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Israele-Hamas, Netanyahu: “Nessun ostaggio sarà lasciato a Gaza”

(Adnkronos) – “Nessun ostaggio resterà nella Striscia di Gaza”. Lo ha promesso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso dell’incontro con i parenti delle persone ancora nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso. ”Sono i nostri eroi” li ha definiti, aggiungendo di sapere che ”ogni giorno che passa è un inferno”. Netanyahu ha sostenuto che solo la pressione militare su Hamas porterà alla liberazione degli ostaggi. Per questo, le forze di difesa israeliane ”si stanno preparando a entrare a Rafah”, nel sud della Striscia di Gaza, dove oltre un milione di sfollati hanno trovato riparo. 

 

Le truppe israeliane, che si trovano intorno all’ospedale al-Shifa a Gaza, hanno ucciso Raad Thabet, tra i dieci comandanti ai vertici di Hamas. Ad annunciarlo è stato il portavoce Daniel Hagari, precisando che Thabet è stato ucciso durante un tentativo di fuga. In un’altra zona dell’ospedale, i militari hanno avuto uno scontro a fuoco con alcuni uomini armati e hanno ucciso tre miliziani. L’operazione in corso all’ospedale ha portato all’arresto di 900 sospetti terroristi. 

Le Forze armate israeliane hanno reso noto, inoltre, di aver distrutto, facendolo esplodere, come riporta Times of Israel, un tratto di 2,5 chilometri di tunnel di Hamas, parte di una rete sotterranea che collega la zona nord con quella sud di Gaza. Secondo quanto reso noto in conferenza stampa dal portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, oltre 30 tonnellate di esplosivo sono state usate nell’operazione.  

 

La Corte internazionale di Giustizia ha varato nuove misure provvisorie contro Israele, dopo che il Sudafrica ha presentato una seconda richiesta il 6 marzo a fronte della situazione di carestia nella Striscia di Gaza. La denuncia del Sudafrica chiedeva alla Corte internazionale di giustizia nuove misure precauzionali o una modifica delle precedenti al fine di “garantire la sicurezza di 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, tra cui più di un milione di bambini”. Allo stesso modo, denunciava le “continue violazioni” da parte di Israele delle misure precedentemente stabilite. 

La Corte ha così stabilito che Israele deve “adottare tutte le misure necessarie ed efficaci per garantire, senza indugio” e in coordinamento con le Nazioni Unite, “la fornitura senza ostacoli e su larga scala” di aiuti umanitari, cibo, acqua, elettricità, carburante, alloggi, abbigliamento, servizi igienico-sanitari e cure mediche. Allo stesso modo, nella sua decisione la Corte afferma che è necessario “aumentare la capacità e il numero dei valichi di terra” per la consegna di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza in tutta la Striscia, e “mantenerli aperti per tutto il tempo necessario”. Alla fine di gennaio il tribunale aveva già ordinato misure di emergenza e ordinato a Israele di fare tutto il possibile per prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza. 

 

Potrebbe essere pronto e operativo già ad aprile il porto temporaneo la cui costruzione è stata annunciata dagli Stati Uniti e che verrà installato lungo la costa della Striscia di Gaza allo scopo di fornire ulteriori aiuti ai civili. Ad annunciarlo il presidente cipriota Nikos Christodoulides, citando una delegazione statunitense. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato l’8 marzo l’allestimento del bacino galleggiante al largo di Gaza. Il porto sarà costituito principalmente da un molo temporaneo che consentirà ogni giorno a centinaia di camion carichi di aiuti di raggiungere la Striscia, dove non esiste un porto sufficientemente profondo per navi mercantili grandi. Inizialmente il molo, costruito dall’esercito americano, doveva essere pronto il 1° maggio. 

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