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Israele-Hamas, raid a Rafah e scontri a Jenin. Tajani incontra Herzog

(Adnkronos) – Continuano i bombardamenti di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo le ultime news sulla guerra di oggi, 25 gennaio 2024, un raid ha colpito all’alba un condominio a Rafah, uccidendo almeno un persona. Violenti scontri tra le forze israeliane e i combattenti palestinesi nella città di Jenin, in Cisgiordania. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è oggi in Israele, dova ha incontrato il presidente Isaac Herzog. L’incontro, a quanto si apprende, è durato 35 minuti. 

 

Tajani ha iniziato questa mattina la sua missione in Israele con un incontro con il presidente della Repubblica di Israele Isaac Herzog e nelle prossime ore vedrà anche il Primo Ministro Netanyahu, il ministro degli Esteri Israel Katz e il membro del “gabinetto di guerra” Benny Gantz. Nel corso dell’incontro con il capo dello Stato Tajani ha espresso ancora una volta la sua indignazione per l’attacco di Hamas del 7 ottobre alla popolazione civile israeliana attorno a Gaza e ha confermato la richiesta del governo italiano a quello israeliano di tutelare in ogni modo le vite dei civili palestinesi durante le operazioni militari. “Sosteniamo con forza le azioni del governo israeliano contro le organizzazioni terroristiche e parallelamente vogliamo affrontare con i nostri amici israeliani la preparazione per un ritorno al confronto politico e diplomatico. Dopo le operazioni militari a Gaza bisognerà individuare immediatamente un percorso politico per evitare che gli attuali scontri possano ripetersi e allargarsi ad altri conflitti nella regione. Ma bisognerà anche avviare il percorso politico che inevitabilmente dovrà portare a una formula indirizzata alla soluzione del 2 popoli, 2 Stati”.  

Tra gli argomenti affrontati con il capo dello Stato israeliano, il ministro degli Esteri ha evocato la necessità della tutela dei cristiani, sia dei pochi rimasti a Gaza sia dei cittadini arabi cristiani presenti in Cisgiordania.  

Tajani ha annunciato che confronterà con la dirigenza israeliana le idee e le richieste ricevute ieri a Beirut dal governo libanese : “Nel Sud Libano è importante mantenere una distanza di sicurezza fra l’esercito di Israele e le formazioni militari di Hezbollah; il negoziato deve procedere nonostante questa fase di guerra a Gaza, vogliamo dare un messaggio a tutte le parti coinvolte in questo scenario: non c’è alternativa un percorso di pace, da avviare immediatamente”. 

 

Ci sono stati violenti scontri durante la notte tra le forze israeliane e i combattenti palestinesi nella città di Jenin, in Cisgiordania. Lo riferiscono i media locali. Le forze israeliane hanno fatto irruzione in vari quartieri della città e hanno arrestato un palestinese. 

L’agenzia di stampa statale palestinese Wafa riferisce che le forze israeliane hanno anche distrutto monumenti ai palestinesi caduti. Filmati condivisi dai media locali mostrano le strade della città distrutte dai bulldozer militari israeliani. 

Durante gli scontri, i combattenti palestinesi hanno preso di mira le forze israeliane con ordigni esplosivi e colpi di arma da fuoco, riferisce l’agenzia di stampa Shehab. 

 

Almeno una persona è rimasta uccisa e altre ferite quando un aereo da guerra israeliano ha bombardato all’alba un condominio a Rafah. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti locali. Il raid ha avuto luogo nel quartiere di Tal as-Sultan, a ovest di Rafah, che ospita oltre 1,3 milioni di palestinesi che vivono in condizioni di sovraffollamento. 

 

Le Nazioni Unite hanno confermato che i ribelli yemeniti Houthi hanno ordinato al personale americano e britannico delle Nazioni Unite con sede nella capitale Sana’a di lasciare il paese entro un mese, a causa dei bombardamenti in risposta agli attacchi contro le imbarcazioni nel Mar Rosso. Il portavoce del Segretariato generale dell’Onu Stéphane Dujarric ha dichiarato in una conferenza stampa di aver “ricevuto comunicazioni dalle autorità de facto” che chiedevano la partenza dalle aree del Paese sotto controllo, che comprende Sana’a e altre zone nel nord e nell’ovest. “Qualsiasi richiesta sul personale delle Nazioni Unite basata esclusivamente sulla sua nazionalità è incompatibile con il quadro giuridico dell’Onu”, ha detto il portavoce prima di aggiungere che questa misura “ostacola” anche la capacità dell’organizzazione di adempiere al mandato di sostegno al popolo yemenita. 

 

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