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Israele, Hamas chiede cessate il fuoco: “Non sappiamo dove sono tutti gli ostaggi”

(Adnkronos) – Hamas non potrà rilasciare gli ostaggi sequestrati durante l’attacco a Israele dello scorso 7 ottobre finché non verrà concordato un cessate il fuoco. Lo scrive il quotidiano russo Kommersant citando un membro della delegazione di Hamas in visita a Mosca. Oltretutto, Hamas a quanto pare non sa dove si trovino alcune delle persone sequestrate: a tenerle prigioniere nella Striscia di Gaza sono diversi gruppi e al momento, a quanto pare, non c’è una mappa precisa. 

A Mosca, il quadro è stato esposto da Abu Hamid, componente della delegazione del movimento. L’esponete ha affermato che Hamas ha bisogno di tempo per localizzare tutti coloro che sono stati portati da Israele a Gaza da varie fazioni palestinesi nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. “Hanno sequestrato decine di persone, la maggior parte delle quali civili, e abbiamo bisogno di tempo per trovarle nella Striscia di Gaza e poi rilasciarle”. 

Secondo Kommersant, per portare a termine questo compito è necessario un ambiente tranquillo. Hamas ha detto ieri che circa 50 ostaggi sono stati uccisi negli attacchi aerei israeliani. Israele ha esortato la Russia ad espellere la delegazione di Hamas in visita, definendo “deplorevole” il loro invito a Mosca. La Russia ha legami con tutti i principali attori del Medio Oriente, tra cui Israele, Iran, Siria, Autorità Palestinese e Hamas. 

Si sono concentrati proprio sulla questione degli ostaggi i colloqui di ieri a Mosca tra la delegazione di Hamas guidata dal suo leader politico Mousa Abu Marzuk e il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov. ”I contatti hanno avuto luogo per ottenere l’immediato rilascio degli ostaggi stranieri trattenuti nella Striscia di Gaza e sono state discusse le questioni relative all’evacuazione dei cittadini russi e di altri cittadini stranieri dal territorio dell’enclave palestinese”, si legge in una nota del ministero degli Esteri russo. 

Il Qatar rivedrà i suoi rapporti con Hamas dopo la crisi degli oltre 220 ostaggi seguita all’assalto sferrato contro Israele lo scorso 7 ottobre, scrive intanto il ‘Washington Post’ citando proprie fonti diplomatiche ben informate e a condizione di anonimato, secondo le quali il Qatar rivedrà i rapporti con Hamas dopo averne parlato con gli Stati Uniti. Durante un recente incontro a Doha tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, si è infatti giunti a un accordo, di cui non si era a conoscenza, per la gestione dei rapporti con Hamas. Ancora incerto, spiegano le fonti citate dal Washington Post, se la revisione porterà all’espulsione dei leader di Hamas dal Qatar, dove per molto tempo hanno gestito il loro ufficio politico a Doha. 

L’accordo è un tentativo di bilanciare l’obiettivo a breve termine dell’Amministrazione Biden di salvare il maggior numero possibile di ostaggi con l’obiettivo a lungo termine di cercare di isolare Hamas dopo la furia del 7 ottobre in Israele, si legge. Il Qatar è stato determinante nell’aiutare gli Stati Uniti e Israele a garantire il rilascio degli ostaggi e a comunicare con Hamas su altre questioni urgenti, compreso il flusso di aiuti umanitari a Gaza e il passaggio sicuro di palestinesi-americani fuori dall’enclave palestinese. Ma la decisione del Qatar di fornire un rifugio ai leader politici di Hamas e di ospitare un loro ufficio a Doha, presa più di un decennio fa, è stata esaminata dai repubblicani al Congresso e da altri sostenitori della linea dura filo-israeliana. 

 

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