for the Wilson Center, per fare un salto nel passato con la storia del cibo e della nutrizione nell’Antica Roma con l’uso di alimenti come il farro, la carne di maiale e la salsa del pesce. Ne ha parlato la Prof.ssa Laura Banducci, Archeologa, Professore associato di Studi Romani e Greci alla Carleton University. «Alla luce del continuo interesse per la cosiddetta dieta mediterranea – ha detto – è interessante considerare quale forma assumeva nell’Italia antica 3000 anni fa ed apprezzare le somiglianze e le differenze affascinanti tra allora e oggi. Sono lieta che l’Ambasciata Italiana abbia organizzato un evento multidisciplinario come questo”. Dagli antichi Romani agli studi deteminanti del microbioma dell’intestino strettamente collegati al corretto uso della dieta mediterranea: lo ha spiegato brillantemente e con passione, catturando l’attenzione del pubblico, la Prof.ssa Chantal Matar, Direttrice aggiunta di Graduate Studies e Ricerca della Facoltà di Scienza della Nutrizione dell’Ottawa U. «Il microbioma intestinale – ha affermato – è un ecosistema molto complesso e determinante per la nostra salute, composto com’è da diversi miliardi di microbi. Grazie alla loro interazione con le cellule intestinali, può avviare cascate di reazioni immunitarie e neuroendocrine in organi distanti dall’intestino, incluso il cervello. Parliamo di asse intestino-cervello e della sua importanza per la salute mentale. È stato inoltre dimostrato che la dieta mediterranea favorisce lo sviluppo di un microbioma sano nei neonati allattati al seno e contribuisce a proteggere dalle malattie croniche in età avanzata”. Tra gli studiosi presenti, il Prof. Martin Holcik, Chair del Dipartimento di Health Sciences della Carleton University. «Penso che l’evento abbia brillantemente collegato passato e presente – ha dichiarato – dimostrando come la dieta mediterranea, spiegata da un archeologo, un immunologo e due chimici, influenzi il nostro microbioma e la nostra salute. Questo approccio interdisciplinare ha evidenziato il potenziale della dieta mediterranea nel migliorare gli esiti sulla salute attraverso le sue radici storiche ed i contributi scientifici di oggi». Un plauso all’evento dal Dott. Daniele Regis, geologo, manager dei Laboratori di Mineralogia e Sedimentologia del Servizio Geologico. “Da ricercatore scientifico italiano – ha sottolineato – posso dire che è stato un incontro estremamente interessante e ben organizzato, un connubio perfetto tra salute, cultura e tradizione”. Studi e ricerche sulla correlazione tra nutrizione e ricerca chimica sono stati illustrati dal Prof. Vincenzo Di Marzo, Direttore dell’Unità Mista Internazionale di Ricerca tra CNR ed Université Laval. “È decisiva l’importanza fisiopatologica in malattie, da quelle metaboliche a quelle neurologiche e psichiatriche, di alcune piccole molecole ‘segnale’ del nostro organismo, derivate in gran parte dagli acidi grassi della dieta. È possibile, nell’uomo, plasmare le concentrazioni nel sangue di queste molecole, utilizzando diete arricchite con alcuni acidi grassi come la dieta Mediterranea e, quindi, in teoria, produrre effetti terapeutici preventivi su queste patologie». Dalla Prof.ssa Charlène Roussel, Professore aggiunto dell’Ottawa U. un focus sull’olio. “Gli oli ricchi di omega-3, come l’olio di pesce o alcune oli vegetali provenienti dalla dieta mediterranea – ha spiegato – interagiscono con il nostro microbiota intestinale. Ma, poiché ciascuno ha un microbiota unico, queste molecole non vengono trasformate allo stesso modo da tutti. Questo potrebbe spiegare perché gli integratori alimentari, in generale, non hanno gli stessi effetti per tutti. Le nostre ricerche proseguono per comprendere meglio queste interazioni e i loro impatti sulla salute”. Dalla platea, una riflessione sulla dieta mediterranea come stile di vita: “La presentazione di questa sera – ha spiegato Steve Spidel, Preside del Liceo Lisgar Collegiate Institute – è il modo perfetto per comprendere ed adottare la dieta mediterranea: ciò che mangiamo ed il modo in cui lo prepariamo hanno un impatto profondo sul nostro benessere fisico e mentale. Confrontando la dieta mediterranea con quella tipica canadese, devo riconsiderare le mie abitudini,
il cibo da acquistare e come cucinarlo”.