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La cultura, una priorità per il Canada. Focus sul digitale, sfida del nostro tempo

L’intervista

Isabelle Mondou Credit to Canadian Heritage

 

La Viceministra al Patrimonio Canadese, Isabelle Mondou: x“Devo riconoscere la leardership dell’Italia per aver riportato, tra le priorità del G7, il tema della cultura… questione cruciale a cui noi teniamo molto in vista della presidenza canadese nel 2025”

 

Ottawa – “Devo riconoscere la leardership dell’Italia per aver riportato tra le priorità del G7 il tema della cultura, una questione cruciale alla quale noi teniamo molto, in vista della presidenza canadese nel 2025”. Lo ribadisce con chiarezza Isabelle Mondou, Viceministra al Patrimonio Canadese, che abbiamo incontrato per un’intervista con Il Cittadino Canadese. Nel suo ufficio, circondato da quadri che colpiscono per i temi ed i colori – “L’arte nutre la nostra anima – spiega – ci aiuta a lavorare meglio” – mi accoglie con un sorriso aperto, cordiale, annunciando che sarà presto in Italia, ad aprile, alla Biennale di Venezia, per l’inaugurazione del Padiglione canadese.

 

Come lei ha sottolineato, l’Italia ha voluto riportare sul tavolo del G7 il tema della cultura. In che modo lavorerete insieme in questi mesi?

“Per la cultura desidero ricordare i temi del G7 sotto la presidenza italiana: la protezione e promozione delle identità culturali, l’impatto della cultura e della creatività con la nuova tecnologia dell’Intelligenza Artificiale, la lotta mondiale contro il traffico illecito delle opere d’arte, la protezione del patrimonio culturale con il cambiamento climatico. Devo riconoscere la leardership dell’Italia per aver riportato sul tavolo del G7 il tema della cultura come una delle priorità, in quanto la presidenza precedente aveva deciso di non inserirla tra i temi in discussione. L’Italia l’ha riportata sul tavolo, priorità alla quale noi teniamo tantissimo, visto che avremo la presidenza canadese nel 2025 e continueremo a tenere il focus su questo tema cruciale”.

 

Temi come il digitale, sfida del nostro tempo, come li affrontate nella realtà canadese?

“Per noi è determinante la protezione e la promozione delle identità culturali. Stiamo lavorando molto sul settore audiovisivo e sul digitale. È una sfida perché, ad oggi, sono predominanti le piattaforme americane. I giovani le utilizzano in modo esclusivo e per noi è cruciale avere accesso ad una differenziazione di piattaformi culturali. Come si sa, la lingua e cultura francese sono determinanti giacché nel nostro Paese vige il bilinguismo. Stiamo lavorando per riformare la legge C11 sulla radiodiffusione che deve proteggere le diverse realtà linguistiche e culturali che possano esprimere differenti identità culturali: l’autoctona, l’asiatica e le minoranze linguistiche. Stiamo collaborando da tempo con l’UNESCO, presiederemo con il governo del Québec una riunione sul digitale, a maggio, a Quebec City, con i massimi esponenti della cultura, riunione aperta anche alla società civile per riflettere insieme. Le tematiche di discussione, decise dal gruppo di esperti UNESCO, sono la promozione della diversità linguistica dei contenuti culturali, l’importanza dei contenuti culturali nazionali e locali sulle piattaforme digitali, una maggiore e significativa trasparenza delle piattaforme digitali sui temi culturali, in particolare la libertà artistica e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle industrie culturali e creative.

 

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Cultura e creatività ed impatto con l’Intelligenza Artificiale. Quali sono le politiche su cui state lavorando?

“Per noi è un tema prioritario, abbiamo già organizzato delle tavole rotonde  con i colleghi del Ministero dell’Industria, lanciando una consultazione pubblica sull’impatto dell’IA nei settori culturali. Siamo preoccupati per la protezione della proprietà intellettuale, dobbiamo proteggere i nostri artisti, è un tema di particolare importanza su cui dobbiamo confrontarci. Stiamo collaborando molto con l’Unione Europea, che sta lavorando proprio su una direttiva europea che riguarda l’intelligenza artificiale”.

 

E per la protezione delle opere d’arte nel cambiamento climatico che stiamo vivendo?

“Per il Canada questa è una sfida perché abbiamo molti problemi in diverse zone geografiche del Paese. Come Ministero, lavoriamo a stretto contatto con

l’Istituto per la Conservazione dei Beni Culturali (CCI)”.

Altro tema prioritario, la lotta mondiale contro il traffico illecito delle opere d’arte

“Il Canada, recentemente, ha dato dei fondi all’Unesco per proteggere, ad esempio in Ucraina, le opere d’arte che devono essere salvaguardate durante il conflitto. Lavoriamo con diversi partner, come, ad esempio, l’Agenzia canadese delle dogane”.

 

Oggi, in Canada, di fatto, il bilinguismo è un problema. Mancano i docenti di francese, si scelgono sempre meno i corsi di immersione in francese dando priorità assoluta, sin dai primi anni di scuola, all’inglese. Che fare per tornare al vero bilinguismo?

“Dobbiamo lavorare molto su questo, la cultura è strettamente legata all’identità linguistica: la cultura francofona e la lingua francese sono una ricchezza per il nostro Paese. È importante, per noi, investire nell’accesso alla lingua francese già dalla scuola materna e durante tutto il percorso di studi”.

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