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LA “Belle Époque” di Giovanni Boldini

Mi capita spesso che, prima di addormentarmi, sfoglio qualche libro d’arte per mantenere il mio cervello attivo; non si sa mai, alla mia età potrebbe addomentarsi prima di me. Amo tanto leggere le biografie degli artisti, siano essi del passato o contemporanei. Recentemente ho riletto, per l’ennesima volta, la biografia di un artista della “Belle Èpoque” che ammiro tantissimo: Giovanni Boldini. Mi fa piacere oggi condividere con voi la sua interessante biografia.

Boldini nasce a Ferrara nel 1842 e diventerà uno dei migliori ritrattisti dell’alta società europea del XIX secolo. Stimolato del padre, dedica il periodo della sua prima formazione artistica allo studio ed alla riproduzione di opere rinascimentali. La sua prima opera nota è uno scorcio del cortile della casa paterna, un olio datato 1855.  A sedici anni dipinge il suo autoritratto, accorgendosi che questo genere di pittura lo avrebbe accompagnato per tutta la sua lunghissima carriera artistica. Nel 1862 si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia delle Belle Arti, dove ha per insegnanti il fiorentino Stefano Ussi (1822-1901) e il livornese Enrico Pollastrini (1817-1876). Frequenta il noto ritrovo di artisti fiorentini, il Caffè Michelangelo, dove conosce Giovanni Fattori (1825-1908), Odoardo Borrani (1833-1905),Telemaco Signorini (1835-1901 ed il critico d’arte e mecenate del nascente movimento dei Macchiaioli, Diego Martelli (1839-1896). Diviene amico inseparabile dei pittori Michele Gordigiani (1835-1909) e Cristiano Banti (1824-1904), di cui è ospite nelle sue ville di Montorsoli e di Montemurlo. Nel 1865, su invito di Diego Martelli, si trasferisce per un certo periodo a Castiglioncello e, nell’anno successivo, intraprende con il suo amico Cristiano Banti un viaggio a Napoli, dove realizza i ritratti dei suoi figli. Nel1867compie un viaggio in Francia. A Parigi visita l’Esposizione Universale e conosce tre grandi artisti francesi: Edgar Degas (1834-1917), Alfred Sisley (1839-1899 e Édouard Manet (1832-1883). Si stabilisce a Londra nel 1870, invitato dal colonnello William Cornwallis – West (1835-1917) conosciuto a Firenze, che gli mette a disposizione uno studio nel centro della città, frequentato dall’alta società, ma alla fine dell’anno è nuovamente a Firenze. Nel 1871, Giovanni si reca di nuovo, questa volta per un lungo soggiorno, a Parigi, dove apre uno studio, prima nell’avenue Frochol, poi nella Place Pigalle.

 

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Qui conosce la modella Berthe e prende contatti con Adolphe Goupil (1806-1893), un importantissimo mercante d’arte, per il quale lavorano pittori di grande fama come Ernest Meissonier (1815-1891), Filippo Palizzi (1818-1899) e Giuseppe De Nittis (1846-1884). Le tele commissionate e preparate in questo periodo sono prevalentemente “di genere”, nelle quali Boldini riporta gli ambienti settecenteschi. Nel 1874 espone con successo al Salone di Parigi Le Lavandaie. Nel 1876 viaggia in Germania, dove conosce e ritrae il grande pittore Adolph von Menzel (1815-1905), mentre in Olanda ha modo di apprezzare le opere di Frans Hals (c. 1582-1666). Nel 1892 fa ritorno in Italia per soddisfare una committenza della Galleria degli Uffizi, un suo Autoritratto, che realizza in cambio di una copia del Bernini raffigurante il cardinale de’ Medici. Nel 1886 realizza due ritratti (il primo con tecnica a olio, l’altro a pastello) per il grande musicista Giuseppe Verdi (1813-1901). Nel 1900 è invitato dalla famiglia Florio a Palermo per la realizzazione del ritratto alla baronessa Franca, che subirà in seguito alcune modifiche perché ritenuto dal marito un po’ troppo “osé”. Nel 1929 si unisce in matrimonio con la giovanissima Emilia Cordona. Affetto da una broncopolmonite, Giovanni Boldini, muore a Parigi nel 1931.

 

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