Un successo lo stand italiano. Dal Centro Odawa un messaggio chiaro al governo canadese: riconoscimento della cultura e dei diritti delle comunità indigene
OTTAWA – “Da molto tempo l’Homsa (Heads of Mission Spouses Association) organizza un evento di beneficenza, ma con la pandemia questa tradizione ha rischiato di scomparire. Quest’anno abbiamo deciso di riproporre il Bazaar Internazionale e questa scelta è stata premiata dall’adesione di più di trenta Paesi. Il programma della manifestazione si è arricchito con performances culturali proposte da India, Slovenia, Afghanistan e Spagna. In totale abbiamo raccolto più di 10.000 dollari che andranno alle giovani mamme ed ai loro bambini assistite dal Centro delle first nations Odawa”. Spiega così il grande successo e i risultati superiori ad ogni aspettativa Karine Kjelsen, consorte dell’Ambasciatore svizzero Olaf Kjelsen, presidente di Homsa ed organizzatrice dell’International Bazaar, coadiuvata dal comitato che riunisce le consorti degli Ambasciatori. Un’iniziativa che ha visto protagoniste più di trenta rappresentanze diplomatiche riunite nell’Odawa Native Friendship Center, in centro-città: obiettivo il sostegno alle comunità indigene, in particolare alle mamme ed ai neonati, riconoscendo, allo stesso tempo, il ruolo determinante delle comunità indigene nella società canadese. Grande la risposta del pubblico per l’Italia, riconoscimento da tutti i presenti al comitato organizzatore guidato da Maria Grazia Mattarella, consorte dell’Ambasciatore in Canada Andrea Ferrari, che ha fortemente creduto nell’iniziativa, partecipando al Bazaar.
Filo conduttore dello stand italiano la cultura del cibo di qualità a chilometro zero, con il generoso contributo di Ferrero, Bottega Nicastro, dei ristoranti Mamma Teresa e Paco Pazzo e della Gelateria Italiana. Molto apprezzate e vendute, in pochissimo tempo, le specialità culinarie fatte in casa: dalle lasagne rosse e bianche con zucchine preparate da Cybus di Christian Lepore alle famose bruschette di Mauro Stracchi e alle focacce di Angela Del Vescovo. “Un grazie di cuore – ha tenuto a sottolineare Maria Grazia Mattarella Ferrari – al comitato dei volontari che mi ha aiutato alacremente in tutte le fasi dell’organizzazione, trasformando il giorno del Bazaar in un grande lavoro di équipe”. Entusiasta Tanya Ziadeh, consorte dell’Ambasciatore libanese Fadi Ziadeh: “Abbiamo lavorato tutti con tanto amore – ha spiegato – ed i risultati si sono visti”. Soddisfatta anche Gunjan Verma, consorte dell’Ambasciatore Indiano Sanjay Kumar Verma. Dall’Odawa Native Friendship Center una chiara richiesta al governo canadese di un sostegno economico e del riconoscimento dei diritti. “Grazie a questo evento benefico, tantissimi cittadini hanno avuto la possibilità di visitare il nostro centro e di comprendere appieno il significato della nostra missione – ha sottolineato Anita Armstrong, direttrice del Centro – e le difficoltà che affrontano le neomamme indigene sin dai primi attimi dopo la nascita”. “Abbiamo bisogno di tantissimi fondi – ha concluso Anita Armstrong – il governo deve riconoscere l’importanza della cultura indigena in Canada che si è quasi persa. Da tempo, stiamo cercando di ricostruirne l’identità di un tassello cruciale della storia e dell’identità stessa del Canada. Per tutti i nuovi arrivati, ma anche per chi vive nel nostro Paese, esiste il problema del mancato riconoscimento della cultura indigena e la necessità di fare i conti col mancato pieno riconoscimento dei diritti della nostra Comunità”.