(Adnkronos) – Il rilancio dei rapporti tra Italia ed Emirati Arabi Uniti diventati protagonisti centrali sulla scena regionale ed internazionale, l’importanza del Mediterraneo per la politica estera italiana in generale. Questo il messaggio che è emerso dalla due giorni della conferenza organizzata dalla Fondazione Med Or intitolata ‘New Horizons for cooperation between Italy and the Uae’. Un evento a porte chiuse inaugurato dal presidente di Med Or Marco Minniti durante il quale è stata sottolineata l’importanza di arrivare a una convenzione dei capi di Stato e di governo dei Paesi del Mediterraneo allargato nel segno dell’unità. ”Per affrontare il tema della guerra in Ucraina dobbiamo affrontare il tema di un nuovo ordine mondiale e c’è bisogno del protagonismo dell’Europa, ma anche l’Europa da sola non basta”, ha sottolineato Minniti.
Ed è stato ricordato che l’Italia è il primo partner commerciale degli Emirati Arabi Uniti e storicamente c’è un grado di complementarità tra l’industria manufatturiera italiana ed emiratina. Con uno sguardo al presente dato dall’invasione russa dell’Ucraina, che rappresenta un test stress per quanto riguarda il tema energetico e che ha fatto riscoprire all’Occidente la centralità della penisola arabica. Ancor di più di un Paese come gli Emirati Arabi Uniti che, nonostante sia al settimo posto al mondo per riserve di gas e petrolio, da anni sta cercando di diversificare il mix energetico puntando sulle rinnovabili. Un ulteriore terreno di collaborazione per l’Italia in questo momento storico in cui sta cercando di staccarsi dal gas russo.
Basandosi su un concetto fondamentale emerso durante l’intervento dall’ex vice ministro degli Esteri e Director Public Affairs di Eni, Lapo Pistelli, ovvero il ”trilemma energetico”: equità, sostenibilità, sicurezza energetica. E ricordando l’importanza di investire con saggezza, in modo che i rapporti economici sfocino anche nella diplomazia.
Oltre che sul piano energetico e commerciale, durante la due giorni il ruolo degli Emirati è stato riconosciuto come ”fondamentale” nella lotta al terrorismo e in particolare contro lo Stato Islamico. Ma a creare instabilità, oggi, è anche la crisi alimentare aggravata dalla guerra in Ucraina e che deve spingere Italia ed Emirati a collaborare ancora di più per garantire la stabilità del Mediterraneo. Perché la carenza di cereali e di fertilizzanti nei Paesi dell’Africa particolarmente dipendenti dalle importazioni di Ucraina e Russia, oltre che colpiti più di altri dal cambiamento climatico, rischia di far aumentare le tensioni.
Nell’intervento dell’ex ministro dell’Agricoltura e vice direttore generale della Fao Maurizio Martina è stato riconosciuto il modello degli Emirati come realtà straordinaria alla quale ispirarsi. Ma è anche stato sottolineato che non è possibile separare la trasformazione dei sistemi agricoli e ambientali dalla necessità di avere gli strumenti finanziari èer farlo.
Una posizione condivisa da Mohammed Baharoon, direttore generale della Dubai Research and policy center, che ha sottolineato l’importanza di condividere il know how ovvero con la Blue energy per favorire l’approvvigionamento alimentare e la volontà di puntare sulla robotica e l’intelligenza artificiale per arrivare dove l’uomo non arriva. All’evento ha partecipato anche Maria Battagliere, head of pilot projects office downstream and application services departmentdell’Asin (Agenzia spaziale italiana), il cui intervento è stato utile per capire l’importanza del contributo delle tecnologie spaziali e dei satelliti per monitorare i cambiamenti climatici e quindi valutare i rischi e prevenire le emergenze.